email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

TRANSILVANIA 2018

Gustav Möller • Regista di The Guilty

“Sono un forte sostenitore dei limiti per stimolare la creatività”

di 

- Cineuropa ha parlato con il regista esordiente Gustav Möller del suo thriller ambientato in un’unica location, The Guilty, e di ciò che lo rende così avvincente per il pubblico

Gustav Möller  • Regista di The Guilty

Il thriller minimalista del regista danese Gustav Möller, The Guilty [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Gustav Möller
scheda film
]
, è stato presentato in prima mondiale lo scorso gennaio nella competizione World Cinema Dramatic del Sundance Film Festival, dove ha vinto il Premio del pubblico. Pochi giorni fa, si è aggiudicato lo stesso riconoscimento al 17° Transilvania International Film Festival (25 maggio - 3 giugno, Cluj-Napoca), dove era selezionato nella competizione principale. Cineuropa ha parlato con il regista esordiente del suo thriller ambientato in un’unica location e di ciò che lo rende così avvincente per il pubblico. 

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Cineuropa: L’idea di scrivere e dirigere The Guilty l’ha avuta dopo aver visto un video su YouTube. Può spiegarci come questa clip sia diventata il punto di partenza del suo thriller?
Gustav Möller:
La clip era una registrazione audio di una vera chiamata al 911. Una donna rapita stava parlando con un operatore in codice. Inizialmente ero solo preso dalla suspense, ma in seguito ho iniziato a riflettere sul fatto che mi sembrava di aver visto le immagini di ciò che veniva descritto. Il fatto che ogni persona in ascolto della stessa clip avrebbe potuto vedervi immagini diverse è stato per me estremamente affascinante e ha portato all'idea di trasformare quella premessa in un film – un film che si sarebbe presentato in modo unico per ogni singolo spettatore.

The Guilty è stato proiettato di recente al Transilvania IFF, un festival in un ex paese comunista, dove aggirare la censura durante il regime ha dato origine a una grande creatività nel cinema. Pensa che il denaro sia la censura dei nostri giorni?
Sono un forte sostenitore dei limiti per stimolare la creatività. È una tradizione che ho ampiamente ereditato dai miei anni alla Danish Film School. Penso che sia qualcosa con cui devi lavorare, indipendentemente dal budget del film. I limiti ti rendono più creativo, o almeno mi rendono più creativo. Detto questo, l'intera premessa di The Guilty richiede limiti. Il film semplicemente non funzionerebbe se si decidesse di staccarsi dal protagonista. Toglierebbe la tensione e rivelerebbe informazioni che né il protagonista né il pubblico devono conoscere. E ancora, la visione era che il pubblico avrebbe creato le proprie immagini del mondo esterno.

Uno dei temi più interessanti del film è quello dell'empatia, soprattutto perché oggigiorno siamo sempre pronti a giudicare gli altri. L'empatia era parte della storia fin dall'inizio? Come pensa che questo aspetto funzioni con il pubblico?
L'empatia è sicuramente un tema forte nel film. È venuto dalla nostra ricerca, parlando con i centralinisti e gli agenti di polizia. Penso che il film affronti la questione di mantenere l'empatia quando il tuo lavoro ti richiede di essere professionale e distanziato, mentre affronti gli orrori e le tenebre della nostra società. Volevamo dare al pubblico la stessa visione del mondo del nostro protagonista Asger e, in questo modo, far sì che arrivasse alle sue stesse conclusioni.

Pensa che i festival oggi considerino il thriller un genere minore, orientato verso il pubblico? E’ d'accordo? Pensa che The Guilty sia stato snobbato da altri festival cinematografici dopo la prima mondiale al Sundance?
Non posso rispondere a questa domanda per tutti i film, ma The Guilty ha avuto un grande carriera nei festival che continua tuttora. Dopo Sundance e Rotterdam, il film è stato proiettato ovunque, dai festival di genere agli incontri della critica e al MoMA di New York, con grandi reazioni da parte di tutti i tipi di pubblico. E questo è in definitiva ciò che mi interessa di più: raggiungere il pubblico.

Quali sono i suoi progetti futuri? Sta lavorando a un nuovo film?
Sto lavorando a un lungometraggio che, come The Guilty, tratta di un argomento complesso sotto le spoglie di un film di genere – ma con più di una location!

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy