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Petar Valchanov, Kristina Grozeva • Registi

“Un giorno, durante le riprese, sul set c’erano più registi che attori”

di 

- LOCARNO 2016: Cineuropa ha intervistato Petar Valchanov e Kristina Grozeva, il duo di registi bulgari dietro Glory - Non c'è tempo per gli onesti

Petar Valchanov, Kristina Grozeva  • Registi
(© Festival del film Locarno / Massimo Pedrazzini)

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, storia di un povero ferroviere al centro di una lotta di potere. I due registi confidano a Cineuropa quali sono state le maggiori sfide nella realizzazione del loro secondo film e come ha preso forma questo ottimo dramma sociale.

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Cineuropa: Si dice spesso che il secondo film sia più difficile del primo. È così?
Petar Valchanov: Il nostro secondo film è stato più difficile da un punto di vista strutturale. Mentre in The Lesson seguivamo la storia di un solo protagonista, in Glory - Non c'è tempo per gli onesti abbiamo due personaggi principali ed è stato complicato intrecciare le due storie in un modo che il tutto risultasse organico. Questo è uno dei motivi per cui ci siamo rivolti al nostro co-sceneggiatore Decho Taralezhkov, perché ci aiutasse a raggiungere l’equilibrio necessario. Poi, abbiamo girato il film nei giorni più caldi dell’anno ed è stato quasi insostenibile. Alla prima settimana di riprese avevamo già speso l’intero budget per il catering in acqua! 

In che modo la vostra esperienza di regia in The Lesson vi ha aiutato nelle riprese di Glory?
Kristina Grozeva: Non ci sono grandi differenze di regia tra il primo e il secondo film. Quello che abbiamo cercato di fare con The Lesson e poi abbiamo ripetuto in Glory è stato mischiare attori professionisti e attori amatoriali. Durante le riprese ci siamo anche accorti che i registi sono molto bravi a recitare. C’è stato un giorno in particolare in cui sul set c’erano più registi che attori: Milko Lazarov (Alienation [+leggi anche:
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) nel ruolo di un giornalista investigativo, Ralitza Petrova (Godless [+leggi anche:
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) e Nikolay Todorov (Three Days in Sarajevo) come agenti di polizia, Dimitar Sardjev (corto  Portrait of a Family) in qualità di cameraman dell’ufficio stampa e Pavel Vesnakov (corto Pride) nei panni di un detenuto. Se aggiungiamo noi due, eravamo in tutto sette registi; è stato piuttosto buffo. Vogliamo ringraziare i nostri colleghi per averci sostenuto non solo con i loro preziosi consigli di regia, ma anche con le loro performance, che si sono rivelate eccezionali. 

Il vostro film è ispirato a un caso di cronaca diffuso dalla stampa bulgara; quanto c’è di vero e quanto di inventato nella storia?
P.
V.: Come nel caso di The Lesson, il film comincia dove la notizia finisce. Abbiamo letto questa storia di un ferroviere che aveva trovato una gran quantità di banconote sui binari, l’aveva consegnata alla polizia ed era poi stato ricompensato con una specie di premio al valore; pensammo che fosse un buon punto di partenza per una trama più elaborata e ricca di significati.

Stefan Denolyubov, che interpretava il cattivo in The Lesson, qui è un eroe, mentre Margita Gosheva, la protagonista positiva del vostro primo film, qui è un personaggio spietato. Quando e come avete deciso questo scambio di ruoli?
K.G.: Nella prima stesura del copione, il capo ufficio stampa era un uomo e avrebbe dovuto interpretarlo Stefan, ma poi non avevamo nessuno in mente per il ruolo del ferroviere. Una sera abbiamo anche pensato di affidare a lui entrambe le parti. Ma la notte porta consiglio e al mattino abbiamo deciso che il responsabile dell’ufficio stampa sarebbe stata una donna e che doveva interpretarla Margita. Così tutto tornava, ma abbiamo dovuto apportare molti cambiamenti al copione e siamo grati al nostro co-sceneggiatore, Decho Taralezhkov, per la pazienza e la professionalità che ha portato nella nostra squadra (appare anche nel film, è uno dei collaboratori di Margita).

The Lesson e Glory - Non c'è tempo per gli onesti hanno alzato le aspettative per l’ultimo capitolo della “trilogia dei ritagli di giornale”. Volete rivelare a Cineuropa di cosa parlerà il film finale?
P.V.: Stiamo lavorando su un paio di idee, al momento, e non sappiamo ancora a quale dare la priorità. La prima è una storia sensazionale di 20 anni fa, degli albori della democrazia, ma una di quelle che la gente si ricorda ancora. Sarà molto più costosa da girare, perché si tratterebbe di un film storico e di una produzione su larga scala.
K.G.: L’altra idea è basata sulla recente attualità. Ma vogliamo concederci un po’ più di tempo per questa e, magari, realizzare prima un altro progetto per il quale abbiamo la sceneggiatura pronta e stiamo raccogliendo finanziamenti.

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(Tradotto dall'inglese)

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