email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

GÖTEBORG 2023

Andreas Öhman • Regista di One Day All This Will Be Yours

“Il mio obiettivo è parlare tanto al pubblico dei cineasti quanto ai miei amici della mia piccola città natale”

di 

- Il regista svedese condivide alcune riflessioni sulla miscela di luci e ombre nel suo film, e anche su come una perdita familiare personale sia diventata un film

Andreas Öhman • Regista di One Day All This Will Be Yours
(© Markus Walta)

Riprendendo alcuni dei temi presenti nel suo Simple Simon [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, candidato all'Oscar, il nuovo film di Andreas Öhman, One Day All This Will Be Yours [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Andreas Öhman
scheda film
]
, si colloca perfettamente nella sezione Focus del Göteborg Film Festival di quest'anno, mettendo in evidenza il concetto di ritorno a casa. Andreas Öhman ha condiviso alcune riflessioni sulla miscela di toni chiari e scuri e su come una perdita familiare personale sia diventata un film.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Cineuropa: All'apparenza, One Day All This Will Be Yours si presenta come un film eccentrico e piacevole, ma ben presto ci vengono presentate alcune tematiche più complesse e cupe. Puoi condividere alcune riflessioni sul mix di questi toni?
Andreas Öhman: Mi sono sempre piaciute le storie scritte in modo intelligente, divertenti e acute, con elementi sia chiari che oscuri. Ad esempio, " The Apartment " di Billy Wilder riesce a cogliere questi aspetti nel modo giusto. Anche Lukas Moodysson ha avuto un grande impatto su di me quando è arrivato. Mi piace avere un piede nella scena "popolare" e uno in quella "d'autore". Il mio obiettivo è quello di parlare tanto al pubblico dei cineasti quanto agli amici della mia piccola città natale. Vediamo come va. A volte i film umoristici hanno una priorità minore in alcuni festival.

Il tuo primo film, Simple Simon, contiene certamente alcuni di questi elementi. A giudicare dalle reazioni, sembra tu sia riuscito a fare un buon lavoro. Sei rimasto sorpreso dalla risposta?
Molto. Sei giorni dopo la sua uscita, è stato scelto come candidato svedese agli Oscar. Poi è entrato nella rosa dei candidati e ha viaggiato in Europa, America, Asia... Ha funzionato particolarmente bene negli Stati Uniti e in Giappone. In seguito ho girato alcuni film in cui ho esplorato i generi del cinema giovanile e del road-movie, sperimentando temi diversi. Sono contento di averli fatti, ma sono passati inosservati per molti spettatori. Direi che questo nuovo film, per certi versi, ritorna ad alcuni temi presenti in Simple Simon.

Ti riferisci alle personalità anticonformiste di Simon e di Lisa?
Certamente fa parte di questo. Mi piacciono entrambi e anch'io a volte mi sono sentito un po' fuori dagli schemi. Mi interessa capire come persone di questo tipo si inseriscono nella nostra società. Lisa trova la sua strada attraverso i suoi cartoni animati, anche se nel mondo reale fa un po' fatica.

Per quanto riguarda i cartoni animati e le animazioni di entrambi i film, cosa ti ha portato a queste scelte?
Mi piacciono le cose che si distinguono e mi piace esplorare nuovi mezzi espressivi. Per quanto riguarda l'animazione, sono molto a mio agio con essa e lo sono da molti anni. Un giorno potrei realizzare un lungometraggio completamente animato, anche per mantenere la tradizione svedese, dopo il grande Per Åhlin e altri. Siamo un gruppo che gestisce un piccolo studio di animazione dove uno dei miei colleghi, Carl-Johan Listherby, ha disegnato anche i cartoni di Lisa.

Sei riuscito a catturare abbastanza bene l'umorismo della "donna fumettista". Con Lisa hai anche scritto un personaggio femminile ricco e complesso, come Bergman e altri uomini hanno fatto prima di te, ma sicuramente non è stata una cosa semplice.
Lisa, come è implicito nella dedica del film, è in parte basata su di me e in parte su mia sorella, che è morta in un incidente quando aveva 12 anni. Ho preso la sua onestà e il suo umorismo, che erano notevoli, e ho aggiunto le mie esperienze. Alcune delle cose che vediamo sono successe davvero: qualche anno fa, i miei genitori hanno chiamato noi figli per parlare della segheria e del bosco e volevano discutere su chi avrebbe preso il controllo. È stato difficile ricordare la loro mortalità e anche per noi figli stare insieme, visto che ci eravamo tutti trasferiti e ci vedevamo raramente. In seguito ho trascorso un po' di tempo a Los Angeles e ho parlato di questo evento a una conoscente della FOX, che mi ha detto che era una storia universale  e che avrebbe dovuto diventare un film.

Come ha reagito la tua famiglia quando gli hai raccontato del tuo progetto?
I miei genitori hanno sempre pensato che se devo fare qualcosa, ho il diritto di farla, come raccontare questa storia come meglio credo. Mia madre ha letto la sceneggiatura e mi ha fatto da spalla in modo che nulla sembrasse strano o bizzarro, anche nel mio racconto di finzione. I miei fratelli hanno fatto un po' più fatica ad accettare l'idea, perché non avevamo ancora affrontato certi temi. Oggi abbiamo fatto dei progressi e credo che siano tutti orgogliosi del risultato. Saremo tutti presenti alla prima, che immagino sarà altrettanto bella e anche un po' dolorosa. È molto importante per me che il film piaccia.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy