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BLACK NIGHTS 2022 Concorso

Juraj Lehotský • Regista di Plastic Symphony

“Ogni film che faccio riflette una fase specifica nella vita delle persone”

di 

- Cineuropa ha parlato con il regista slovacco del suo ultimo film di finzione, che è stato girato durante la pandemia e ha come protagonista l’attore polacco Bartosz Bielenia

Juraj Lehotský • Regista di Plastic Symphony
(© Reiko Kolatsk/PÖFF)

Il regista e produttore slovacco Juraj Lehotský, che ha vinto il CICAE Art Cinema Award alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes 2008 per il docudrama Blind Loves [+leggi anche:
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, ha presentato in anteprima il suo ultimo lungometraggio di finzione, Plastic Symphony [+leggi anche:
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, in concorso al Festival Black Nights di Tallin. Cineuropa lo ha incontrato per parlare del film, di cui è anche produttore.

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Cineuropa: Questo è il primo film che lei ha diretto e prodotto. Come è stata l'esperienza rispetto al passato?
Juraj Lehotský: Questo è il mio primo film in qualità di coproduttore insieme a Michaela Jelenek, per la nostra società Arytmia. Essere produttore di un mio film mi dà alcuni vantaggi: abbiamo il controllo del nostro budget e possiamo decidere come spendere al meglio le risorse finanziarie. Certo, non è cosa da poco. Se sei solo il regista, non puoi controllare come vengono spesi i soldi. Poiché le riprese si sono svolte durante il periodo peggiore della pandemia da COVID-19, abbiamo dovuto pensarci bene perché abbiamo sforato il budget, soprattutto a causa delle prove di gruppo che abbiamo dovuto fare ogni giorno.

Ci sono stati conflitti tra Juraj Lehotský regista e Juraj Lehotský produttore?
Abbiamo una certa gerarchia decisionale all'interno della nostra azienda. Michaela, che si occupa della produzione, ha la mia completa fiducia e io devo rispettare alcuni limiti finanziari. Michaela, d'altra parte, è ragionevole e comprende la mia visione artistica, quindi riusciamo sempre a sistemare le cose.

La pandemia da COVID-19 ha apportato dei vantaggi?
Questo periodo ha sicuramente avuto alcuni vantaggi. È stato possibile girare in Austria in luoghi dove altrimenti non sarebbe stato possibile. Ad esempio, la Konzerthaus di Vienna è uno di questi posti, poiché di solito è tutto sold out. Inoltre, dato che Bartosz Bielenia non ha dovuto occuparsi dei suoi impegni a teatro, ha avuto il tempo di prepararsi per il ruolo.

La storia affronta i dilemmi che di solito sono associati alla generazione dei Millennial.
Ogni film che faccio riflette una fase specifica della vita delle persone. Plastic Symphony è incentrato sul tema dell’ambientamento e dell’inserimento in un mondo complicato. Il nostro obiettivo era quello di lasciare il segno e di immergerci nei pensieri di chi è in cammino verso la soddisfazione della vita, desiderando amore e applausi. Inoltre, volevamo parlare di quanto sia difficile capire chi si è e perché si è in questo mondo. La vita non riguarda solo noi, ma anche le persone che ci circondano.

Ha lavorato con Michal Leščák nei suoi progetti precedenti. Questa volta ha collaborato con il direttore della fotografia Timotej Kriška. Come è nata questa collaborazione?
Inizialmente, con Timotej volevamo realizzare una storia semplice su un uomo di piccola statura. Doveva essere una semplice storia che parlava di come guardare il mondo dal basso. Tuttavia, la trama ha subito vari cambiamenti e, alla fine, è emersa la storia di due fratelli diversi tra loro e dei loro desideri e percorsi verso la felicità.

Il film si allontana dalla sua precedente poetica visiva e dal realismo sociale. Plastic Symphony è più stilizzato, con lunghe riprese. Cosa c'è dietro questa decisione?
Ogni creatore è definito da qualcosa. Timotej è specifico nel modo in cui gli piace pensare in termini di riprese lunghe. Anche se realizzare ogni scena come un'unica e lunga ripresa senza tagli potrebbe sembrare estremo, la decisione ha le sue ragioni. Non si tratta certo di una decisione egoistica. Volevamo realizzare una storia in cui il pubblico potesse smettere di notare le interferenze del linguaggio cinematografico. Vedere tutte le banalità della vita come se si fosse un osservatore invisibile, un essere superiore, permette agli spettatori di riflettere sul comportamento umano. Possiamo vedere le cose in modo diverso; guardiamo la vita secondo i nostri sentimenti soggettivi. Ognuno vedrà la storia in modo differente, a seconda di chi è.

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(Tradotto dall'inglese da Rachele Manna)

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