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Dirk Szuszie

Resist, dal Living al G8

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- E' il documentario premiato a Europa Cinema 2003: le immagini della compagnia di Beck e Malina si mescolano con Genova e l'11 settembre

La ventesima edizione del festival Europa Cinema ha proposto un'ampia ed interessante selezione di documentari. Il concorso, che prevedeva la proiezione di undici film è stato vinto da Resist (Belgio, 2003) di Dirk Szuszies e Karin Kaper, opera dedicata alla celebre compagnia del Living Theatre e ai due fondatori Julian Beck (morto nel 1985) e Judith Malina. Alle immagini di repertorio si uniscono le riprese delle attività odierne del Living Theatre, dalle performance durante le manifestazioni a Genova nel luglio 2001 contro il G8, alle recite nel Ground Zero di New York, fino agli spettacoli organizzati in un campo di detenzione nel Libano del sud.

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"Per realizzare questo documentario - ci racconta Dirk Szuszie - abbiamo lavorato tre anni tra mille difficoltà. Dopo il successo ottenuto con il film Die Letzte Mahadevi, ARTE ci ha chiesto cosa volessimo fare in seguito. Immediatamente ho pensato a un documentario sul Living Theatre, visto che ha rappresentato una parte importante della mia vita artistica. Ho sviluppato una sceneggiatura e tutto sembrava andare per il verso giusto, quando a un certo punto i produttori tedeschi e francesi hanno raffreddato il loro entusiasmo. Non volevano avere a che fare con temi politici di matrice anarchica e libertaria. Fortunatamente si è fatto avanti un produttore belga, Eric Van Beuren della Aligator Film, che ha creduto nel progetto senza esitazioni. E' difficile fare documentari e soprattutto bisogna vincere quella tendenza che privilegia le produzioni di fiction. Sono contento che la giuria popolare composta da giovani qui a Viareggio abbia scelto il mio film preferendolo ad altre bellissime opere".

Nel vostro documentario i contenuti politici emergono più di quelli estetici ed esegetici.
"Inizialmente volevamo fare un omaggio a Judith Malina. Poi l'attualità ci ha portato a sviluppare altri temi. Sono accadute parecchie cose nel frattempo: i fatti di Genova e la morte di Carlo Giuliani, l'11 settembre a New York, le guerre. Va anche detto che quando segui il Living Theatre non puoi rispettare il programma iniziale. Da questo punto di vista, mi sembra privo di senso che a un regista di documentari si chieda una sceneggiatura come se si trattasse di una fiction. In questo modo si legano le mani ad un autore e lo si priva della libertà d'espressione".

Avevate una troupe molto agile per fare tutti quegli spostamenti?
"Eravamo in quattro e abbiamo usato una macchina digitale beta 16:9. A questo proposito, la telecamera che avevamo ci ha creato dei problemi con i Black Block. Ci avevano scambiato per una troupe televisiva e molte volte abbiamo rischiato di essere aggrediti".

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