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LOCARNO 2021 Cineasti del Presente

Francesco Montagner • Regista di Brotherhood

“Con questo film volevo esplorare il realismo magico”

di 

- Il documentario del regista italiano racconta la storia di tre fratelli e il loro rapporto con il loro severo padre

Francesco Montagner  • Regista di Brotherhood

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, il regista italiano Francesco Montagner, che vive nella Repubblica Ceca, ha presentato al Locarno Film Festival [+leggi anche:
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nella sezione Cineasti del Presente un documentario molto intimo incentrato sulla storia di tre fratelli che vivono nella Bosnia rurale. Abbiamo parlato con il regista del rapporto che ha avuto con i protagonisti e di come ha sviluppato l’idea del film.

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Cineuropa: Da dove è nata l’ispirazione per il film?
Francesco Montagner: Nel 2015 ho visto una storia alla televisione italiana sul radicalismo religioso nel nord-est d’Italia. Vi erano anche alcune immagini della famiglia su cui è incentrato il mio film e del radicalismo religioso in Bosnia. Ne sono rimasto molto colpito. Volevo saperne di più su questa famiglia ed ero molto interessato a come potesse essere vivere con un padre di questo tipo. Volevo osservare i fratelli e cercare di capire il ruolo della religione nel loro ambiente sociale. Dopo aver visto la storia, sono andato a incontrarli. Abbiamo stabilito alcune regole per iniziare a lavorare insieme. I ragazzi divenivano sempre di più il mio principale punto di interesse.

È stato difficile approcciarsi con la famiglia?
Innanzitutto è stato sicuramente fondamentale creare un livello di fiducia reciproco. Ho parlato con ognuno di loro individualmente. I personaggi e la troupe dovevano conoscersi. I fratelli sono molto umili e non è stato difficile convincerli a lavorare con loro.

In che modo ha lavorato con i fratelli per creare questa dinamica?
In realtà, tutto quello che ci serviva c’era già. L’unica cosa che ho fatto è stata creare inquadrature nelle quali potessero sentirsi liberi di esprimersi. Sono tutti piuttosto timidi e nel loro ambiente è difficile esternare i propri sentimenti, in quanto li fanno sembrare deboli. Dunque li ho aiutati a legittimare alcune delle loro azioni e reazioni. Questo è particolarmente vero nel caso di scene come quella in cui uno dei ragazzi nel bosco decide di dare sfogo alle sue emozioni. Ha trovato un modo per esprimere quello che già provava dentro di sé. Dovevo cercare di farli aprire. È un film vero. Alcune parti sono state modificate per questioni narrative, ma i sentimenti esternati dai personaggi non sono stati inventati. La telecamera ha svolto una sorta di funzione terapeutica.

Come ha sviluppato il concetto visivo del film?
Volevo rimanere il più possibile vicino alla realtà. La fotografia doveva essere semplice, ma volevo anche qualcosa di poetico che distinguesse il film da un normale documentario. Volevo qualcosa che si avvicinasse a ciò che potremmo chiamare realismo magico.

Qual è la cosa più importante che vuole trasmettere con questo film?
Vivere con un padre di questo tipo è un qualcosa che porti con te per tutta la vita. Il film è incentrato sulla transizione verso l’età adulta. Ma ciò varia per ogni fratello, dato che ognuno di loro ha un età diversa.

È come se stesse rappresentando un circolo vizioso. I fratelli parlano di guerra, si divertono con giochi sparatutto — la guerra è una tematica che gli è molto vicina.
Beh, sì. E ciò non vale soltanto per la tematica della guerra, ma anche nel caso del rapporto tra padre e figli. Il padre è una figura forte, autoritaria e in qualche modo eroica. Prendere le distanze da una persona di questo tipo è molto difficile.

Per quanto riguarda il suo passato in Siria, da che parte sta il padre, tra coloro che combattono per il radicalismo religioso?
Ne va più che altro fiero, anche se ha cercato di sminuire le sue responsabilità di fronte ad alcuni media, così da influenzare l’esito del suo processo.

Come ha reagito durante le riprese, e al termine di esse di fronte al film stesso?
Ha perso un po’ di interesse quando ha visto che ci focalizzavamo sui ragazzi piuttosto che su di lui. Ma lo ha accettato, a patto che li trattassimo con rispetto. Sicuramente quando guarderà il film vi saranno alcune scene che potrebbero non piacergli. I ragazzi dicono cose su di lui di cui potrebbe non essere contento.

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(Tradotto dall'inglese da Ilaria Croce)

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