Ehsan Khoshbakht • Co-direttore e curatore, Il Cinema Ritrovato
"C'è qualcosa di magico a Bologna, e qui scatta perché è assolutamente internazionale"
- In vista dell'edizione 2023 del festival, uno dei suoi co-direttori parla dell'importanza di conoscere le copie e del ruolo che il raduno svolge nella rinascita dei registi
Anche per la sua 37ma edizione Il Cinema Ritrovato, che quest'anno si svolge dal 24 giugno al 2 luglio a Bologna, presenterà film dell'intera storia del cinema, con una selezione di 470 film, tra cui opere in 35 mm, 16 mm e restaurate, oltre a film dimenticati provenienti da tutto il mondo. Cineuropa ha incontrato Ehsan Khoshbakht, co-direttore del festival e uno dei suoi curatori.
Cineuropa: In cosa consiste il suo lavoro presso Il Cinema Ritrovato?
Ehsan Khoshbakht: Tante notti insonni, gelato gratis e accesso al più grande negozio di giocattoli esistente, ovvero gli archivi cinematografici di tutto il mondo! Il mio compito è quello di supervisionare l'aspetto artistico della programmazione insieme agli altri colleghi, di scegliere le retrospettive giuste per ogni edizione del festival e, quando necessario, sostenere i nostri curatori ospiti. La maggior parte delle persone che collaborano con noi sanno il fatto loro, conoscono i film e le copie, cosa che sta diventando sempre più rara nella programmazione e nella cura dei film. Se non si conoscono le copie, non si conoscono i film. Non capisco le persone che arrivano con la loro lista ideale di tutti questi film perduti e vogliono mostrarli. Sai che non puoi ottenere queste opere.
Lei è anche curatore e quest'anno ha scelto di presentare film di Rouben Mamoulian. Come sceglie cosa programmare e i registi su cui puntare?
Se hanno qualcosa da dire a me, è molto probabile che possano interessare anche a qualcun altro. Se non c'è un legame personale con il regista, non c'è alcuna possibilità che funzioni. In fin dei conti, quando la gente viene in sala, devi avere qualcosa da dire per spiegare perché, in questo oceano di film, hai scelto questo o quel regista in particolare. Ma sono sempre alla ricerca di una sorta di punto di vista personale. Nel caso di Mamoulian, si tratta innanzitutto della profonda fascinazione per gli armeni e le persone di origine armena, soprattutto nel cinema, per il modo in cui introducono idee moderne nei Paesi in cui si recano e per il modo in cui si trovano a loro agio quando si tratta di lavorare nell'ambito di generi popolari. Possono passare facilmente dall'horror al musical, alla commedia, al fantasy, al western. Capisco il perché, si tratta di persone che hanno dovuto affrontare e adattarsi in ogni paese in cui sono andati. È una comunità molto piccola di persone sparse per il mondo che cercano di reagire a nuovi ambienti. Per esempio, Henri Verneuil in Francia, Samuel Khachikian in Iran e Mamoulian in America hanno molte cose in comune: fanno esattamente la stessa cosa, passando da un genere all'altro con estrema facilità.
Questo è un festival nel cuore dell'Europa, ed è interessante che sia l'Europa a farsi carico di gran parte del lavoro di restauro, conservazione e riscoperta di tutti questi film, alcuni dei quali provengono addirittura da Hollywood.
Il modo in cui presentiamo i film, ovviamente, può aiutare a far conoscere un regista che non è stato celebrato nel proprio Paese. Un buon esempio è Wolfgang Staudte, oggetto di una retrospettiva due anni fa. È un regista tedesco e quando ho visto i miei amici tedeschi venire alle proiezioni, ho detto: "Cosa ci fate qui? Andate a vedere un film brasiliano o indiano!". Mi hanno risposto: "Non riusciamo a vedere questi film in Germania, perché non li proiettano!”. Quindi potrebbe essere vero, ma alla fine tutto si realizza in collaborazione con le persone che provengono da quei Paesi, perché hanno le copie - la Deutsche Kinemathek o il Film Archive a Dusseldorf, per esempio. Anche queste persone hanno fatto il loro lavoro.
Ma per qualche ragione, c'è una certa magia a Bologna che scatta perché è assolutamente internazionale. Si vede un film, ma lo si vede anche attraverso gli occhi di persone provenienti da contesti diversi, e il modo in cui reagiscono colpisce anche me: le cose che sento o che le persone condividono con me sono davvero sorprendenti. A volte la ricezione di un regista o di un film va in una direzione completamente nuova! Diventa una scoperta completa anche per me. E penso che sia la magia del luogo e anche la frenesia di Bologna. Si entra in questo vortice che ti costringe, forse, ad avere delle idee e, in tutto questo calore, la gente tende a rispondere immediatamente ai film. Per questo è anche così faticoso per tutti! Per il resto, continuo a vederlo come qualcosa fatto in collaborazione.
(Tradotto dall'inglese)