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Franco Zeffirelli

L'età d'oro del Rinascimento

di 

- Leonardo, Machiavelli e Michelangelo insieme ne I fiorentini: il sogno di una vita del regista ottantenne sta per diventare realtà

ROMA - Provocatorio, controcorrente, con le sue verità dette ad alta voce, con i suoi giudizi categorici, il suo gusto del paradosso, e le frasi cesellate con il bazooka. Franco Zeffirelli, regista, scenografo, costumista, allievo di Visconti, virtuoso del Kitsch, amico di Liz Taylor, è forse il regista italiano più conosciuto negli Stati Uniti e nel mondo. Ha portato al cinema il profumo dell'opera lirica, ha inseguito sempre la sacralità del Bello, magari inciampando nei luccichini. E ancora oggi, a ottant'anni, Franco Zeffirelli - un cognome inventato su due piedi all'anagrafe, in quanto Franco era figlio naturale, illegittimo - insegue la meraviglia, la bellezza, il cinema. E sta per raccontare quel momento in cui, nelle strade di Firenze, si trovarono a pochi passi di distanza le più grandi personalità del Rinascimento. Il film, I fiorentini, è in stato di avanzata preparazione. Lo stesso Zeffirelli sta scegliendo le locations, per girare questo inverno e nella prossima primavera. Tutto sarà pronto nell'autunno 2004.

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"Da molti anni ho in mente questo film", dice il regista. "Mi ha sempre affascinato, incuriosito, sedotto quel momento, quella manciata di anni nei quali, a Firenze, da una parte c'era Michelangelo che scolpiva il David, dall'altra Leonardo che dipingeva la Gioconda. Non è una semplificazione storica, ad uso del cinema: fra il 1501 e il 1504 Michelangelo scolpì il David, destinato ad essere posto davanti a Palazzo della Signoria, e a diventare il simbolo della repubblica fiorentina. E nel 1503 Leonardo tornò a Firenze, e iniziò la Gioconda per Giuliano de' Medici. Così, mi piace pensare che Leonardo dipingesse mentre sentiva i colpi di scalpello di Michelangelo, che aveva lo studio a pochi metri di distanza".

"Non c'erano soltanto loro", continua Zeffirelli, "in quel momento magico per Firenze, per il mondo, per la bellezza, per l'arte. C'era un giovane cancelliere della Repubblica che si chiamava Niccolò Machiavelli, e che incontrò Leonardo da Vinci". Leonardo da Vinci che era anche ingegnere, costruttore di favolose macchine per il volo, genio della meccanica oltre che della pittura. E dall'incontro con Machiavelli, pare che nascesse un progetto ambizioso e folle: il tentativo di deviare il corso del fiume Arno, con un enorme canale che avrebbe portato le acque del fiume in mare senza passare da Pisa: la repubblica rivale sarebbe rimasta assetata e facile preda di Firenze. Il progetto di deviazione delle acque iniziò il 29 agosto 1503. Fu un grandioso, straordinario fallimento. Nel film, ci sarà traccia anche del lavoro di Leonardo con le macchine: "Useremo per la prima volta gli effetti speciali", dice Zeffirelli. "Sarà un film ad alto budget, che cercherà di ricreare la complessità e la grandiosità di un'epoca".

E per trovare i luoghi giusti, Zeffirelli passerà tutto agosto in giro per la Toscana. "Firenze è stata fin troppo sfruttata, e non c'è quasi più niente di autenticamente rinascimentale: le strade sono state tutte modificate, stravolte. E' più facile trovare 'quella' Firenze in altre cittadine toscane, in cui il tempo ha fatto meno danni". Come San Gimignano, nella quale ha girato due film, Fratello Sole sorella Luna e Un tè con Mussolini?. "No: proprio per questo, non girerò a San Gimignano. L'abbiamo già esaurita. Penso piuttosto a cittadine come Volterra, che mantengono intatto il loro fascino e che sono state molto meno toccate dal cinema". Solo in un caso Volterra è stata sotto le luci di un grande set: è a Volterra che il suo maestro Luchino Visconti girò Vaghe stelle dell'Orsa.

Fra i personaggi del film, anche il ragazzo che ispirò il David, così come Girolamo Savonarola, il frate domenicano che fu condannato per eresia e impostura, impiccato a una croce e bruciato il 23 maggio 1498, con le ceneri sparse in Arno. E ci sarà anche Lorenzo il Magnifico, che morì nel 1492, cioè alcuni anni prima di quel momento magico, ma che di quel fiorire di arte, cultura e bellezza fu all'origine. Dice il regista: "E' il progetto più ambizioso al quale ho mai messo mano: saranno circa cinque ore di film televisivo, probabilmente diviso in tre puntate di un'ora e mezza ciascuna. Perché la televisione? Perché io adoro il cinema, ma ancor più amo il pubblico. E per raggiungere un grande pubblico, oggi, devi usare il mezzo più potente, quello che arriva negli occhi, e nel cuore di tutti".

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