email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

LECCE 2023

Samuel Perriard • Regista di 8 giorni in agosto

“Si sta insieme per 10-20 anni e poi succede tutto in uno o due giorni”

di 

- Abbiamo incontrato il regista svizzero al Festival di Lecce per parlare del suo film girato in Puglia, protagonista una coppia che rimette tutto in discussione dopo un piccolo incidente

Samuel Perriard • Regista di 8 giorni in agosto

8 giorni in agosto [+leggi anche:
recensione
intervista: Samuel Perriard
scheda film
]
dello svizzero Samuel Perriard è stato presentato come Evento speciale al 24mo Festival del cinema europeo di Lecce, in Puglia, una regione con cui questo lavoro ha un legame particolare. Il film è stato girato interamente a Vieste, sul Gargano, dove il regista e sceneggiatore (di recente co-regista della serie tv Wilder e regista di seconda unità per la serie Davos [+leggi anche:
recensione
intervista: Jan-Eric Mack
scheda series
]
) ha scelto di ambientare questa storia di una coppia (i tedeschi Julia Jentsch e Florian Lukas) che, durante la loro vacanza in Sud Italia con gli amici, entra in crisi dopo che il loro figlio ha un piccolo incidente. Ne abbiamo parlato con il regista a Lecce.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
sunnysideofthedoc_2025_right_May

Cineuropa: Il film comincia come un thriller e poi si trasforma in una sorta di dramma familiare. Che origini ha questa storia?
Samuel Perriard: C'è stato un incidente nella mia infanzia, quando stavo giocando con un gatto con alcuni amici sulle montagne svizzere. Un uomo ci vide e ci inseguì nel bosco, poi colpì duramente uno dei ragazzi. All'inizio il film era più un thriller e una storia di vendetta, ma poi abbiamo deciso che l'incidente in cui il ragazzo crolla sembrava più l'inizio di un cambiamento per tutte le persone coinvolte. A volte le cose accadono molto rapidamente: Voglio dire, si sta insieme per 10-20 anni e poi tutto cambia in uno o due giorni. Ovviamente i cambiamenti avvengono anche prima, ma si inizia a vedere chiaramente le cose solo a un certo punto.

Oltre a una crisi di coppia, il suo film racconta anche la crisi di una lunga amicizia.
È quel momento in cui le relazioni e le amicizie vanno in pezzi tutte insieme. Le relazioni strette, come quelle romantiche o quelle che si hanno con il proprio fratello, padre o amico, sono così potenti quando sono danneggiate. Se un estraneo si comporta in un modo che non mi piace, mi arrabbio, ma poi le nostre strade si separano. In una famiglia, se non si risolvono i problemi, c'è uno scontro continuo, e mi piacciono i drammi e le emozioni che ne derivano.

Lei ha dichiarato che nei suoi lavori il paesaggio ha un ruolo molto importante. Che cosa ha trovato di speciale nel paesaggio pugliese?
Cresciamo in un certo tipo di ambiente e poi, dopo esserci trasferiti in un altro luogo, tendiamo a tornare nelle nostre case, anche se non sono poi così belle. Per un dramma come questo, mi piaceva il contrasto tra l'ambientazione paradisiaca e le cose orribili che accadono lì. Originariamente era ambientato su un lago in Svizzera, ma mentre cercavo le location, non appena ho visto Vieste ho capito che era il posto giusto dove girare.

Un altro elemento straniante è la presenza in questo luogo di vacanza di un gruppo di militari che si esercitano alla guerra. Come sono entrati in sceneggiatura?
Ancora una volta, mi piaceva il contrasto: si sono questi soldati che si preparano per la guerra proprio nel luogo in cui i personaggi trascorrono le vacanze. Il campo militare è molto vicino a questo paradiso. Ho scritto la sceneggiatura molto prima della guerra in Ucraina e Israele. Ho viaggiato negli Stati Uniti e ho incontrato molti veterani che soffrono di disturbo da stress post-traumatico. È più attuale che mai adesso, ma la guerra c'è sempre stata. In Europa, dopo la guerra dei primi anni Novanta, pensavamo di essere abbastanza al sicuro e abbiamo iniziato a dimenticarcene. Ma in questo momento sembra che non possiamo vivere senza guerra. È sbagliato su così tanti livelli, ma la dura realtà è che siamo troppo stupidi come esseri umani per vivere insieme, quindi combattiamo l'uno contro l'altro.

E cosa mi dice di Phil Collins? La sua presenza aleggia su questa località di mare. Perché proprio lui?
Tutte le sue canzoni parlano di amore e relazioni, e questo è un altro degli strati del film. Mi piaceva anche il fatto che, a volte, grandi celebrità scelgano di vivere in piccole città e che la gente del posto lo sappia ma non ne parli, perché i turisti non devono saperlo o potrebbero cercare di rintracciarli. Vuole anche essere un simbolo: come coesistere felicemente nell’amore, nell’amicizia e nella società in generale è una delle grandi domande senza risposta della vita.

Il suo prossimo progetto si intitola Lupus. Di cosa tratta?
È ambientato sulle montagne svizzere in un luogo molto remoto, con una pastora che si prende cura di un gregge di pecore. Arriva un lupo e lei ha bisogno di aiuto, ma quando scende a valle, si rende conto che c'è stato un enorme blackout mondiale. La società è stata messa sottosopra e lei deve proteggere il suo territorio, perché le persone stanno arrivando. Vogliono le sue pecore e la sua vita, è a rischio. Si è trasferita in montagna per ritrovare se stessa, ma ora la società la sta raggiungendo di nuovo: è abbastanza distopico. Lupus è attualmente in fase di sviluppo e siamo alla ricerca di finanziamenti. È già sostenuto dallo Zurich Film Fund. Lavorerò di nuovo con Julia Jentsch. Ma ho in mente anche altri progetti e mi piacerebbe tornare presto in Italia, soprattutto in Puglia.

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy