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VISIONS DU RÉEL 2021 Concorso nazionale

Marion Neumann • Regista di The Mushroom Speaks

"Il fungo è un organismo situato tra la vita e la morte, e ne sono rimasta affascinata"

di 

- Nel documentario della cineasta svizzera di origine tedesca, è tempo di conoscere meglio i funghi

Marion Neumann • Regista di The Mushroom Speaks

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, il nuovo film di Marion Neumann, in anteprima mondiale al Festival Visions du Réel nel Concorso nazionale, e al CPH:DOX, è interamente sul regno dei funghi e sulle persone che decidono di scoprire i suoi segreti, compresi quelli di natura più psichedelica.

Cineuropa: Qualcuno ha affermato che nel film lei non è alla ricerca dei funghi – sono loro che la trovano. Quindi, come fanno a trovarla?
Marion Neumann: Sono cresciuta vicino alla foresta, proprio con questa sensazione di essere “trovata” dai funghi. Poi, ho incontrato persone grazie a questo film che mi hanno ispirato a fare l’attuale ricerca che sto portando avanti: in particolare Peter McCoy, co-fondatore della Radical Mycology [un’organizzazione di patrocinio micologico di base], e Geoffroy Renaud-Grignon [fondatore della Champignons Maison]. Tutto questo è grazie al loro entusiasmo. Non ha riguardato tanto i funghi veri e propri, quanto questo intero modo di essere, essere “funghi”, come si dice. Le persone vicine a questo argomento sono molto appassionate – devi esserlo, poiché è tutto molto complesso.

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Nel film mostra i funghi in un modo tale che sembrano quasi qualcosa di alieno, degli esseri misteriosi, il cui potere è a noi quasi incomprensibile, dato che apparentemente solo l’1% di loro hanno dei nomi.
Visivamente, è tutto molto allettante. I funghi si trasformano velocemente in qualcos’altro, e questo, ovviamente, è interessante per me in qualità di artista. Ho cercato di avere un approccio vario e organico – il film va ovunque e non sai mai dove ti trovi.

Ho esperienze pregresse nella cinematografia, ma in realtà è stato il suono quello che ho trovato più concettualmente complesso da tradurre. Siamo così abituati alle immagini: il fungo è presente nell’arte, disegni, tessuti, cibo o medicinali. Quindi, con Olga Koksharova, la sound artist con la quale ho lavorato, volevamo creare anche un’esperienza uditiva. Mi attraeva molto questa idea di essere veramente presente, al momento stesso. Può darsi che sia questo l’aspetto psichedelico che volevo esprimere? Credo che il suono ti permetta di vivere ancora meglio il presente, proprio perché non sei sempre sicuro di cosa sia ciò che stai ascoltando.

Ha deciso di aggiungere i sottotitoli, ma non c’è alcuna voce che li accompagni o nessuno che stia effettivamente parlando. Questo è un po’ insolito. Forse è il fungo che sta parlando, proprio come suggerisce il titolo?
Questa sarebbe la risposta più ovvia, e mi sto riferendo a Terrence McKenna qui [un etnobotanico e mistico americano, difensore dell’utilizzo di piante psichedeliche]. Lui ha scritto questo libro, The Mushroom Speaks, circa la sua esperienza sotto l’effetto di funghi magici. Ha affermato che tutti i funghi parlano con noi, ci offrono la loro conoscenza, hanno solo bisogno delle nostre mani per guarire la Terra.

Non sapevo se – e come – volessi lavorare con questo testo. I funghi hanno parlato a lui, ma egli ha suggerito a noi tutti di parlare con i funghi e porgergli domande. Mi piace questa idea di essere umile ed iniziare a dialogare con qualcosa, mettermi in comunicazione con tutto ciò che mi circonda, specialmente con la natura. Attraverso il silenzio, e grazie al fatto che devi leggere questi sottotitoli, lo interiorizzi ancora di più. Integri il tema in maniera differente. Ho cercato di renderli un elemento visivo della storia, sebbene sapessi, ovviamente, che poteva essere percepito come un errore. È piuttosto astratto, quindi per te o funziona o no.

Nel film sono presenti dagli scienziati alle semplici persone che condividono i loro rimedi casalinghi piuttosto particolari. Cosa stava cercando nel momento in cui ha trovato tutte queste persone?
Tutto è iniziato con questo movimento di “micologia radicale”, da questo attivismo e da questi giovani che hanno deciso di seguire i funghi. Peter McCoy unisce tutto questo – il sottotitolo del suo libro è Trattato sul vedere e lavorare con i funghi. Ovviamente ho incontrato tante altre persone e avrei preferito produrre un film di tre ore anziché dirigermi più verso la traduzione delle coscienze dei funghi, per esempio. Ma poi, ho iniziato a far caso al modo in cui queste persone si relazionavano tra di loro e a cosa significasse essere un individuo parte di una collettività. Inoltre, sapevo di voler iniziare dalla foresta, là dove tutto è iniziato per me. Con Ursula [Weiher], “la strega” del film, molti importanti elementi trovano la loro strada attraverso il suo approccio: la citizen science, la magia, l’infanzia, la sopravvivenza.

La parte più complessa è stato l’intero concetto di psichedelia, perché è davvero una questione di esperienza diretta, per non parlare del fatto che esistono già molti film a riguardo. Molte forme di vita portano questo mistero, ma il fungo è un organismo situato a metà tra la vita e la morte.  Sono rimasta affascinata da questo, perciò credo che farò vari film sui funghi. Essi cambiano ogni volta: non sono né femmine né maschi, si adattano. La resilienza è anche dentro di noi, immagino, ma non è sistematica.

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(Tradotto dall'inglese da Chiara Morettini)

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