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BERLINALE 2023

İlker Çatak • Regista di La sala professori

"A volte fai tutto bene, ma sbagli lo stesso"

di 

- BERLINALE 2023: Abbiamo parlato con il regista tedesco del suo microcosmo scolastico e di come sia un riflesso della società in senso più ampio

İlker Çatak • Regista di La sala professori

Il regista tedesco İlker Çatak ha presentato il suo dramma sociale La sala professori [+leggi anche:
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nella sezione Panorama della Berlinale. Abbiamo parlato con lui di questo ritratto intimo ed emozionante di un'insegnante eccellente e dell'attrice che la interpreta.

Cineuropa: Ti sei ispirato a un evento in particolare? Hai utilizzato elementi della tua esperienza personale?
İlker Çatak: Il mio co-autore Johannes Duncker e io siamo andati a scuola insieme a Istanbul, dove abbiamo vissuto una vicenda simile a quella del film. Gli insegnanti sono entrati in classe e hanno voluto guardare i portafogli dei ragazzini. Ce ne eravamo dimenticati, ma poi ho raccontato a Johannes quello che era successo ai miei genitori. Avevano una donna delle pulizie che li derubava. I miei genitori le hanno dato un'altra possibilità e lei ha rubato di nuovo. La cosa interessante è la dinamica che si è innescata tra i miei genitori, perché mio padre non voleva darle un'altra possibilità, mentre mia madre sì. È stato allora che ci è tornata in mente la nostra esperienza. Poi Johannes mi ha raccontato di un altro incidente avvenuto nella scuola di sua sorella, che ci ha ispirato per la nostra storia. Volevamo parlare di furti, pregiudizi e false accuse.

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Cosa ti affascina dell'ambiente scolastico?
La scuola è un ottimo modello per rappresentare la società nel suo complesso. C'è un capo di Stato che ha potere, c'è il popolo sotto forma di studenti e con il giornalino della scuola c'è anche un organo di stampa. Ci sono molti elementi che permettono di raccontare il grande attraverso il piccolo.

Dove avete girato esattamente?
Abbiamo girato in una scuola di Amburgo. Si tratta di un vecchio istituto tecnico non più in uso. Girare in una vera scuola sarebbe stato difficile, perché sei settimane sarebbero state troppo lunghe. Abbiamo ricostruito la sala dei docenti.

Come avete svolto le ricerche per il film?
Abbiamo trascorso del tempo nelle scuole. Ciò che ci ha particolarmente colpito è che abbiamo visto come gli insegnanti siano sottoposti a molte pressioni. Ci sono diverse cose che accadono nello stesso momento, costantemente. Arriva il postino mentre parli con un collega oppure gli studenti vogliono qualcosa da te. Abbiamo cercato di tradurre questa pressione nel film.

A cosa avete pensato in particolare nello sviluppo del personaggio dell'insegnante?
Doveva essere un'insegnante scrupolosa e idealista che fa tutto bene, ma anche no. A volte pensi di fare tutto bene, ed è comunque sbagliato. Sapevamo fin dall'inizio che l'avremmo mostrata solo a scuola; non ci interessa sapere com'è nel privato. Il carattere di una persona si rivela nei momenti di stress.

Perché hai voluto Leonie Benesch per il ruolo?
Avevo già notato Leonie nel Nastro bianco [+leggi anche:
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. Sono sempre stato un po' colpito dal fatto che non abbia mai avuto ruoli più importanti. Per me è una delle attrici più dotate della sua generazione e ho scritto il ruolo pensando a lei. E quando abbiamo girato, ho visto quanto sia bello lavorare con persone intelligenti. Non devi fare molto per dirigerla. Lei è molto precisa e non abbiamo dovuto comunicare molto.

Puo dirci qualcosa di più sul tuo approccio visivo?
Abbiamo scelto il formato 4:3 per raccontare l’angustia dell’ambiente. Volevamo mostrare la pressione a cui sono sottoposti i protagonisti. Una ripresa  più dall’alto permetteva inoltre di mostrare meglio i bambini e ciò che fanno tra i banchi. Due tonalità di colore erano particolarmente importanti: il blu della scuola e una variazione di toni marroni. Sapevamo anche di non poter utilizzare una telecamera a mano per le riprese lunghe che avevamo pianificato, quindi abbiamo utilizzato un mix di telecamere a mano e statiche. Inoltre, il formato 4:3 ricorda la mia giovinezza, quando la TV e il cinema erano in questo formato.

La madre, interpretata in modo fantastico da Eva Löbau, è straordinaria. Come avete lavorato all'elaborazione di questo personaggio?
Per noi era importante che non fosse chiaro cosa avesse fatto. Per Eva il personaggio è innocente, ed è così che lei lo ha sviluppato. Nel film doveva esserci un residuo di ambiguità. In ogni società ci devono essere dei capri espiatori, anche se le prove contro di loro sono ambigue. Sono felice che Eva abbia accettato il ruolo: è fenomenale e molto intelligente.

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(Tradotto dall'inglese)

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