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CANNES 2023 Quinzaine des Cinéastes

Faouzi Bensaïdi • Regista di Deserts

“Questo è un film contro i primi piani”

di 

- CANNES 2023: I grandi spazi aperti sono i protagonisti indiscussi del film del regista marocchino, che da buddy movie si trasforma in storia d'amore

Faouzi Bensaïdi  • Regista di Deserts

È tutto incentrato su quell'immenso, splendido, quasi spaventoso deserto marocchino il film Déserts [+leggi anche:
recensione
intervista: Faouzi Bensaïdi
scheda film
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di Faouzi Bensaïdi, presentato alla Quinzaine des cinéastes di Cannes. Almeno una volta i suoi due protagonisti sfortunati (Fehd Benchemsi e Abdelhadi Taleb) si mettono alla caccia, bussando alle porte delle anime sfortunate che hanno contratto prestiti e non saranno mai in grado di restituirli.

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Cineuropa: Vedi questa storia come un road movie? Sembra proprio che lo sia.
Faouzi Bensaïdi:
Questo film nasce da tanti desideri. Uno di questi aveva a che fare con la capacità di giocare con generi molto diversi tra loro: il road movie era uno di questi. C'è una macchina, un deserto, ci sono due persone. È un road movie, ma non è un road movie vero e proprio. È un western, ma non è un vero western. È una commedia, ma non completamente, e non è nemmeno completamente tragico. È un film che cerca di fare molte cose.

Si tratta anche di storie e di narrazione. A un certo punto, qualcuno dice: "È l'ascoltatore che dà vita alle storie. Da sole non esistono".
Sì, si tratta anche di film e registi! C'è una scena in cui un personaggio dice che una storia non ti consente mai di dimenticarla. Riportano alla mente tante cose: ricordi, sensazioni.

Sembra che il paesaggio ti abbia ispirato molto: continui a guardarlo, spesso per molto tempo. Questo sfortunato duo sembra così piccolo e fragile quando è circondato da esso.
Volevo mostrare la forza della natura. In seguito, con lo svolgersi della storia, sembra di essere in quel mondo antico, prima delle parole, quando uomini e animali coesistevano ancora. Devo dire che quando cerco le location è come se cercassi gli attori. È la stessa cosa e ci presto davvero molta attenzione. Spero solo che vedere questi luoghi faccia provare qualcosa alle persone. È un film contro i primi piani, anche perché al giorno d'oggi li vediamo ovunque. Volevo dimenticarli per un po', abbracciando questo raggio d'azione e le riprese molto lunghe. Continuo a dire che nella prima parte questo film è un romanzo. Nella seconda, è pura poesia.

Esattamente, è un film diviso in due metà.
So che sono drasticamente diverse, ma mi ha permesso di introdurre tutti questi strati. Nella seconda parte cambiano molte cose: il montaggio, il modo in cui affronto lo scorrere del tempo. Il modo in cui i miei attori recitano. Ricordo di aver detto loro di pronunciare i dialoghi in modo completamente diverso - alla fine li hanno trasformati in qualcosa di quasi shakespeariano. Non è un film completamente diverso, la prima parte riecheggia ancora nella seconda, ma volevo trovare un altro modo per continuare questa storia. O le storie.

Giochi anche con un tropo da film d'amicizia, mi è sembrato. Questi uomini sono legati, c'è un'amicizia o forse un riconoscimento tra loro. Ma la loro tristezza a volte è piuttosto umoristica.
Pensavo ai primissimi film, quando tutto ciò che si aveva era una macchina da presa e un certo desiderio di assurdità [ride]. È stato un piacere giocare con questo aspetto e coreografare queste scene, perché dovevo essere molto preciso. Ma la seconda parte? È stato come invitare il pubblico a un viaggio completamente diverso. Spero che alla fine del film si sentano come se fossero stati lì, con queste persone, per circa 8 ore.

Ora, a Cannes, l'ho finalmente visto con altri e ho potuto percepire questo cambiamento. All'inizio ridevano, poi si sono lasciati trasportare altrove. Sono diventati silenziosi. Mi ha reso molto felice, perché questa era la mia sfida principale: fare in modo che accettassero questo cambiamento improvviso. Mi sembra che al giorno d'oggi il cinema si sia trasformato in un'industria, prima di tutto, in cui si punta molto sull'intrattenimento. Ma in realtà dovrebbe somigliare alla musica. Ha bisogno di più libertà di quella che ci viene concessa di solito. Questa volta mi sono sentito libero.

Mostri un mondo pieno di problemi, di povertà, eppure l'assurdità si nasconde dietro ogni angolo. Come quando abbordano ragazzi vestiti da supereroi o quando cercano, beh, una compagnia femminile e nessuno è contento del risultato finale.
Non ci sono buoni o cattivi qui. Si può ridere, ma si prova comunque un po' di malinconia in ogni momento. È facile immaginare tutti questi piccoli villaggi e città, pieni di perdenti. Dico "perdenti", ma la verità è che ho girato questo film con tanto amore. Amo questi personaggi, amo i miei attori. Amo persino questa vecchia macchina!

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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