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CANNES 2022 Cannes Première

Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña • Regista e sceneggiatrice di As bestas

“La campagna offre gli stessi chiaroscuri della città”

di 

- CANNES 2022: Una delle coppie più creative e prolifiche del cinema spagnolo presenta sulla Croisette il suo sesto lavoro, che promette di essere inquietante come i precedenti

Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña  • Regista e sceneggiatrice di As bestas

Dopo aver presentato i loro precedenti film in festival di prima categoria come San Sebastian (Que Dios nos perdone [+leggi anche:
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) e Venezia (Madre [+leggi anche:
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), l'inseparabile tandem artistico formato da Rodrigo Sorogoyen e Isabel Peña porta al 75mo Festival di Cannes, nella sezione Cannes Première, la loro nuova creatura cinematografica, nata dall'unione dei loro talenti, As bestas [+leggi anche:
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Cineuropa: Con questo lungometraggio avete lasciato il paesaggio urbano dei vostri film precedenti per entrare nella natura, con tutto ciò che ne consegue.
Rodrigo Sorogoyen:
Volevamo cambiare registro: ci proviamo sempre, sia per vivere nuove avventure che per proporre cose nuove. Era una sceneggiatura scritta da tempo, ma non avevamo mai trovato il momento giusto per girarla: dopo la serie Antidisturbios abbiamo deciso che sarebbe stato il nostro film successivo. E la campagna offre gli stessi chiaroscuri della città.

Isabel Peña: Le strutture umane sono le stesse, anche se sfumate: l'organigramma della violenza si sposta da un luogo all'altro senza muoversi troppo.

Avevate già contatti con i villaggi, in questo caso con la Galizia, dove si svolge l'azione di As bestas?
I.P.:
Abbiamo fatto molti viaggi in quelle valli, nei villaggi e nei bar lungo le strade dove si gioca a domino, per assorbire l'idiosincrasia galiziana, che è molto particolare, per poterla capire. La mia compagna è di lì e ho sempre trovato quella terra affascinante, dalla lingua all'umorismo, con la sua costante ironia.

La trama di As bestas mi suona familiare, è basata su un fatto di cronaca?
I.P.:
È ispirata a fatti realmente accaduti: ci siamo basati su un fatto di cronaca che riguardava un belga che aveva problemi con gli abitanti di un villaggio della Galizia. Da lì abbiamo lavorato molto: abbiamo cambiato tutto, dai nomi a gran parte della trama e delle motivazioni. Il film è una favola su una storia vera: ce ne siamo distaccati il più possibile.

R.S.: Abbiamo cercato di creare personaggi e conflitti che non fossero né bianco né nero: c'è una scena in cui l'antagonista spiega le sue motivazioni e sono perfettamente comprensibili. Ma lo stile con cui cercano di opporsi o di superarsi è cainita.

È molto difficile prendere le parti di qualcuno in certi conflitti.
R.S.:
Viviamo in un mondo in cui non ascoltiamo l'altro e assumiamo tutti una posizione o bianca o nera, senza zone d'ombra. Abbiamo bisogno di molta riflessione e di dialogo, ma questo avviene sempre meno perché regna il fanatismo e non si presta attenzione alle argomentazioni dell'altro.

Inoltre, i conflitti tra vicini sono costanti, non solo in campagna, ma anche nelle città e persino tra nazioni.
R.S.:
Per questo abbiamo deciso che i protagonisti fossero francesi che vivono in Spagna. Ci sono sempre problemi con i vicini: è questo che comporta la convivenza, genera conflitti che bisogna cercare di risolvere nel modo migliore.

I.P.: La cattiva convivenza è una delle cose più scomode e violente che ci possano essere, perché si incontrano queste persone ogni giorno, non si può scappare.

Le riprese sono state effettuate in due fasi. È stato utile?
R.S.:
Sì, aiuta la storia ad assumere un peso maggiore. Non è la stessa cosa girare in sei settimane che in quattro mesi. È stata un'esperienza brutale: siamo arrivati in estate, con tutto verde e idilliaco, e poi siamo tornati nel freddo dell'inverno, con molti disagi, il che è stato positivo per rappresentare il progresso della storia e dei personaggi.

I.P.: Di solito non vado sul set, ma in questo caso sono andata nell'impasse tra le riprese estive e invernali, perché avevamo dei dubbi su una scena chiave, ne abbiamo pensata una nuova e ora siamo contenti del cambiamento. Quando sei lì con gli attori, che danno voce alle tue parole, c'è qualcosa di vivo ed è bello esserci per trasformarlo: ci sono stati piccoli grandi cambiamenti.

Rodrigo, lei nel frattempo ha girato un episodio di Apagón [+leggi anche:
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. È iperattivo?
R.S.: Sì, ma ora sono stato costretto a fermarmi, perché hanno cancellato la serie sulla guerra civile che avevamo programmato con Movistar Plus+. Volevamo continuare con loro sulla scia di Antidisturbios: non ci hanno spiegato i motivi, ma ognuno può trarre le proprie conclusioni. Spero di poterla vedere da qualche altra parte...

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(Tradotto dall'inglese)

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