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ZURIGO 2020

Bettina Oberli • Regista di My Wonderful Wanda

"L'umorismo può nascere dalla disperazione"

di 

- Abbiamo parlato con la regista svizzera Bettina Oberli, che ha aperto la 16ma edizione del Festival di Zurigo con My Wonderful Wanda

Bettina Oberli  • Regista di My Wonderful Wanda
(© Andreas Rentz/Getty Images/Zurich Film Festival)

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di Bettina Oberli vede un’infermiera Polacca (Agnieszka Grochowska) che aiuta, ancora una volta, una ricca famiglia svizzera – in particolare il suo patriarca settantenne paralizzato, Josef (André Jung). Ma i servizi di Wanda vanno oltre a ciò che è stabilito nel loro accordo formale, e molto presto, complicazioni, e mucche, faranno una comparsa poco desiderata. Abbiamo parlato con la regista svizzera sul suo film, che ha aperto la 16ma edizione del Festival di Zurigo.

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Cineuropa: Ci sono parecchi aspettati di questa storia che potrebbero essere descritti come brutti. Ma alla fine sono divertenti.
Bettina Oberli:
Ciò che volevo evitare era di mostrare Wanda come vittima. È una donna forte, ed è ciò che ho detto ad Agnieszka: “Non sei una vittima, a prescindere da ciò che fai”. Mi interessava anche raccontare una storia che riguardasse la Svizzera. Penso che le persone ridano perché rivedono se stessi in tutto ciò. L’umorismo può venir fuori dalla disperazione. Prendo questi personaggi seriamente, non ho mai voluto prendermi gioco di loro. Si tratta delle situazioni in cui si cacciano.

È un film corale, quindi era molto importante trovare un equilibrio. Questi sono tutti attori di teatro professionisti, non fanno solo film, quindi non “combattono solamente per il loro primo piano”. Si divertono nel lavorare insieme, dando tutte queste piccolezze ai loro partner su cui lavorare.

Quando vedo per l’ennesima volta una donna delle pulizie o una badante polacca in un film, mi spavento – è diventato un vero e proprio cliché. Si riferiscono spesso a Wanda come “la polacca” o parlano dei “modi polacchi”. Non eri preoccupata che potesse essere considerato offensivo?
Volevo trattare questi personaggi, tutti quanti, con tanta umanità. Quando vediamo persone in difficoltà, combattere contro una delusione, è facile provare qualcosa per loro. Ma funziona solamente quando viene permesso agli attori di portare della complessità e vari strati nella loro interpretazione. Non ho dovuto convincere Agnieszka per fare questo film, e questa è la cosa più importante – piacersi l’uno con l’altro, perché si sta per iniziare un viaggio di alti e bassi. Ho fatto una scelta sbagliata in passato, e ho avuto momenti difficili.

Trovo il fatto che hai Cezary Pazura, che è stato il “Jim Carrey polacco”, in un ruolo di supporto, esilarante.
Non sapevo quanto famoso fosse. Agnieszka ha riso tantissimo quando gli ho detto che avrebbe recitato suo padre. L’ho trovato divertente ma mi è anche piaciuto tanto la sua fisionomia. Forse se fossi stata a conoscenza dei suoi film, non l'avrei immaginato per questo ruolo. Per me era una pagina bianca. E lui è molto bravo, mio Dio – è proprio un bravo ragazzo. “E le guardie del corpo? Le persone bloccheranno tutta la strada”. E sì, la gente impazziva quando lo vedevano.

Queste persone fanno un sacco di cose che si possono considerare sbagliate, ma comunque rimangono insieme. È perché è ciò che si fa in famiglia?
Ogni relazione è un processo, sempre. Non è scolpito nella pietra. Volevo andare a fondo in questo scenario tipico familiare. André è un attore così bravo che piace comunque alle persone anche se nel film recita una persona orribile. Aggiunge tanto fascino a questo ruolo. Era una cosa importante perché volevo mostrare che Wanda e Josef, sono amici. Lui è felice quando è vicino a lei, e non è sempre sessuale.

È per questo che mostri cosa succede in un modo così concreto? Quando lui lo chiama una “transazione commerciale”, è solo quello che è.
Ho sempre detto che questi momenti sessuali sono come quando lei lo lava, lo aiuta a mangiare o lo porta a passeggiare. Lo fa in un modo pragmatico, senza emozioni. Vedi lei fare altre cose con il corpo di Josef. E dovevamo filmarlo già dal secondo giorno! Ho parlato con tante donne polacche fanno questo lavoro qua in Svizzera. Quando abbiamo iniziato a scrivere, avevo così tante storie in testa. Prendiamo la mucca – questa è una storia vera.

Stai scherzando.
Non esattamente, ma una di loro mi ha detto che con il primo stipendio qua in Svizzera, ha comprato una mucca per i suoi genitori. Alcune di loro hanno avuto i datori di lavoro che hanno chiesto il divorzio per sposare loro, o gli hanno lasciato tutto il patrimonio. Anche se si dice che è una situazione vantaggiosa per tutti, non è vero. Tutte queste donne mi hanno detto: “Non ho una vita per me. Ho dei figli, ma non li vedo mai, ho dei genitori ma non posso prendermene cura.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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