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FUTURE FRAMES 2024

Emanuela Muzzupappa • Regista di The Love Servant

"Per me era importante raccontare una storia di crescita fatta di ostacoli e responsabilità da affrontare"

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- Parliamo con la regista italiana del suo corto sui limiti della fede, selezionato nei Future Frames dell'EFP a Karlovy Vary

Emanuela Muzzupappa  • Regista di The Love Servant

Ancella d’amore di Emanuela Muzzupappa, diplomata in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, è un cortometraggio bello e contemplativo ambientato in una piccola città italiana. Quando Pinuccia viene salvata dopo che sua madre ha pregato Santa Rita, la bambina si traveste da santa e la città crede subito che il potere di Rita sia stato trasferito a Pinuccia. Ma se all'inizio la fama elettrizza Pinuccia, ben presto la ragazzina scopre che la responsabilità che ha ora potrebbe essere troppo grande da sopportare.

Il corto sarà proiettato nell'ambito dei Future Frames dello EFP- ospitato dalla 58ª edizione del festival di Karlovy Vary (leggi l’articolo) - Cineuropa ha incontrato Muzzupappa per saperne di più sul film.

Cineuropa: Da dove nasce l'idea di Ancella d’amore?
Emanuela Muzzupappa: L'ispirazione per questo cortometraggio viene da una storia vera che mia nonna mi ha sempre raccontato fin da bambina. Infatti,nel 1948, quando aveva solo 11 anni, si risvegliò miracolosamente dal coma dopo che sua madre chiese perdono a Santa Rita.

È una storia molto importante per me e la custodisco con cura. A prescindere dal credo religioso di ognuno di noi, per me era importante raccontare una storia di crescita fatta di ostacoli e responsabilità da superare.

Può dirci qualcosa di più sul luogo delle riprese?  Sembra senza tempo.
La ricerca delle location è stata fondamentale, così come l'opportunità di girare in Calabria. Lì il tempo si è davvero fermato: in ogni luogo, passato e presente convivono in modo armonioso ma a volte sembrano anche scontrarsi, e questo è il vero fascino della mia terra.

Nel film c'è un che di onirico. Quanto è stato importante per lei ottenere questa sensazione, che sembra riflettere non solo la nebulosità dell'infanzia, ma anche i confini tra credenze e realtà?
Per me era il modo migliore per rappresentare quella linea sottile tra infanzia e crescita, realtà e finzione, ma soprattutto tra ciò che è sacro e ciò che è profano. La spiritualità può assumere forme diverse a seconda di chi la guarda; era importante riuscire a comunicare a tutti senza costringere lo spettatore ad adottare il mio stesso sguardo.

Come ha scelto la giovane protagonista? Ha impiegato molto tempo per trovare la persona che cercava?
La ricerca della protagonista è stata lunga e complessa, ma è stato sicuramente un bel percorso. Ho avuto la fortuna di incontrare persone meravigliose ma, come nelle relazioni, quando si incontra la persona giusta si capisce subito, ed è quello che è successo con Marica, che ha capito subito la storia e quello che volevo raccontare attraverso il personaggio di Pinuccia.

Speranze e aspettative per la presenza a Karlovy Vary?
Sono grata di poter partecipare a un festival prestigioso come quello di Karlovy Vary, dove spero di poter incontrare persone da cui apprendere nuove prospettive e colleghi che mi trasmettano altre visioni e modi di raccontare le mie storie.

Quali progetti ha in cantiere per il futuro?
Il mio progetto ora è la scrittura del mio lungometraggio. Ho già due storie in cantiere e, anche se sono in due fasi diverse di lavorazione, non vedo l'ora di avere l'opportunità di raccontarle.

(Tradotto dall'inglese)

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