Patrice Toye • Regista di Tench
“In un film puoi mostrare visioni diverse, guardare le cose in un altro modo”
- Abbiamo incontrato la regista belga alla 40a edizione di Bergamo Film Meeting dove ha presentato la sua filmografia personale completa

Incontriamo la regista belga Patrice Toye al Bergamo Film Meeting, dove il suo primo lungometraggio Rosie aveva vinto un premio nel 1998. Il festival quest’anno le ha dedicato la retrospettiva completa, che include il suo ultimo lavoro, Tench [+leggi anche:
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intervista: Patrice Toye
scheda film], adattamento dell’omonimo romanzo di Inge Schilperoord. Il film, che è stato selezionato al festival di Rotterdam e ha vinto il North Sea Port Audience Award al Film Fest Gent, tratta in modo originale e sensibile il tema della pedofilia.
Cineuropa: Nel 1998 qui a Bergamo è stata la prima regista donna della parte fiamminga del Belgio. Cosa è cambiato in 20 anni?
Patrice Toye: Sono molto felice che molte giovani donne stiano guadagnando terreno. Ci sono molti film maschilisti ed è bello vedere le cose attraverso gli occhi di una donna perché a volte abbiamo una visione diversa sullo stesso argomento. Dopodiché non guardo al sesso di qualcuno, si tratta solo di avere qualcosa da dire, di ottenere una qualità alta. Questa dovrebbe essere sempre il primo criterio per investire in un progetto. Come insegnante di cinema, mi piace dare loro questo piccolo extra. Le donne tendono ad essere più insicure, il che in un certo senso è una qualità, ti fa mettere in discussione ed evitare i cliché. Ma le donne si fanno prendere dal timore e io su questo sto lavorando, cercando di dare loro un po’ di forza.
Sei stata molto libera nell’affrontare un argomento difficile nel tuo ultimo film, Tench. Forse in altri paesi non te lo avrebbero permesso.
Alcuni festival importanti hanno affermato che questo argomento era troppo difficile da mostrare al pubblico. Quando abbiamo ideato questo film ho capito che fare un ritratto di qualcuno che tutti chiamiamo "un mostro” fosse molto impopolare. Io stessa sono madre di due ragazze e ho la mia opinione a riguardo. Avevo letto il libro di questa psicologa su un giovane che aveva un buon cuore ma cattivi pensieri sulle ragazze giovani, si era innamorato di una ragazza ed era diventato un predatore. Ha lottato contro se stesso e voleva essere dalla parte giusta. Ovviamente quello che ha fatto è stato imperdonabile, ma il libro mi ha fatto cambiare idea su queste persone che devono combattere la propria natura. Devi odiare te stesso. Molti di loro si suicidano. Ne ho sentito l'urgenza e penso che dobbiamo osare parlare di questo tabù. Se aiutiamo queste persone è dimostrato che ci saranno meno aggressioni. Ho cercato di capire quel ragazzo, il che è stato difficile.
Il cinema può ribaltare la prospettiva con cui guardiamo il mondo?
Non voglio imporre una mia visione. Ma penso che sia importante prendere sul serio le persone e sapere che hanno le loro idee. In un film puoi far addormentare le persone o mostrare visioni diverse. Per guardare le cose in un altro modo. Ma non ho risposte, ti mostro qualcosa e puoi avere la tua opinione. Vorrei solo farti riflettere su quell'argomento e andare più a fondo.
Questo tipo di film è sempre meno presente nelle sale.
Puoi vedere i film indipendenti solo nei festival. Nel mio paese ci sono sempre meno cinema dove proiettare film d'autore, bisogna guardarli su MUBI. Il cinema indipendente sopravviverà così, ma sarebbe bello averlo di più sui canali televisivi generalisti. Dopo la pandemia le persone acquistano tv più grandi ed è più semplice rimanere a casa, ma sul grande schermo puoi vedere molti dettagli. La cultura è stata punita, l'industria si sta spostando sulle piattaforme. Il cinema sopravviverà grazie a Netflix che continuerà a vincere Oscar. Troveremo un modo per farcela. Ma temo che la gente stia perdendo l'abitudine di andare al cinema il venerdì sera.
Stai lavorando a un nuovo progetto?
Sì, ho appena ricevuto i soldi per scrivere la sceneggiatura. E’ tratto anche questo da un libro e di nuovo è un argomento davvero difficile. Riguarda la mascolinità tossica. Il protagonista è un ragazzo di 14 anni. Dopo la seconda guerra mondiale va in un campo per bambini traumatizzati. Vuole diventare popolare. Scopriamo pian piano il motivo. Vuole avere il potere come i grandi leader. Come Roosevelt o Hitler. Ma balbetta. Dimentica di essere umano perché vuole il potere. Lo ami e lo odi allo stesso tempo.
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