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SAN SEBASTIAN 2023 Concorso

Cristi Puiu • Regista di MMXX

"La cosa peggiore per un artista è fare la predica"

di 

- Il regista rumeno ci ha raccontato cosa lo ha spinto ad affrontare l'anno della pandemia nel suo ultimo film, duro e molto curato

Cristi Puiu  • Regista di MMXX

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recensione
trailer
intervista: Cristi Puiu
scheda film
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, un film sulle nostre esistenze nell’anno 2020. Il film è in concorso al 71mo Festival di San Sebastian.

Cineuropa: Cosa ha visto nel 2020 che le ha fatto venire voglia di fare questo film?
Cristi Puiu: In realtà è stato nel 2021. Dorian Boguță e Dragoș Bucur, che interpretano i poliziotti nell'ultimo episodio del film, mi avevano invitato a fare un workshop nella loro scuola di recitazione e da lì è nato il film; in realtà si tratta di otto storie, in due film diversi. Questo è il primo film che abbiamo potuto realizzare, e abbiamo bisogno di denaro per finire l'altro. Ero più vicino alle storie di questo film che a quelle del prossimo, che si basa più sulle prospettive dei partecipanti al workshop. Ma l'intero progetto è nato dal bisogno di sfuggire a questi tempi bui. Prima del 2020, stavo pensando di fare un altro film, ma tutto è svanito. In questo momento faccio fatica a capire le cose.

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Intende la situazione del settore o del mondo?
Non capisco il mondo. Tutto mi sembra uno scherzo che non fa ridere. E non capisco perché non si parli di questo. È come tacere sul male. Abbiamo affrontato il male e lo stiamo ancora affrontando. Si può pensare di essere dalla parte buona della storia, ma non è così. Siamo solo collaboratori del male, e me ne sono reso conto durante questa pandemia. I limiti della nostra onestà verso noi stessi e gli altri, i limiti del nostro amore per gli altri. Questa spinta egoistica che fa di chiunque un potenziale assassino. Non è successo, ma poteva succedere. E abbiamo appena vissuto un momento non così duro se lo paragoniamo alla Seconda Guerra Mondiale, alla guerra in Jugoslavia di qualche anno fa, alle attuali guerre in Siria, Afghanistan, Iraq, Libia e Ucraina.

Si diceva: "Ne usciremo migliori di prima". Immagino che lei non sia d'accordo...
No, non abbiamo imparato nulla. Nessuno impara niente. Si vive un'esperienza molto cupa e poi qualche anno dopo si è pronti a fare la stessa cattiveria al proprio vicino. Ci permettiamo di accettare il modello di mondo che ci viene proposto perché pensiamo di essere importanti. Ma siamo importanti solo se facciamo qualcosa per gli altri. E credo che questi limiti posti in quel periodo, anche se non c’era l’intenzione, abbiano mostrato quanto sia facile porre fine alla nostra tendenza, se c'è, ad aiutare gli altri.

La prima storia è molto eloquente quando si parla di egoismo, di confini segnati per tenere fuori gli altri...
La comunicazione non è possibile perché ognuno ascolta le proprie storie e noi cerchiamo le nostre storie nelle storie degli altri. Questo è solo alimentare il proprio ego, non è capire di cosa è fatto il mondo. Il successo ha a che fare con l'egoismo, il successo non ha a che fare con l'apprezzamento spontaneo degli altri. Il vero successo è delle persone anonime di questo mondo che fanno il loro lavoro in silenzio.

Non crede che la pandemia abbia aiutato le persone a rendersi conto di alcune di queste cose?
Almeno a me ha aiutato a comprenderle. Ho capito i miei limiti. Qualsiasi cosa, buona o cattiva, che ti accade, se sei attento, modella la tua percezione del mondo, e un evento di tale portata mi ha fatto mettere in discussione la mia condizione di essere umano.

Durante le proiezioni del film diverse persone sono uscite, eppure il suo film è probabilmente il più vicino alla vita delle persone. Perché pensa che la gente non voglia vederlo?
Perché le persone sono intelligenti, perché possono decodificare la storia, e hanno paura perché sono vigliacchi, non vogliono confrontarsi con se stessi e con le loro decisioni in un passato così recente. Sono passati solo 3 anni. Immaginate, dopo la Seconda Guerra Mondiale, quanto tempo è passato prima che i film iniziassero a parlarne. Sì, c'è stato Rossellini che ha realizzato Germania anno zero, ma solo un gruppo di persone era disposto a vedere la restituzione della verità, attraverso l'arte, di un momento così buio. È troppo doloroso.

Quindi lei capisce il comportamento di quelle persone?
Certo che lo capisco! E comunque, non sono in grado di fare nulla per cambiare quello che è già successo. È quello che vorrei non accadesse con questo film, come cerco di fare in tutti i miei film: vorrei evitare di predicare. Quello di predicare è l’atteggiamento più disdicevole da parte di un artista. Chi siamo noi per fare la predica a qualcuno?

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(Tradotto dall'inglese)

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