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Emilie Bujès • Direttrice artistica, Visions du Réel

"Mantenere le specificità e un livello artistico elevato"

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- Cineuropa ha parlato con Emilie Bujès, la nuova direttrice artistica del festival Visions du Réel, delle novità da lei introdotte

Emilie Bujès • Direttrice artistica, Visions du Réel

Cineuropa ha incontrato Emilie Bujès, la nuova direttrice artistica del festival Visions du réel (13 – 21 aprile 2018), che ha sostituito Luciano Barisone, alla guida del festival per sette anni. Emilie Bujés è fortemente motivata a dare la sue impronta al festival, sempre cercando di preservare la qualità e le specificità che hanno reso celebre Visions du réel. Con lei, abbiamo parlato delle novità che ha apportato, nello specifico, a proposito delle sezioni in cui sarà diviso il festival.

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Cineuropa: Lei ha affermato che le novità introdotte quest’anno si iscrivono nel solco della continuità con le edizioni passate. Potrebbe dirci qualcosa di più su questo aspetto? Perché la scelta di seguire le orme del suo predecessore?
Emilie Bujès:
Ho lavorato per cinque anni con il direttore precedente, Luciano Barisone, e condivido, senza dubbio, alcune delle sue idee e parte del suo modo di intendere il cinema. Inoltre, questa dimensione di continuità rappresenta l’identità stessa del Visions du réel, un’identità affermatasi negli ultimi anni e che corrisponde a un momento di scoperta, nel pieno senso del termine. Penso che il modo di lavorare migliore sia quello di cercare continuamente nuovi talenti, nuove opere e nuove forme. Avevamo una sezione dedicata alle opere prime, ho deciso di modificarla per ottenere una maggiore flessibilità: i film di debutto possono ormai trovarsi in qualsiasi sezione del programma del festival e rappresentare una percentuale più consistente grazie a questo cambiamento.

Al di là di questo aspetto legato puramente al programma, il mio profilo e la mia esperienza personale avranno una grande influenza sull’identità del festival e su come esso evolverà nel corso dei prossimi anni.

Le novità introdotte quest’anno a livello di programmazione mostrano uno slancio verso il futuro: spazio ai nuovi linguaggi del documentario (Burning Lights) e ai giovani cineasti (Opening Screens). Perché avete introdotto queste nuove sezioni?
La sezione Burning Lights è legata alla volontà di rendere la programmazione ancor più piacevole e di includere film che esplorano i nuovi modi di scrivere e che sperimentano nuove tecniche, siano esse visive o direttamente collegate al rapporto finzione/documentario, che stimolano lo sguardo, la percezione, l’esperienza cinematografica ecc.

Opening Scenes rappresenta l’evoluzione della competizione Premiers Pas. Si tratta di sfruttare il contesto del festival, che copre un vasto mercato che riunisce molti professionisti, per permettere ai giovani registi di scoprire l’industria e di partecipare a una rassegna creata specialmente per loro. Detto questo, la selezione viene effettuata sulla base dei film proposti, un aspetto molto importante per me.

Comunque avete fatto un’ottima sintesi, ci sono due movimenti che percorrono chiaramente il festival e consistono nel cercare e proteggere i nuovi artisti e i nuovi linguaggi.

Quali sono le principali sfide che la aspettano come nuova direttrice artistica del festival Visions du réel?
Sarà soprattutto una sfida a livello personale. Il festival è forte, sia a livello di pubblico (che è raddoppiato nel corso delle ultime sette edizioni), sia a livello di attrattività per i professionisti. Tuttavia, i festival sono molti ed è fondamentale riuscire a mantenere le specificità e un livello artistico elevato per far sì che i professionisti continuino a partecipare.

Dal punto di vista del pubblico, spero di attirare un numero ancora maggiore di spettatori, provenienti, se possibile, da ambiti diversi, e di giovani, non soltanto per creare il pubblico del domani ma anche per difendere l’idea che il cinema del reale è un genere molto ricco e incredibilmente eccitante.

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(Tradotto da Michael Traman)

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