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Anna Justice • Regista

And Justice for all

di 

- La filmmaker tedesca Anna Justice (Remembrance) parla della sua carriera nel cinema e dei suoi ultimi film

Anna Justice  • Regista

Anna Justice dà subito a colpa alla sua famiglia: se è diventata regista, è a causa loro! In senso positivo però, perché “sono cresciuta in una grande famiglia molto stretta, e mi piace molto andare in giro e vivere con altre persone! Il cinema è un lavoro di squadra, conoscere persone, fare e formare relazioni”. Ed è così: mette le cose davanti e le centra, senza dissimularle.

Alcuni registi sono spinti dallo stile dei personaggi, ma per lei è il contrario: Anna Justice non permette che al genere di scavalcare il suo stile - “I miei film precedenti sono tutti diversi”, spiega. “Al momento sto girando un thriller politico. Non c’è un titolo al momento, ma è un TV movie, una co-produzione franco/tedesca, sull’energia nucleare. Lo sto girando, non riscrivendo!”, aggiunge.

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Di recente ha lavorato ad una fiaba, Pinocchio, “due film, e così ho avuto il tempo di raccontare la storia”. Certo non la versione Disney - la sua combina 3D e live action, una cosa che vorrebbe “fare di nuovo. Ho pensato che non era materiale mio, ma una volta iniziato ho capito che c’era ampia libertà creativa. Tecnicamente era difficile, ma estremamente interessante”.

Anna Justice non si lamenta di essere “una pistola in affitto. La gente vede il mio lavoro e mi assume, ed è fantastico. Il mio agente, Mechtild Holter di Players, mi ha consentito di fare film molto diversi, cosa ottima, senza diventare una specialista. Vorrei girare un’altra fiaba e un dramma storico”.

Film che ha già fatto, ovviamente: Remembrance [+leggi anche:
trailer
intervista: Anna Justice
scheda film
]
è un dramma sulla II Guerra Mondiale. Qui ha accettato “la sfida di non fare un altro film sui campi di concentramento. Si parla di quello che accadde in Polonia nel 1944”. Ancora una volta ha svolto ricerche “immense”, “condensate in poche scene”.

E dato che si tratta di una storia vera, ha scelto “l’autenticità, con personaggi interpretati da veri tedeschi, polacchi e americani, che parlavano nella loro lingua originale”.

Ha preso anche lezioni di polacco, descrivendo la direzione di “attori polacchi in tutte le scene polacche” come “interessante. Dovevo fidarmi di loro e lavorare con un interprete, basandomi sulle espressioni ed il linguaggio del corpo”.

“Cedi molta parte del controllo in situazioni simili - è stato fantastico! Mi è piaciuto stare ad ascoltare il suono della voce e guardare i gesti, decidendo se andassero bene per la scena. Fidarmi di loro è stato divertente, li invitavo a cambiare il testo se volevano, per avere degli input creativi da tutto il team. Qualcuno deve dire sì o no, e questo è il mio lavoro, ma mi piace che sia un’attività del team”. Lavorando con i bambini (questa signora non ha proprio paura!) “devi farlo giocando, risolvendo il problema senza far loro sentire che devono seguire un sistema rigido di testi e scene”.

E come altri registi, utilizza la musica non quando scrive, ma “quando ho bisogno di pensare. O di non pensare! Per avere delle sensazioni, è un modo per catturare gli umori. La faccio sentire al direttore della fotografia o agli attori. Per il mio nuovo film sto cercando canzoni francesi perché gran parte dell’azione si svolge in Francia”. E aggiunge: “Che catturi il clima dell’intero film o solo di una scena o di una sequenza, la musica è parte essenziale dell’ispirazione”. Anna Justice si è convertita, e ora è una fan del valore dello storyboard: “aiuta tutti”.

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(Tradotto dall'inglese)

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