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TORONTO 2022 Contemporary World Cinema

Carlos Vermut • Regista di Mantícora

“Fare film su personaggi mostruosi è piuttosto allettante”

di 

- Con il suo quarto lungometraggio il regista alza l'asticella della provocazione, dimostrando che il suo non è un cinema accomodante o per tutti i pubblici

Carlos Vermut • Regista di Mantícora

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vi ha messo al tappeto con alcune scene cupe e contorte, aspettate di vedere Mantícora [+leggi anche:
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, il nuovo thriller psicologico di Carlos Vermut, il più audace regista spagnolo di oggi e uno dei più talentuosi. Abbiamo parlato con lui perché il suo ultimo film è stato presentato nella sezione Contemporary World Cinema di Toronto e andrà al Fantastic Fest di Austin e Sitges prima della sua uscita nelle sale spagnole.

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Cineuropa: Com’è stata l’esperienza canadese?
Carlos Vermut:
Sono stato qui con i miei ultimi tre film e ormai conosco abbastanza bene i suoi cinema. Il festival è bello, è come un mercato molto grande, orientato alla sensibilità del pubblico nordamericano, ma è fantastico che abbia vetrine per altri tipi di film e da altri luoghi.

Come ha reagito il pubblico alla visione di un film così insolito Mantícora?
Non puoi conoscere la reazione immediata, perché quando il film finisce, le persone non reagiscono immediatamente. Non è una commedia, che sai sul momento se ha funzionato dalle risate, o un horror dalle urla. Penso che questo sia un film che le persone preferiscono portare con sé e con cui relazionarsi in seguito. È vero che, nell'incontro dopo la proiezione, gli spettatori erano molto curiosi e avevano bisogno di parlarne, di fare domande e di capirlo in qualche modo. È un film che sento che ha bisogno di tempo per respirare e penso che sia il tipo di film che volevo fare e che mi piace, e ho sentito che ciò accadeva con il pubblico.

Confesso che sono rimasto scioccato dopo averlo visto e ho passato due settimane a rimuginarci sopra, mi tornavano in mente scene che non pensavo avrebbero avuto un impatto tale su di me.
Sono contento. Infatti, quando stavo scrivendo la sceneggiatura, ho avuto questa sensazione: che volevo dedicarvi del tempo e lavorarci su più livelli. Siamo abituati a così tante anteprime, tra piattaforme e cinema, che dimentichiamo presto i film. Non mi interessa tanto se le persone pensano che sia buono o no, che è una valutazione superficiale, quanto il fatto che stia con loro, forse non tutti, ma che trovi il suo pubblico e crei quel rapporto con loro: che sentano che il film li ha toccati in qualche modo. Questo è ciò che trovo interessante.

Cosa è venuto prima: la trama o il titolo?
La trama è stata la prima cosa, l’avevo in mente da molti anni, ma non riuscivo a trovare un terzo atto che mi soddisfacesse e all'improvviso l'ho trovato, ed è uscita da sola, lavorando durante la pandemia. Sono stati aggiunti elementi di videogiochi, più estetici e plastici, è apparsa l'immagine della manticora e ha dato il nome al film.

Perché mettere come protagonista qualcuno che lavora nel mond virtuale, che in qualche modo lo aiuta a sublimare il suo indicibile problema?
Questo è venuto dopo, perché nella prima versione il personaggio non si dedicava a quello, ma ho iniziato a lavorare con la realtà virtuale per un’altra cosa. Questo aspetto è stato gradualmente incorporato e ha dato senso a quel primo atto del lungometraggio, dove ha quel rapporto con le immagini, e poi si lega al fatto di creare il desiderio a sua immagine e somiglianza. In questo senso, ho capito che i videogiochi potevano far parte del film e sono stati incorporati durante la stesura della sceneggiatura.

Senza spoilerare, perché mettere come protagonista qualcuno con un segreto così oscuro?
Nella storia del cinema ci sono sempre stati film su personaggi controversi o mostruosi. Questo mette lo sceneggiatore nella posizione di costruire una storia interessante. Non riuscivo a trovare il punto di vista da cui parlare di questa questione e quando ho trovato la giusta prospettiva la storia è uscita da sola. Potrei chiederti: perché si parla di gangster e si fanno film di mafia? Sono persone molto peggiori di un ragazzo che ha solo un desiderio che non si è mai nemmeno concretizzato. Ma giriamo film di gangster e ci mettiamo ottima musica, però loro uccidono e trafficano con le persone: per di più li mostriamo come dei tipi fantastici! Quel dilemma morale mi ha incoraggiato ancora di più a fare il film, perché mi si è posto come sceneggiatore e volevo trasferirlo al pubblico: il protagonista genera rifiuto ma, in qualche modo, da spettatore mi immedesimo nel dolore causato da quel desiderio nascosto che ha. Ho trovato interessante questa premessa. Perché a volte fare film su personaggi mostruosi ha una parte piuttosto appetitosa.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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