email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2023 Concorso

Catherine Breillat • Regista di L’été dernier

"Il politicamente corretto significa non riflettere sulle cose"

di 

- CANNES 2023: Intensa come sempre, la regista francese offre alcuni spunti di riflessione sul suo nuovo film, che esplora l'amore tra una matrigna e il suo figliastro adolescente

Catherine Breillat • Regista di L’été dernier

Con il suo 15mo lungometraggio, L’été dernier [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Catherine Breillat
scheda film
]
, presentato al 76° Festival di Cannes, Catherine Breillat torna per la seconda volta in concorso ufficiale sulla Croisette dopo Une vieille maîtresse [+leggi anche:
recensione
trailer
scheda film
]
nel 2007, firmando il suo primo film dopo dieci anni.

Cineuropa: Che cosa l’ha attirata del film danese Queen of Hearts [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Gustav Lindh
intervista: May el-Toukhy
scheda film
]
che ha liberamente adattato?
Catherine Breillat:
La menzogna. È un dispositivo di sceneggiatura vertiginoso, spettacolare e inedito. Ma in questa incredibile menzogna emerge comunque la verità della coppia, ed è per questo che la protagonista riesce quasi a far credere al marito di essere colpevole per aver creduto al figlio. È una manipolazione vertiginosa. Il personaggio di Anne è una grande avvocata penalista, e in Francia gli avvocati penalisti mentono per difendere i loro clienti: negano l'evidenza e fanno in modo che la giuria ci creda.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Il suo film è molto meno esplicito di Queen of Hearts. Perché?
Non volevo riprodurre quello che avevo già fatto e volevo che la mia protagonista non fosse una predatrice, non avesse quel tipo di desiderio sessuale, ma un'attrazione molto più sottile, molto più invasiva e soprattutto più insidiosa, più del tipo "nemmeno noi avremmo potuto resistere". Mi piace far perdere il senso del giusto e dello sbagliato. Questo film è un po' un caso da manuale di come la stessa sceneggiatura possa avere un significato completamente diverso a seconda del regista. Tutte le scene con le stesse battute sono diverse: questo viene dall'incarnazione. Per il personaggio di Théo, volevo un giovane (Samuel Kircher) che fosse l'adolescenza assoluta, con trasparenza, purezza ma anche durezza, e anche il lato sconvolgente dell'adolescenza. Per quanto riguarda il personaggio di Anne (Léa Drucker), non è una donna calda, è una donna fredda, anche quando gode, e non c'è libertà del corpo nel film. Tuttavia, c'è qualcosa che accade nell'amore fisico, ma non è esattamente il piacere. C'è molta solitudine e mi sono ispirata a Caravaggio. I pittori non sbagliano, ma non dobbiamo dimenticare che il cinema si basa sull'inquadratura. Un'inclinazione del capo come quella è un amore borghese, con il marito. Con Theo è un sogno, quindi siamo andati più verso l'estasi, come nel quadro Maria Maddalena in estasi. Non si può inventare una cosa del genere, bisogna essere un genio, e io non lo sono, quindi ho copiato Caravaggio.

Ha trovato divertente andare controcorrente con questo film rispetto al politicamente corretto sulla questione del consenso?
Non sono mai stata politicamente corretta e non lo sarò mai. Il politicamente corretto significa non riflettere sulle cose, non guardare davvero la realtà, restare chiusi in concetti ristretti che non hanno nulla a che fare con la diversità umana e la sua poesia, in fondo, per impedire alle persone di vivere. E quando questo diventa una fede, un'ideologia del bene e del male, è il Savonarola del pensiero e porta al fascismo. E ora comincia ad assomigliare al fanatismo. Ci sono leggi che stabiliscono cosa è reato e cosa non lo è, questo basta, e non dobbiamo lasciare che il moralismo costringa gli artisti a pensare bene. Se lo facessero, sarebbero dei conformisti, ed essere un artista significa creare, non conformarsi.

Come considera la sua reputazione di cineasta del corpo e della provocazione?
Penso che sia la società a puzzare di muffa e io sono sovversiva. Chiedo di riconsiderare le cose che abbiamo stabilito in maniera dannosa, compresa la nostra costruzione mentale. Sono disposta a essere controversa, ma non scandalosa e certamente non sulfurea.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy