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Maria Pecchioli, Ingrid Lamminpaa e Lorenza Soldani • Autrici di Lei disse sì

Due donne e un matrimonio

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- In prima mondiale al Biografilm, un documentario entusiasmante sulle nozze tra due donne. Incontro con regista e protagoniste di Lei disse sì di Maria Pecchioli

Maria Pecchioli, Ingrid Lamminpaa e Lorenza Soldani  • Autrici di Lei disse sì
Da sx, Lorenza Soldani, Maria Pecchioli e Ingrid Lamminpaa

Si può fare la rivoluzione a colpi di bouquet? Per Maria Pecchioli, Ingrid Lamminpaa e Lorenza Soldani sembra proprio di sì. Rispettivamente regista e protagoniste di Lei disse sì, presentato in anteprima mondiale al 10° Biografilm Festival di Bologna (6-16 giugno 2014), la loro rivoluzione l’hanno cominciata proprio con un mazzo i fiori in mano. Ingrid e Lorenza si sono sposate, dopo sette anni insieme, ma per farlo sono dovute partire da Firenze e andare in Svezia, seconda patria di Ingrid, visto che in Italia il matrimonio tra due persone dello stesso sesso non è consentito. Lei disse sì, diretto dalla loro amica di sempre, la filmmaker Maria Pecchioli, documenta il loro viaggio, dall’annuncio delle nozze al fatidico “sì”. Un viaggio rigenerante, commovente e allo stesso tempo divertentissimo. La storia di due donne, ma anche di una famiglia, di una comunità, un atto di coraggio e libertà che tocca tutti. Un percorso alla conquista di un diritto, quello del matrimonio per le coppie gay in Italia, che ha ancora molta strada davanti a sé, e dove tutto è cominciato con un blog… 

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Cineuropa: Lei disse sì è molto più di un documentario. Come nasce il progetto?
Maria Pecchioli: Come recita il nostro motto, “la rivoluzione a colpi di bouquets è appena cominciata”. E’ un percorso iniziato un anno e mezzo fa, quando Ingrid e Lorenza hanno annunciato le loro nozze a parenti e amici. E’ stato lo spunto per un videoblog (leidissesi.net) che voleva raccontare le tappe di questo matrimonio con ironia, leggerezza e fantasia. Visto il grande seguito che abbiamo avuto, abbiamo pensato di attivare il crowdfunding per realizzare un documentario, poi la pagina facebook, che oggi ha 5000 follower. La partecipazione è stata enorme, in tre mesi abbiamo raccolto 10mila euro e siamo partite.
Lorenza Soldani: La partecipazione della gente è stata fondamentale per realizzare tutto, ma è anche quello che volevamo raccontare: due persone hanno bisogno dell’appoggio di un’intera comunità per vivere in modo sereno e felice.
Ingrid Lamminpaa: Gli svedesi si stupiscono non del fatto che la mia famiglia non mi abbia accettata (dopo il coming out, Ingrid ha perso ogni contatto con i genitori e il fratello, ndr), ma che lo Stato in cui risiedo non accetti il matrimonio con la persona che amo. Di famiglie disfunzionali ce ne sono milioni, lo Stato però dovrebbe proteggerti.

E’ stato difficile esporre la vostra intimità davanti a una videocamera?
Ingrid: E’ stato possibile farlo perché Maria è una carissima amica, ci conosciamo dalle scuole medie. La prima esigenza era metterci la faccia, il messaggio è forte e positivo. Al di là di tante parole, noi lo abbiamo fatto, ci siamo sposate, ed è un’azione in cui tante persone possono riconoscersi. 
Maria: Volevamo raccontare la semplicità e la quotidianità di questo amore in modo diretto, era questo l’aspetto politicamente più importante. Nessuna rivendicazione gridata, solo l’evidenza dei sentimenti.

Il film è anche molto divertente, e tutti, dalle spose ai parenti e agli amici, appaiono completamente a proprio agio. Come siete riuscite a creare questa atmosfera?
Maria: Durante il lavoro per il videoblog, abbiamo invaso un po’ il campo dei nostri amici, ma la consapevolezza condivisa che stavamo facendo un qualcosa di urgente per tutti ha creato una dimensione di serenità e fiducia. Abbiamo rispettato comunque gli amici che la vivevano come un’invasione, se c’era disagio la camera spariva.
Lorenza: In Svezia la macchina da presa era più presente, c’era pure un fonico alto due metri, quindi inizialmente qualcuno era spaventato, ma poi tutto è andato con grande nonchalance. La carta vincente è stata creare un contesto amichevole e familiare, non invasivo.

Questo film potrà aiutare, secondo voi, a smuovere qualcosa in Italia riguardo ai matrimoni gay?
Lorenza: L’Italia dal punto di vista legislativo è ferma, qualcosa si muove nelle singole iniziative di alcuni sindaci che hanno fatto registrare matrimoni omosessuali contratti all’estero, e in quelle delle persone che decidono di raccontare la propria vita. Sconfiggere l’omofobia interiorizzata è il primo passo per sconfiggere quella istituzionale. In questo cerchiamo di dare una mano.
Ingrid: La speranza è che le cose cambino e che tra pochi anni potremo riguardare il film e dire: “ma guarda com’era… guarda dove siamo dovute andare per sposarci!”.

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