email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Felice Laudadio • Direttore artistico, Bif&st

“Cerchiamo originalità di pensiero, di messa in scena, di interpretazioni attoriali”

di 

- Abbiamo avuto l'opportunità di conversare con Felice Laudadio, direttore artistico del Bif&st di Bari sin dalla primissima edizione

Felice Laudadio • Direttore artistico, Bif&st

Felice Laudadio è il direttore artistico del Bif&st, uno dei maggiori eventi cinematografici del Sud Italia, il quale si terrà quest'anno dal 21 al 28 aprile. Abbiamo posto alcune domande sull'edizione 2018 e sugli obiettivi del festival nel breve e lungo termine.

Cineuropa: Il Bif&st celebra la sua nona edizione. Quali sono le principali novità per gli spettatori e gli addetti ai lavori?
Felice Laudadio: In pochissime ore sono andati esauriti abbonamenti e biglietti per le proiezioni delle Anteprime internazionali al Teatro Petruzzelli fra le quali Roman J. Israel Esq. di Dan Gilroy, The Reports on Sarah and Saleem [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
di Muayad Alayan, Prima che la notte di Daniele Vicari e l’attesissima versione restaurata di Ultimo tango a Parigi, che verrà presentata in chiusura del festival da Bernardo Bertolucci. Avremo poi un meraviglioso concerto jazz dedicato ad Armando Trovajoli, con i migliori jazzisti italiani accompagnati da Peppe Servillo.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Altre importanti novità di quest’anno sono le Lezioni di cinema tenute da Pierfrancesco Favino, Micaela Ramazzotti, Antonio Albanese, Mario Martone, Margarethe von Trotta, Vittorio Storaro e Bernardo Bertolucci, con una chicca in più: un incontro con Pippo Baudo che racconterà il suo enorme lavoro a sostegno del cinema condotto nelle sue trasmissioni.

Di grandissimo rilievo i 12 film in concorso per il Panorama Internazionale provenienti da mezzo mondo, tutti di altissima qualità, che saranno valutati dalla giuria presieduta da Gianrico Carofiglio.

Il Festival anche quest'anno conferma la sua duplice vocazione di evento culturale della comunità e di palcoscenico per diverse anteprime mondiali. In che modo la collaborazione con la presidentessa Margarethe von Trotta ha apportato benefici alla caratura internazionale della rassegna?
L’attività e la notorietà internazionale di Margarethe sono state determinanti in molte cose, e in particolare per il suo impegno nel presentare i sette documentari dedicati alla scienza realizzati dal suo amico e sodale Werner Herzog

La sezione ItaliaFilmFest, dedicata alle opere prime e seconde, ha fatto conoscere al grande pubblico i registi italiani emergenti. Come svolge il festival l'arduo compito di selezionare una rosa - per ovvi motivi, limitata - di giovani autori? Che cosa cerca il Bif&st nelle loro opere?
Cerchiamo originalità: originalità di pensiero in termini di soggetto e sceneggiatura, di messa in scena, di interpretazioni attoriali. Quest’anno le opere prime e seconde sono molto buone, talora eccellenti. La selezione è stata complicata dal dispiacere di non poter ospitare più delle 12 opere invitate che saranno valutate dalla giuria del pubblico presieduta da Giancarlo De Cataldo

Quest'anno il festival dedica particolare attenzione alle figure di Marco Ferreri e Franco Cristaldi. In che modo oggi la memoria dei grandi maestri del cinema italiano può avere una ricaduta positiva sulla comunità e sull'industria?
La ricaduta principale è sul pubblico giovane, che scopre letteralmente grandi talenti del cinema attraverso le retrospettive. Il pubblico che frequenta le nostre rassegne è soprattutto giovane: l’industria si potrà avvalere dei talenti che si formeranno, provocati dalla visione di questi film. La von Trotta è diventata la grande regista che è dopo aver visionato a 17 anni tutti i film di Bergman alla Cinémathèque di Parigi. Quella retrospettiva le ha cambiato la vita. Oggi ha realizzato un meraviglioso documentario dedicato proprio al suo “maestro” Ingmar Bergman.

Quali sono i piani di sviluppo per il festival sul lungo termine? Come si prospetta il futuro del Bif&st?
Dopo dieci anni di vita, il Bif&st ha bisogno di rifondarsi. L’esperienza finora svolta è stata utilissima anche per formare un nuovo pubblico, oggi molto più maturo di quando cominciammo, nel 2009. Con l’edizione 2019 ci saranno profondi cambiamenti nella formula del  Bif&st che saranno annunciati nella conferenza stampa finale del 28 aprile. Certamente non deluderemo i 75.000 spettatori che ogni anno danno letteralmente l’assalto al festival.

Negli ultimi anni la salute del nostro cinema è stata spesso discussa e giudicata in maniera altalenante. Qual è il suo punto di vista sullo stato attuale del cinema italiano? Stiamo percorrendo la strada giusta?
È ancora presto per capire quale impatto sull’industria audiovisiva avrà la nuova legge di sistema del cinema da poco finalmente approvata. Non sono ottimista sulle prospettive delle sale cinematografiche: ogni giorno se ne chiude qualcuna, dopo il boom di un decennio e più fa. Credo che una delle cause della crisi sta nell’incomprensione da parte degli esercenti del potenziale che può esprimersi con una programmazione estiva intelligente e continuativa, che necessita di prodotti di qualità e capacità di attrazione, compito che tocca ai distributori. Pochi dei quali, al momento, hanno compreso davvero la necessità di mettersi al passo con l’industria francese e finanche spagnola, dove le sale non chiudono mai in estate. Per non parlare degli Stati Uniti.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy