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VENEZIA 2019 Orizzonti

Rodrigo Sorogoyen • Regista di Madre

"Non appena vedi una donna sulla quarantina e un ragazzo, c'è qualcosa che non funziona"

di 

- VENEZIA 2019: Cineuropa ha parlato con il regista spagnolo Rodrigo Sorogoyen del suo film Madre, proiettato nella sezione Orizzonti

Rodrigo Sorogoyen  • Regista di Madre

Rodrigo Sorogoyen studia sceneggiatura alla Scuola di Cinematografia e dell’Audiovisivo di Madrid. All’età di 25 anni co-dirige 8 citas. Nel 2011 fonda la Caballo Films insieme a tre soci, oltre a scrivere e dirigere Stockholm [+leggi anche:
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. Que Dios nos perdone [+leggi anche:
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, il terzo film di Sorogoyen, viene candidato a sette premi Goya, mentre il corto Madre viene candidato all’Oscar. Ora estende quel corto al lungometraggio Madre [+leggi anche:
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, proiettato nella sezione Orizzonti alla Biennale del Cinema di Venezia.

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Cineuropa: All’inizio del film mostra per intero Madre, il suo corto candidato all’Oscar. Poi fa un salto in avanti di dieci anni. Perché?
Rodrigo Sorogoyen: Il corto è iniziato come un esercizio filmico per poi rivelarsi un grande successo. Abbiamo voluto continuare la storia di questa madre che ha vissuto una tragedia così profonda.

Quando si giunge a dieci anni più tardi, la telecamera si muove come un’onda; era questa l’idea?
Certo. L’utilizzo della telecamera era decisivo e non volevo che lo stile del film fosse aggressivo. Ogni singolo momento doveva essere delicato, visto che la storia era già abbastanza aggressiva.

Il film ha fatto pensare a Harold e Maude. È stato fonte d’ispirazione?
Comprendo il paragone. Abbiamo pensato a dei film e, quando pensi a una relazione del genere, di una donna con un bambino, viene in mente quel film. Forse Harold e Maude ci piace solo perché siamo cinefili. Non è stato fonte d’ispirazione per questo film specifico. Sebbene ce l’avessimo a mente.

Direbbe che si tratta della classica storia di formazione per un adolescente se osservata dalla prospettiva del ragazzo?
L’archetipo del giovane ragazzo che diventa uomo è molto interessante. Si può giocare con l’attore. Inizialmente abbiamo scritto il copione in due parti: una dal punto di vista del ragazzo, e l’altra dalla prospettiva della madre. Nelle fase di revisione abbiamo tolto tutte le scene del ragazzo con la sua famiglia perché il personaggio aveva bisogno solo di alcune scene per essere dipinto chiaramente, mentre il personaggio della madre era molto più complicato.

Non si sa cosa accada al bambino di sei anni. Supponiamo qualcosa di violento, ma di questi tempi è più violento e sgradevole mostrare una relazione tabù?
Decisamente. Ha ragione, risulta davvero molto più violento. Due persone si amano, quindi cosa c’è che non va? Alla società occidentale non piacciono queste cose; non appena vediamo una donna sulla quarantina con un ragazzo, c’è qualcosa che non va. Abbiamo voluto dimostrarlo e far riflettere le persone.

La donna in una casa isolata, la foresta, la spiaggia… Qual era l’idea dietro l’utilizzo di queste location?
Beh, ambientazioni e location vengono dal corto. Magari se fossimo andati a Biarritz e non ci fosse piaciuto, avremmo cambiato location. Ma erano ambientazioni fantastiche e affascinanti, e allo stesso tempo potevano essere terre desolate. Potevano essere due cose contemporaneamente, quindi ho pensato che per il film fosse la location perfetta. C’è un tale potere in quella spiaggia e quell’oceano, e il tutto si fonda a creare questa bellezza.

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(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

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