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BERLINALE 2023 Generation

Domien & Wendy Huyghe • Regista e sceneggiatrice di Sea Sparkle

"Scrivere questa storia era necessario per noi"

di 

- BERLINALE 2023: Fratello e sorella nella “vita vera”, il regista e la sceneggiatrice ci parlano del loro film di formazione, che con sensibilità affronta per un pubblico giovane il tema del lutto

Domien & Wendy Huyghe • Regista e sceneggiatrice di Sea Sparkle

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, che apre la sezione Generation Kplus della 73ma Berlinale, Domien e Wendy Huyghe, fratello e sorella nella "vita reale", trasformano la loro esperienza personale in un racconto d’avventura iniziatico incentrato su Lena che fatica ad accettare la morte di suo padre, e cerca invano il colpevole, anche a costo di costruire un mostro nella sua mente. Questo coming of age sensibile e moderno affronta per un pubblico giovane e familiare la questione del lutto e le sue molteplici sfaccettature.

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Cineuropa: Qual è stato l’innesco che vi ha portato a immaginare questo progetto insieme?
Domien Huyghe:
Credo che sia il motivo per cui ho studiato cinema: quando nostro padre morì, e io avevo 15 anni, non riuscivo a trovare film, e nemmeno libri, che parlassero del lutto per come l'ho vissuto io. Non riuscivo a trovarvi la solitudine che sentivo io.

Wendy Huyghe: Io ho studiato letteratura, ho sempre scritto storie, ma sempre quelle degli altri. Quando Domien mi ha proposto di fare questo film insieme, mi è sembrato naturale. Ho sempre voluto scrivere una storia di finzione, ma penso che fossi bloccata, dovevo prima raccontare questa storia, per lasciar spazio ad altri racconti di finzione. Scrivere questa storia è stato necessario per noi.

È una storia di lutto e un racconto di formazione, come avete scelto di mescolare le due cose?
D.H.:
Volevamo evitare di fare un film pesante e cupo sul tema del lutto, volevamo anche speranza, scintille di gioia. Non è perché stiamo soffrendo che dobbiamo smettere di vivere. Da qui l'idea di dare corpo a questa fuga, anche a questo mostro. E poi abbiamo voluto evidenziare l'aspetto trasformativo del lutto, il modo in cui cambiamo. Improvvisamente, ci rendiamo conto che il mondo va avanti, mentre noi stessi siamo fermi. È qualcosa che ti definisce come persona mentre stai crescendo.

W.H.: È molto particolare perdere un genitore durante l'adolescenza. Improvvisamente devi crescere molto più velocemente del previsto. Ti senti diverso e solo, soprattutto. Sei lontano dai problemi più quotidiani dei tuoi compagni. Ti senti un alieno.

Avevate bisogno di un personaggio forte per incarnare questo tema: come avete pensato a Lena, chi è lei?
W.H.:
È una ragazza molto forte e molto testarda, in piena negazione. Ha bisogno di questa caccia al mostro per capire cosa le sta succedendo. La cosa divertente è che solo alla fine delle riprese ho capito che Lena era sicuramente la persona che avrei voluto essere, una ragazzina che grida, si arrabbia, non esita a esprimere la sua rabbia. Io volevo nascondere la mia rabbia, non volevo parlarne. E poi Lena è tutt'altro che perfetta, volevamo dimostrare che il lutto è molto difficile, ti fa fare scelte sbagliate.

D.H.: Volevamo una ragazza normale. Volevamo mostrare che non sono solo i geek, o le persone rifiutate dagli altri che credono nei mostri, a rifugiarsi in un universo fantastico. Lena ha tanti amici, è molto integrata, il che non le impedisce di prendere questa deriva verso il soprannaturale.

Ci sono molte rappresentazioni del lutto, attraverso i personaggi che circondano Lena, sua madre, i suoi fratelli e sorelle, la sua migliore amica...
W.H.:
Il lutto è qualcosa di così personale che può avere tante incarnazioni quante sono le persone. Il fratello di Lena, ad esempio, fatica a trovare le parole per esprimere i suoi sentimenti, parole che gli sfuggono. La madre è sopraffatta da questioni logistiche e persino finanziarie.

È anche un coming of age, nel senso che il lutto accelera il modo in cui Lena scopre che i suoi genitori, e soprattutto suo padre, potrebbero non essere degli eroi, che anche loro sono fallibili.
W.H.: È qualcosa che succede quando perdi i tuoi genitori da giovane. Li conosci solo come genitori, non come persone. Non hai la possibilità di ribellarti a loro, o di conoscerli davvero come persone.

Che tipo di film sognavate di fare?
W.H.:
Volevamo realizzare un film onesto sul lutto, accessibile a un pubblico giovane, utilizzando strumenti che aprissero il film a un vasto pubblico: umorismo, avventura. Volevamo mantenere le persone interessate per un'ora e mezza, che si godessero la storia, chiedendosi cosa sarebbe successo al mostro. Poi, uscendo, che iniziasse il dialogo, intorno al lutto.

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(Tradotto dal francese)

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