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COTTBUS 2018

Darya Zhuk • Regista di Crystal Swan

"In Bielorussia, l'idea di cambiare paese per perseguire una vita migliore è ancora molto diffusa"

di 

- Abbiamo incontrato il regista bielorusso Darya Zhuk al Film Festival Cottbus, dove il suo film d'esordio, Crystal Swan, è stato selezionato per la competizione internazionale

Darya Zhuk  • Regista di Crystal Swan

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è il primo lungometraggio della regista bielorussa Darya Zhuk, presentato all'edizione di quest'anno del Film Festival Cottbus. Attraverso la sua eroina, la regista racconta una parte della storia della sua vita, che include il lasciare il proprio paese per studiare all'estero. Anche se il film è ambientato alla fine degli anni '90, il desiderio di indipendenza, la voglia di perseguire i propri sogni e la lotta contro le rigide norme sociali che descrive in Crystal Swan sono senza tempo e dovrebbero consentire alla maggior parte degli spettatori di identificarsi con ciò che vedono sullo schermo.

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Cineuropa: La sua protagonista vuole lasciare Minsk per formarsi all'estero. Lei ha lasciato il suo paese per la stessa ragione. In che misura il film è autobiografico?
Darya Zhuk: Mi sono identificata con il sogno della mia protagonista di diventare una donna di successo, non sposandomi con un uomo potente, bensì avendo successo in un percorso di carriera che ho scelto io stessa. Pensavo di avere maggiori possibilità di successo se fossi andata a studiare all'estero. A differenza della mia protagonista, che coglie grandi possibilità e sogna di essere una famosa DJ, io avevo un piano più pragmatico, e per un po’ ho studiato economia. Velya è più intrepida e più naif di me a quell'età. Ma in un certo senso, si potrebbe dire che lei è il mio alter ego perché quando avevo la sua età, ero anche ossessionata dalla musica elettronica e per un po’ mi sono sostenuta suonando nei club. Il fidanzato tossicodipendente si basa su diverse persone reali che ho frequentato a quei tempi. La stessa storia del contrattempo sul visto si basa su fatti reali accaduti a un mio amico.

Qual è l'opinione generale in Bielorussia oggi sui giovani con vogliono lasciare il paese per lavorare o formarsi all'estero? È più facile andarsene oggi rispetto agli anni '90?
L'idea di cambiare paese per perseguire una vita migliore è molto diffusa anche oggi, quindi il film entra in risonanza con i giovani. Penso che sia più facile andarsene ora di quanto non lo fosse negli anni '90, dal momento che siamo meglio informati e interconnessi via internet. Oggi è più facile per i bielorussi ottenere visti europei e viaggiare attraverso la Lituania. È più facile viaggiare e più facile tornare indietro. C'è meno la sensazione che sia ora o mai più; è più fluido.

Una scena molto impressionante è quella in cui Evelina scappa da casa di sua madre ascoltando musica, e dietro di lei c'è un muro di graffiti. Ricorda la scena d'apertura di Jackie Brown di Tarantino. Da dove ha tratto ispirazione per il design visivo del film?
La scena della corsa è nata da una vecchia ossessione per Denis Lavant che correva su "Modern Love" di David Bowie in Mauvais Sang di Leos Carax. C’è un riferimento anche a Frances Ha di Noah Baumbach. Entrambe le scene riguardano molto la gioia, però, e ho pensato di poterla fare anche sul dolore. 

Un parallelo con un altro film viene in mente nella scena di chiusura sull’autobus. Mi ricorda il finale di Il laureato con Dustin Hoffman. Quali film considera importanti per la sua formazione artistica?
Guardo tanti film e le mie preferenze si evolvono nel tempo. Per questo film, ho guardato ai primi titoli di Kira Muratova e Jim Jarmusch. Ho rivisto Il conformista di Bertolucci e Ida [+leggi anche:
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di Pawlikowski con il mio direttore della fotografia. Adoro il primo film di Susan Seidelman, Smithereens

Lei tratta le differenze tra la gente di città e la gente di campagna. Il ragazzo vuole prendere le distanze dallo stereotipo arcaico che secondo lui i cittadini hanno della gente di campagna. In che modo queste differenze influenzano la società bielorussa al giorno d'oggi? E perché ha deciso di rompere con quell'immagine lasciando che il ragazzo faccia quello che fa?
Crystal Town rappresenta quel vecchio stile di vita patriarcale che è ossessionato dal trauma storico del passato sovietico. Stepan è sempre dubbioso delle idee della protagonista, anche se la fa sentire come se fosse convincente. È una situazione tipica in cui l'atteggiamento individualista non è benvenuto in una società che è abituata a conformarsi collettivamente allo status quo. Stepan stesso è vittima di molestie, quindi per lui sottovalutare la protagonista non è una scelta, ma piuttosto una necessità. Questa è una società in cui l’individuo non può vincere.

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(Tradotto dall'inglese)

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