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Oliver Mallia • Direttore del Valletta Film Festival

“Quello di La Valletta è un festival di qualità con molte opportunità di crescita”

di 

- Al terzo Valletta Film Festival, Cineuropa ha incontrato Oliver Mallia, uno dei fondatori e direttore dell’evento, per discutere con lui del futuro del festival

Oliver Mallia  • Direttore del Valletta Film Festival

Il Valletta Film Festival (VFF) ha recentemente celebrato la sua terza edizione, e Cineuropa ha colto l’occasione per incontrare Oliver Mallia, cofondatore e codirettore (insieme a Slavko Vukanovic) del più importante evento cinematografico maltese.

Cineuropa: Come descriverebbe il festival?
Oliver Mallia:
 Il Valletta Film Festival è un evento informale, audace e divertente che presenta film di qualità e avvicina il pubblico a chi fa film.

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Come si è evoluto il VFF dalla sua nascita?
La Film Grain Foundation, l’organizzazione non profit che sta dietro al VFF, è stata fondata nel 2014 per promuovere la cultura del cinema e presentare un tipo di film raramente presente sulle isole maltesi. Appena 24 mesi fa, Malta era il solo paese europeo a non avere un festival del cinema nazionale. Abbiamo capito che la gente desiderava un festival quando, alla prima serata, abbiamo presentato Taxi di Jafar Panahi e si sono presentate 800 persone alla proiezione all’aperto. Questo episodio ci ha dato una grossa spinta e, da allora, continuiamo a fare del nostro meglio per mantenere lo slancio. Adesso, abbiamo appena concluso la terza edizione di un festival che in due anni ha presentato oltre 120 film indipendenti e 75 corti. Ma, ancor più importante, ha richiamato 23.000 visitatori che per un paese come Malta non è cosa da poco. Siamo ancora un festival giovane, quindi ci stiamo ancora assestando, ma abbiamo già sviluppato dei tratti interessanti che ci stanno aiutando a imporre la nostra identità.

Quali sono i vantaggi dell’essere un festival ancora giovane?
Data l’esistenza intorno a noi di molti festival già consolidati, è difficile parlare di rilevanza e di vantaggi dopo soli tre anni, ma abbiamo l’ambizione di crescere. Tuttavia, i registi che sono stati con noi nelle passate edizioni, come Roland JofféAlan Parker e Agnieszka Holland, hanno tutti parlato di La Valletta come di una città fantastica che offre un’esperienza spettacolare a ogni appassionato di festival. Poter vedere un film indipendente in una fantastica location sotto e stelle non è qualcosa che molti festival possono offrire. Vorremmo anche spingere di più le produzioni delle isole; abbiamo già la sezione “Islanders” che riunisce i film di varie isole del mondo. Ci rivolgiamo ai giovani professionisti del cinema, a studenti o a cinefili a cui offriamo la possibilità di visitare un luogo fantastico, vedere bei film e incontrare affermati cineasti, il tutto in un ambiente informale e a un prezzo molto più basso di qualsiasi altro posto.

Intende mantenere la lente sul cinema di paesi minori?
Il Valletta Film Festival non è un vento per l’industria; in ogni caso, la conferenza Cinema of Small Nations dell’anno scorso ha fatto emergere il bisogno dei paesi più piccoli di parlare della loro situazione e di cooperare per trovare soluzioni a questioni comuni. È troppo presto per dire dove approderà questo progetto nei prossimi anni; in ogni caso, siamo determinati a organizzare un altro incontro alla prossima edizione e, possibilmente, avviare altre iniziative per i cineasti di piccoli paesi. Confidiamo di avere una tabella di marcia pronta per l’inizio del prossimo anno.

È difficile stabilire una line-up così ricca ogni anno?
Il numero di film che riceviamo cresce di anno in anno e ne selezioniamo una buona parte, oltre ai corti. Il problema principale che incontriamo è dovuto al fatto che siamo spesso considerati un paese stretto tra il Regno Unito, per via del passato coloniale e della lingua, e l’Italia, per via della vicinanza geografica, il che ci fa perdere alcuni titoli perché i distributori preferiscono farli uscire nel proprio paese. È una situazione paradossale, che colpisce non solo il festival, ma la distribuzione in generale. Quest’anno, la Film Grain Foundation ha scritto all’Europa International per spiegare la situazione e ora siamo in attesa di avviare un dialogo per trovare una soluzione a questo problema.

È soddisfatto di questa edizione del VFF?
Sì, siamo piuttosto soddisfatti della riuscita di questa terza edizione, in particolare del programma che siamo riusciti ad mettere insieme. Penso che il successo di un festival si possa valutare dopo alcuni ani anni, quindi diciamo che questa edizione è servita a consolidare la nostra identità come festival di qualità con molto potenziale di crescita.

Avete alte aspettative per la prossima edizione, in cui La Valletta terrà anche il titolo di Capitale Europea della Cultura del 2018?
Grazie alla visibilità che La Valletta dovrebbe ottenere con questo titolo, speriamo che il pubblico europeo possa scoprire questa bellissima città e il nostro piccolo festival. Per quanto riguarda la programmazione, è ancora presto; tuttavia, stiamo sviluppando qualche idea, che speriamo di annunciare in autunno.

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(Tradotto dall'inglese)

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