Bero Beyer • Direttore, International Film Festival Rotterdam
"Stiamo esportando un'esperienza di festival, anziché viverla film per film"
- Cineuropa ha incontrato il direttore dell'International Film Festival Rotterdam, Bero Beyer, in vista della 45a edizione dell'evento (27 gennaio-7 febbraio)
Il produttore olandese indipendente Bero Beyer è stato nominato successore di Rutger Wolfson nella direzione generale e artistica dell'International Film Festival Rotterdam (IFFR) nel maggio 2015, prima di aderire formalmente all'IFFR dal primo di agosto. Beyer ha prodotto Atlantic. [+leggi anche:
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Cineuropa: La 45a edizione del festival ha subito diversi cambiamenti. Che cos'ha in serbo per l'imminente edizione?
Bero Beyer: Ciò di cui sono entusiasta, ciò che credo sarà un grande miglioramento per il modo in cui presentiamo il festival, è il fatto che abbiamo suddiviso l'intero programma in quattro sezioni distinte. Piuttosto che organizzare i titoli in opere prime e secondi film, o aggiungere nuove sezioni in corso d'opera, abbiamo pensato che sarebbe stato di grande aiuto per il pubblico, il settore e anche per me stesso, organizzare tutto ciò che abbiamo - quasi 250 lungometraggi e 200 cortometraggi - in quattro sezioni con il proprio tono, il proprio carattere, il proprio sentire, e consentendo agli utenti di scegliere da soli fino a che punto vogliono essere portati fuori dal sentiero battuto ed essere sorpresi.
Quali saranno queste quattro sezioni?
Nella nostra sezione Bright Future, abbiamo raggruppato tutti i registi innovativi ed emergenti che stanno cercando di creare e coltivare un paesaggio cinematografico con il loro lavoro. È il posto più logico in cui trovare tanti registi debuttanti o secondi film, ma anche la nostra Hivos Tiger Awards Competition, che vedrà otto film in competizione, piuttosto che 15. Nella seconda sezione, Voices, stiamo massimizzando la piattaforma per la distribuzione olandese programmando quei film che riteniamo debbano essere visti da un vasto pubblico. Quello che mi rende felice è l'essere riuscito a creare una competizione separata nel VPRO Big Screen Award, e sarà una giuria del pubblico a scegliere il vincitore tra otto film che non hanno un distributore nei Paesi Bassi; il vincitore sarà distribuito e visto in televisione. Un'altra sezione è Deep Focus, nella quale abbiamo raccolto tutte le nostre retrospettive e master class; fornirà un contesto ai registi che ci stanno a cuore e che frequentano il festival da anni - presenteremo il loro intero corpus di lavoro. Quest'anno, avremo una retrospettiva della Scuola di Barcellona. L'ultima sezione è chiamata Perspectives, e qui mostreremo il cinema da diverse angolazioni - secondo le diverse discipline, generi o persone - e indagheremo sulla libertà artistica dei registi quando lavorano in alcuni generi.
Cosa prevede di ottenere dando ai film della Hivos Tiger Awards Competition più di un focus?
Abbiamo pensato che sarebbe stato bello introdurre otto film nella competizione principale, per essere in grado di dedicare un giorno intero ad ogni film. Lasciarli brillare durante l'arco di un giorno e farli ammirare come opere d'arte esemplari, che è anche il fine ultimo dell'IFFR. Ogni film candidato avrà la sua serie di incontri con la stampa e di poster, ma cercheremo anche di trovare il modo migliore per fornire un contesto, che potrebbe essere una discussione o una mostra d'arte. E ogni sera, avremo un discorso pubblico che registreremo sulla base di quel determinato film.
Ci saranno sviluppi nell'iniziativa IFFR Live! (vedi news)?
Ora è al suo secondo anno, e l'abbiamo rimessa a punto per farla diventare un segno ancora più forte di un nuovo tipo di distribuzione, in cui i festival svolgono un ruolo chiave. L'anno scorso, abbiamo avviato il progetto coinvolgendo i film in streaming e, successivamente, organizzando dibattiti interattivi in 40 cinema in tutta Europa. Stiamo espandendo questo concetto quest'anno, rendendolo un mini-festival e un grande spettacolo post-proiezione in cui si può partecipare in modo interattivo da ovunque ci si trovi. Sono davvero elettrizzato all'idea perché sottolinea l'importanza dei festival cinematografici nel paesaggio della distribuzione europea, in quanto stanno lanciando piattaforme o talvolta anche un'alternativa alla distribuzione tradizionale. Stiamo esportando un'esperienza di festival, anziché viverla film per film. La sensazione dovrebbe essere quasi come essere a Rotterdam, quindi abbiamo voluto ampliare il livello di interattività, e vogliamo avere una comunicazione bidirezionale. Collaboreremo a stretto contatto con festival che la pensano allo stesso modo per sottolineare il fatto che stiamo celebrando i film in un ambiente da festival.
(Tradotto dall'inglese)