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Thierry Frémaux • Delegato generale, Festival di Cannes

"Anche per i giganti di Internet, il cinema rimane attraente"

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- Incontro con Thierry Frémaux, delegato generale del Festival di Cannes, per parlare della selezione 2016

Thierry Frémaux • Delegato generale, Festival di Cannes
(© Philippe Quaisse / Festival di Cannes)

A un giorno dall’inizio del 69° Festival di Cannes (dall’11 al 22 maggio 2016), Thierry Frémaux, delegato generale dell’evento, ha dato a Cineuropa qualche chiarimento sulla sua selezione (leggi l'articolo e la news) e il suo punto di vista su alcune tendenze dell’industria del cinema mondiale.

Cineuropa: La competizione cannense 2016 include un gran numero di cineasti affermati e meno nuovi arrivi rispetto alle edizioni precedenti, ma anche molti film di grandi autori con cast importanti. Quali sono state le linee guida della sua selezione? E il processo è stato facile?
Thierry Frémaux: Il processo di selezione è stato "facile" e complicato come ogni anno, dipende dai film che ci vengono presentati. Così, quest’anno ci sono film d’autore con cast importanti. Poi non bisogna giudicare la selezione solo in base alla competizione. Avere quattro nuovi arrivi in competizione non vuol dire niente se non si considera che molti cineasti vengono solo per la seconda volta, o che Bruno Dumont e Nicole Garcia, ad esempio, non venivano da dieci anni. E al Certain Regard e nelle proiezioni speciali, abbiamo ospiti che in gran parte non sono mai stati a Cannes. 

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I cineasti europei in particolar modo, e gli americani, dominano il programma della competizione. Qual è la sua analisi sull’attuale geografia mondiale del cinema d’autore?
E’ la stessa dell’anno scorso. Le analisi funzionano su un mezzo decennio, meglio un decennio intero, un solo anno non permette di trarre alcuna lezione. Quindi il cinema d’autore sta bene, e ovunque, non solo in Europa e negli Stati Uniti. La Corea, l’Iran, l’America latina sono grandi territori di cinema. 

Cinque film della selezione ufficiale sono stati acquisiti da Amazon. Che cosa pensa dei nuovi attori dell’industria cinematografica e del loro impatto sull’evoluzione del finanziamento e della diffusione dei film?
Il cinema è un’industria mobile che attira sempre nuovi operatori. L’arrivo di Amazon è una buona notizia sul piano economico poiché avviene nel quadro di un rinnovamento della concorrenza, ed è anche una buona notizia in generale perché questo prova che, anche per i giganti di Internet, il cinema rimane attraente. 

La Francia è un paese guida nella coproduzione, distribuzione e vendite internazionali del meglio del cinema d’autore mondiale, ma ci sono forti tensioni riguardo alle condizioni di accesso di alcuni di questi film sugli schermi. Qual è la sua opinione in merito?
Non risponderò a questa domanda che non rientra nel mio campo d’espressione. Dico solo che questa realtà non è nuova e finché ci saranno esercenti che lottano per la giusta causa della pluralità d’esposizione delle opere, la vitalità del cinema francese sarà salva. 

Come vive le reazioni spesso epidermiche della critica internazionale dinanzi ai film che sceglie?
All’inizio ne ero colpito, ma da lungo tempo non più, visto che le reazioni sono, come dice lei, "epidermiche". Leggo molti articoli interessanti di critica sui film, ma pochi sulle questioni generali legate a Cannes perché si dicono tante sciocchezze, in particolare l’anno scorso su due giornali francesi. Mi dispiace perché la stampa è un elemento essenziale del Festival di Cannes. Ma a volte ti cadono le braccia! Finisci quindi per prendertene gioco e continui a lavorare.

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(Tradotto dal francese)

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