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Lucía Recalde • Capo unità Europa Creativa MEDIA

“Vogliamo usare il programma MEDIA per innalzare il livello di collaborazione”

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- Abbiamo incontrato a Berlino Lucía Recalde, durante le celebrazioni per il 30° anniversario degli European Film Awards, per discutere dell'attuale situazione di MEDIA e dei programmi per il futuro

Lucía Recalde • Capo unità Europa Creativa MEDIA

Abbiamo incontrato a Berlino Lucía Recalde, durante le celebrazioni per il 30° anniversario degli European Film Awards, per discutere dell'attuale situazione di MEDIA, programma di Europa Creativa e dei suoi programmi per il futuro.

Cineuropa: MEDIA è a buon punto per il 2017, cosa rimane da fare adesso?
Lucía Recalde:
In base ai risultati di un'analisi interna, sappiamo che il programma MEDIA sta raggiungendo i suoi obiettivi e può accettare le sfide che avevamo individuato: la frammentazione dell'industria, la globalizzazione, il passaggio al digitale e l'accesso ai finanziamenti. Le sfide non sono cambiate nella loro natura, ma nella loro intensità. Bisogna fare di più nella transizione al digitale, perché il modo in cui vengono consumati i contenuti in Europa sta cambiando piuttosto sensibilmente, e il nostro programma vuole aiutare l'industria europea ad adattarsi a questi nuovi modelli. Ma il digitale non è solo una sfida o un rischio, significa anche opportunità di entrare in contatto con il pubblico ed aprirsi a nuove ed innovative strategie di marketing.

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Adotterete misure specifiche nei prossimi anni, per andare incontro a questi cambiamenti?

Una delle maggiori sfide del futuro è trovare un modo per aumentare la collaborazione nell'industria. Vogliamo usare il programma MEDIA per innalzare il livello di collaborazione. Ci rendiamo conto che nessun paese e nessun segmento dell'industria può affrontare da solo queste sfide.

A proposito di frammentazione e passaggio al digitale, i nuovi ambiti come quello dei video game o della realtà virtuale rappresentano un grosso spicchio della torta. Come pensate di affrontare la cosa?

Abbiamo ampiamente discusso di realtà virtuale a Venezia, lo scorso settembre. Esistono già molti progetti riguardanti la realtà virtuale supportati da MEDIA, come l'accesso al mercato, come quello di Venezia appunto, o progetti di formazione. Quello che non abbiamo ancora è un approccio strategico, qualcosa che vorremmo quanto prima; l'obiettivo non è ancora creare un programma di attività su piccola scala, ma individuare piuttosto quelle che sono le maggiori sfide in cui MEDIA può essere d'aiuto.

Come per i video game, abbiamo un programma e meccanismi di garanzia, il cui budget è appena stato aumentato del 50%; ciò significa un aumento da 120 a 180 milioni di euro, segno che le istituzioni ritengono che questa sia un'iniziativa valida. Tuttavia non dovremmo concentrarci solo sulle sovvenzioni, ma anche su altre fonti di finanziamento che possono essere particolarmente utili.

Dal momento che si tratta di un'industria tuttora emergente, è ancora difficile creare un dialogo tra gli agenti?

Uno dei problemi principali, non solo per la realtà virtuale, è quello di dover separare i programmi di finanziamento. MEDIA si rivolge all'industria dei contenuti e Horizon 2020 a quella delle tecnologie. Non abbiamo fatto abbastanza per avvicinare queste due realtà. A volte, questo non ha a che fare con il reperimento di ulteriori fondi, ma con la creazione dei giusti canali di comunicazione tra le differenti parti dell'industria.

Lei è coinvolta anche nelle trattative per quanto accadrà dopo il 2020, una volta che il programma MEDIA sarà concluso. Cosa dobbiamo aspettarci?

La Commissione Europea pensa di adottare tutte le misure proposte dal Quadro finanziario pluriennale (Multiannual Financial Framework – MFF) entro l'estate del prossimo anno, il che significa che abbiamo sei mesi per preparare tutte le nostre proposte. È troppo presto per dire che sembianze avranno esattamente, ma quello che posso dire è che le costruiremo sulla base del dialogo che abbiamo già stabilito all'interno dell'industria.

Una cosa che sta emergendo nell'agenda europea è il contributo della formazione e della cultura al rafforzamento dell'identità europea. Ci sono molti elementi interessanti sulla comunicazione, che la commissione ha adottato a novembre. Allo scopo di promuovere la nostra diversità culturale, dobbiamo promuovere la nostra identità comune; le due cose vanno di pari passo. In passato, a volte, abbiamo pensato più a ciò che ci rende unici che a ciò che ci unisce. Penso che questa sia una dimensione molto importante di queste misure.

Il pubblico giovane è una delle priorità delle vostre iniziative culturali e di formazione...

Siamo convinti che i film giochino un ruolo estremamente importante nella diffusione di questi valori identitari. La commissaria Mariya Gabriel ha dato rilevanza a questo punto, nel suo discorso a Venezia. Non possiamo pensare al futuro del cinema solo in termini di produzione, dobbiamo pensare anche alle future generazioni di amanti del cinema. Non possiamo escludere il pubblico. Dobbiamo tener conto del fatto che il modo in cui i giovani fruiscono contenuti è differente. Non dobbiamo pensare a questo come a una minaccia, ma come una porta verso nuove opportunità di intercettare nuovi spettatori, di comunicare, di promuovere contenuti in modo diverso.

Lei lavora a stretto contatto con la European Film Academy, di cui stiamo celebrando la 30a edizione degli European Film Awards. Siamo molto orgogliosi che per la prima volta il programma MEDIA supporterà l'iniziativa dell'EFA Young Audience Award. D'altra parte, l'anno scorso, in occasione del nostro 25o anniversario, abbiamo lanciato un concorso online per promuovere la straordinaria diversità della cinematografia europea, e la risposta è stata molto positiva con oltre 9.000 partecipanti, raggiunti attraverso i social media. Il prossimo gennaio, la lanceremo di nuovo, in questo caso in partenariato con la European Film Academy, Europa Cinemas, European Film Promotion, UNIC e la rete delle scuole di cinema europee, per raggiungere ancora più persone. ABBIAMO TUTTI GLI STESSI OBIETTIVI, e se ci mettiamo insieme e uniamo le forze, possiamo fare molto di più con le limitate risorse che abbiamo.

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(Tradotto dall'inglese)

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