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VENEZIA 2022 Settimana Internazionale della Critica

Dušan Zorić e Matija Gluščević • Registi di Have You Seen This Woman?

“Ci piaceva il fatto che il film crescesse insieme a noi nel corso degli anni e diventasse sempre più maturo”

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- VENEZIA 2022: Il duo di registi serbi presenta un'opera prima intrigante composta da tre episodi e incentrata sul tema dell'identità

Dušan Zorić e Matija Gluščević • Registi di Have You Seen This Woman?

I registi serbi Dušan Zorić e Matija Gluščević hanno mostrato in anteprima il loro lungometraggio di debutto, Have You Seen This Woman? [+leggi anche:
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intervista: Dušan Zorić e Matija Glušč…
scheda film
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, alla Settimana Internazionale della Critica della Mostra del Cinema di Venezia di quest’anno. Il film è un intrigante esperimento incentrato sul tema dell’identità. Abbiamo parlato con loro della produzione del film, dell’attrice protagonista e dell’ispirazione per la storia.

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Cineuropa: L’ispirazione per Have You Seen This Woman? com’è nata?
Dušan Zorić e Matija Gluščević: Avevamodue idee distinte per un cortometraggio. In entrambe la protagonista doveva essere una donna di mezza età. Abbiamo iniziato a vedere le nostre madri in maniera diversa quando abbiamo lasciato casa per andare al college: abbiamo smesso di vederle solo in termini della funzione che avevano per noi. Ci siamo resi conto che ci erano molto vicine, ma comunque sconosciute. Questo è stato il punto di partenza. Spesso le donne di mezza età vengono etichettate con facilità; non vengono ritratte sfaccettate come sono realmente. Per questo volevamo mostrare che hanno anche identità diverse nella stessa persona.

Come avete sviluppato la storia?
Non avevamo il budget per un lungometraggio, quindi dovevamo trovare un’idea per un film che potessimo girare in parti distinte. In totale abbiamo girato per cinque anni. Avevamo l’idea delle identità multiple, e abbiamo girato le tre diverse parti in ordine cronologico. Ma non avevamo l’intera sceneggiatura; quando abbiamo iniziato non sapevamo nulla della seconda parte o del finale. Ma ci piaceva il fatto che il film sarebbe cresciuto insieme a noi nel corso degli anni e sarebbe diventato sempre più maturo.

Com’è stato lavorare con l’attrice Ksenija Marinković?
Ha amato l’idea e la sceneggiatura. Anche per lei è stato un lungo percorso. A volte era piena di energie; altre, era stanca. Inoltre è cambiata nel corso degli anni, e per lei è stato anche un’esplorazione di sé stessa. È stato interessante osservarla cambiare come persona. Non aveva mai recitato in un film del genere. All’inizio era rigida e impaurita, ma verso la fine ha fatto cose che non aveva mai pensato di poter fare.

Perché avete scelto lei per il ruolo?
Sembra la tipica donna della porta accanto. Emana un calore particolare, e potrebbe facilmente essere un membro della tua famiglia. È comune ma straordinaria al tempo stesso. Inoltre ci piaceva il suo aspetto fisico, perché non rappresenta il classico ideale di bellezza.

Nel vostro film rappresentate una società piuttosto triste e deprimente.
In genere le cose sono deprimenti e difficili. Ma è importante che in mezzo a tutto questo, di tanto in tanto, si possa anche ridere e trovare momenti felici. Draginja è una combattente in questa società che prova a trovare un modo per uscire dal sistema.

Potreste dirci qualcosa di più sull’ambientazione? Si tratta di un quartiere in costruzione?
È Belgrado, che durante i cinque anni in cui abbiamo girato il film è cambiata, naturalmente. È una città in crescita, e il centro storico sta scomparendo. I personaggi sono figure della classe operaia che stanno ugualmente scomparendo. Oggigiorno sono difficili da trovare, perché il divario tra ricchi e poveri sta diventando sempre più grande in questa società.

Cani e gatti hanno un ruolo abbastanza importante in questo film. Cosa rappresentano per voi?
Per noi i gatti, i cani e gli animali in generale rappresentano creature che ne sanno qualcosa. In una versione del film c’erano anche un orso e un lupo, ma abbiamo dovuto tagliarli. Gli animali ne sanno più di noi. A volte rendono le cose difficili per la protagonista, mentre altre volte la guidano e la aiutano.

In uno degli episodi usate un’inquadratura fissa; in un altro ne usate una più grezza e traballante. Quali erano gli aspetti più importanti del vostro concept visivo?
Sapevamo di voler cambiare l’aspetto del film nel finale. Volevamo fosse un’esperienza, e cambiarlo in termini di genere, stile e approccio, per riflettere il tempo che abbiamo passato a lavorare su di esso. Rappresenta quanto siamo cambiati.

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(Tradotto dall'inglese da Milena Tavano)

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