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SOLETTA 2019

Seraina Rohrer • Direttrice, Giornate di Soletta

"Oggi uno dei miei obiettivi principali è mostrare la diversità del cinema svizzero"

di 

- Cineuropa ha incontrato la direttrice delle Giornate di Soletta, Seraina Rohrer, per parlare della nuova edizione del festival (24-31 gennaio) e dei suoi valori fondamentali

Seraina Rohrer • Direttrice, Giornate di Soletta
(© Giornate di Soletta)

Cineuropa ha incontrato Seraina Rohrer, la carismatica direttrice delle Giornate di Soletta, per parlare della nuova edizione del festival (24-31 gennaio) ma anche dei valori fondamentali di una manifestazione aperta al futuro. 

Cineuropa: La 54a edizione delle Giornate di Soletta sarà segnata da film che parlano di temi profondi e complessi: la libertà, la ricerca di ideali, la spiritualità. Come spiega tutto ciò?
Seraina Rohrer:
Naturalmente, non abbiamo scelto espressamente film che trattano questi argomenti. Detto questo, durante la visione dei film, questi temi tornavano spesso. Ho l'impressione che i registi di oggi abbiano il coraggio di affrontare importanti questioni sociali ed esistenziali. Il cinema è diventato in un certo senso un luogo di riflessione, uno specchio della nostra società. Molti protagonisti dei documentari, ma anche dei film di finzione, si interrogano sul modo in cui vorrebbero vivere, sugli ideali che vorrebbero seguire. Il cinema è diventato un mezzo importante per riflettere sul nostro tempo, sull’attualità della nostra società. 

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Perché ha deciso di tenere un dibattito sul processo di selezione dei film? Da dove viene il disagio di alcuni registi "affermati" in relazione a questa stessa selezione?
Le Giornate di Soletta hanno una lunga storia. In passato, ci sono stati diversi casi di cineasti "affermati" che hanno preso male il rifiuto di uno dei loro film a Soletta. Nonostante ciò, abbiamo sempre favorito la qualità dei film piuttosto che la continuità degli autori. Se si insistesse solo sulla continuità degli autori non ci sarebbe spazio per i giovani registi, e neanche per le donne. Ci sono molte meno registe donne che possono vantare una "continuità" nelle loro carriere. Personalmente difendo davvero questa politica. Difendo anche la politica di selezione in quanto tale, perché oggi è un desiderio del pubblico ma anche del settore. Ne abbiamo parlato molto internamente. Quest'anno c'era un cineasta che non era affatto d'accordo con la nostra scelta di selezione. Il suo ultimo film non è stato selezionato e lui e altri trenta registi hanno lanciato una petizione affinché il suo film fosse comunque ammesso nel programma. Le Giornate di Soletta hanno detto di no. Non cambieremo le nostre idee solo perché hanno deciso di fare pressione su di noi. Detto questo, apriremo ancora la discussione a livello pubblico. Affronteremo quindi i tre punti sollevati nella petizione: dovremmo selezionare più film? Dovrebbe esserci meno competizione tra i registi/e? Meno concorrenza? Ci vuole una "selezione automatica" per i registi affermati?

Soletta è sempre stato un luogo di dibattito e sono personalmente aperta alla discussione, ma la mia posizione non cambia. Oggi uno dei miei obiettivi principali è mostrare la diversità del cinema svizzero. Fortunatamente con il tempo le cose sono cambiate. Alle prime edizioni delle Giornate di Soletta le donne venivano mandate al "Weissenstein" per un programma di "donne" (Damenprogramm) mentre gli uomini discutevano di cinema tra loro. Le donne avevano un programma "parallelo", come per gli eventi politici. Oggi fare una selezione è il segnale di un cinema svizzero forte, di un'industria che ha molte cose interessanti da offrire. Non bisogna avere gli stessi ideali degli inizi delle Giornate di Soletta. 

Dal suo arrivo alla guida delle Giornate di Soletta, la programmazione si è aperta maggiormente ai giovani registi. Perché pensa che il cinema svizzero abbia bisogno di questo ricambio?
Per quanto riguarda le scuole di cinema, il nostro ruolo nei confronti dei giovani registi è quello di consentire loro di creare una sorta di networking con il ramo stabilito. Questo è l'obiettivo del Lab e della sezione Upcoming. Lo trovo fondamentale e sostengo con forza gli scambi intergenerazionali. Poi ci sono le opere prime selezionate. In questo caso, è la qualità dei film a prevalere. Quest'anno abbiamo scoperto alcuni primi film molto forti, vere e proprie sorprese che ci hanno convinto. Penso che stia a noi, come festival, mostrare questi film di giovani registi di talento. Allo stesso tempo, vorrei sottolineare che Soletta non è un festival dedicato solo ai giovani registi. Ci sono anche molti film di registi affermati. Vogliamo creare un dialogo generazionale, uno scambio tra cineasti.

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(Tradotto dal francese)

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