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BERLINALE 2023 Encounters

Vitaly Mansky, Yevhen Titarenko • Registi di Eastern Front

"Vogliamo che le persone guardino questo film e perdano tutte le illusioni su cosa sia la guerra"

di 

- BERLINALE 2023: I due registi ci spiegano come hanno realizzato il loro urgente documentario combinando filmati dal fronte con materiale girato nell'Ucraina occidentale

Vitaly Mansky, Yevhen Titarenko  • Registi di Eastern Front

Abbiamo incontrato Vitaly Mansky e Yevhen Titarenko, co-registi di Eastern Front [+leggi anche:
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, in concorso nella sezione Encounters della Berlinale. Ci hanno raccontato come hanno realizzato questo bruciante documentario che combina filmati provenienti direttamente dsl fronte con segmenti girati in zone pacifiche dell'Ucraina occidentale.

Cineuropa: Come vi siete incontrati e come è nata l'idea di questo film?
Yevhen Titarenko:
Ci siamo incontrati nel 2017; la produttrice Natalia Kazan ha avuto l'idea di inviare il mio film War for Peace all'ArtDocFest di Vitaly a Mosca. Vitaly ha cercato di mostrare il film, ed era una situazione molto difficile essendo stato aperto il primo procedimento penale contro di lui in Russia. Nel 2022, dopo che avevo già girato alcune parti del film, Natalia suggerì di invitare Vitaly a unirsi a noi.

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Vitaly Mansky: Abbiamo iniziato a discuterne e abbiamo capito che Yevhen doveva essere il protagonista del film. Abbiamo anche capito che ci sarebbe dovuto essere un certo distacco e una certa distanza dai suoi compagni di squadra per aggiungere alla situazione una dimensione differente e nuova.

Come avete deciso di stabilire un arco temporale di sei mesi, dall'inizio dell'invasione su larga scala al giorno dell'indipendenza ucraina, il 24 agosto 2022?
V.M.:
Trattandosi di un documentario, non avevamo idea di cosa sarebbe successo ai protagonisti, al film, alla guerra... Quindi Yevhen filmava il conflitto e noi riprendevamo le cose a cui potevamo accedere nelle zone pacifiche dell'Ucraina. La situazione si è evoluta man mano che il film si sviluppava: non avevamo idea, ad esempio, che Hostomel sarebbe stata ripresa. La situazione si è sviluppata in modo naturale e il 24 agosto abbiamo potuto scrivere la parola fine; è stata una dimostrazione molto potente delle attrezzature militari russe distrutte nel centro di Kiev e non potevamo non mostrarla.

Come avete montato il film e deciso quali segmenti inserire? La scena delle mucche bloccate nel fango è particolarmente impressionante.
V.M.: Abbiamo capito fin dall'inizio che la guerra aveva bisogno di un'immagine di contrasto, quindi abbiamo deciso di avere qualcosa di molto "normale" o addirittura fiabesco. Nella parte in riva al lago, tutti sono seduti, svestiti, e questo contrasta con le persone che corrono in tenuta militare.

C'era molto girato, anche piuttosto duro, quindi la logica era quella di collegare il materiale alla squadra dei volontari, e ecco da dove proviene la scena del battesimo. Inoltre, non volevamo concentrarci solo sulla sofferenza umana, quindi aveva senso includere scene e fatti che i media non mostravano. Una delle persone nella ripresa con le mucche dice: "È come l'Inferno di Dante", e noi volevamo creare un'immagine più ampia e più biblica.

Nelle scene in Ucraina occidentale i protagonisti discutono della percezione della guerra e della propaganda da parte delle loro famiglie. Perché avete ritenuto importante inserire questo aspetto?
V.M.: Dovevamo necessariamente includere l'Ucraina occidentale e le persone che vi abitano, e che si chiedevano dove stesse andando la guerra e perché si combattesse. Volevamo rispondere a queste domande, ma anche dare un background ai protagonisti. Volevamo che fossero persone reali, importanti, e per le quali il pubblico avrebbe provato compassione.

Come avete deciso l'approccio visivo, con le riprese di guerra che sono quasi color seppia e le parti pacifiche hanno un aspetto naturale?
V.M.:
All'inizio volevamo fare tutto in seppia, ma quando siamo andati a fare il color grading in studio [che per coincidenza era lo stesso studio che aveva fatto il grading per Niente di nuovo sul fronte Occidentale [+leggi anche:
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], abbiamo capito che fare tutto in seppia avrebbe distrutto la logica della "vita reale" e della "vita di guerra". Quindi siamo passati lentamente dal seppia al colore delle scene non di combattimento, per mostrare la normalità della situazione. Abbiamo optato per due stili visivamente distinti.

La guerra continuerà e tu, Yevhen, continuerai a filmare mentre tu, Vitaly, probabilmente hai altre idee. State forse pensando di fare un altro film sulla guerra insieme?
V.M.: Nonostante il fatto che abbiamo trascorso molto tempo insieme in sala di montaggio e durante la correzione del colore, non ne abbiamo mai parlato veramente, ma dato che questa storia ci ha legato, forse ci sarà un altro film in cui uniremo le forze. Finora nessuno ha sollevato obiezioni in merito.

Y.T.: Vorrei solo aggiungere che vorremmo che il pubblico di diversi Paesi guardassero questo film e vedessero cosa sta succedendo, in modo da perdere tutte le illusioni su cosa sia la guerra.

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(Tradotto dall'inglese)

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