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LOCARNO 2024 Concorso

Christoph Hochhäusler • Regista di La Mort viendra

“Trovo sia più facile ambientare una fiction, come un film di gangster, in una città che non conosco bene”

di 

- Nel suo nuovo film, il regista tedesco segue un gangster a Bruxelles, in un misto tra storia del crimine e dramma esistenziale

Christoph Hochhäusler • Regista di La Mort viendra
(© Massimo Piccoli/Locarno Film Festival/Ti-Press)

Il nuovo film di Christoph Hochhäusler, La Mort viendra [+leggi anche:
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, un misto di storia criminale e dramma esistenzialista, viene presentato in anteprima mondiale nel concorso internazionale del Festival di Locarno di quest'anno. Abbiamo parlato con il regista dei suoi personaggi e della decisione di ambientare la storia a Bruxelles.

Cineuropa: C'è un'immagine o una scena particolare che hai usato come punto di partenza?
Christoph Hochhäusler:
Tutto è partito dalla domanda su come una persona con molto potere affronta la propria morte. È un pensiero che mi ha sempre affascinato. Mi sorprende spesso notare come molti uomini desiderino che la morte avvenga in modo improvviso, senza segni di debolezza e con un certo controllo. Questa tendenza mi sembra una mancanza di umiltà, che oggi sembra caratterizzare l'atteggiamento maschile.

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Il protagonista maschile è contrapposto a una donna killer a pagamento. Volevamo rappresentare l'idea di un "ultimo gangster", un modello di combattente solitario in via di estinzione. Durante una proiezione di prova, una spettatrice ha commentato: "Gli uomini si stanno eliminando da soli". Ho trovato questa osservazione molto azzeccata. Le donne nel film formano un triangolo. Non si tratta di un'analisi socio-politica da parte mia, ma di una sensazione: le donne nel film hanno un approccio diverso. Sono più realistiche e collaborative, e quindi hanno più probabilità di sopravvivere.

Avevi un'idea specifica dell'aspetto dell'attrice?
Quando scrivo un personaggio, cerco di lasciarlo in qualche modo sfocato. Quando faccio il casting, voglio essere sorpreso. A volte mi capita di avere in mente qualcuno di specifico per un ruolo, ma raramente. Ulrike Müller, che si occupa del casting dei miei film, mi ha mostrato un'intervista televisiva in cui Sophie Verbeeck parlava del suo ruolo in A Paris Education [+leggi anche:
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intervista: Jean-Paul Civeyrac
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di Jean-Paul Civeyrac. È così che l'ho scoperta. Ha interpretato diversi ruoli, ma quell'intervista è stata decisiva per me. L'ho trovata perfetta per il mio film. Sophie possiede una combinazione entusiasmante di estrema tenacia e apertura. Il suo volto esprime delle contraddizioni. Era importante per me sviluppare l'aspetto del personaggio insieme a lei. Come porta i capelli? Che scarpe indossa? Quali vestiti sceglie? Quanto spesso li cambia? Per me, questa è sempre una parte fondamentale della "ricerca" di un personaggio.

È così che hai pensato agli altri ruoli intorno ai due personaggi principali?Louis-Do de Lencquesaing nel ruolo del gangster anziano e Sophie in quello dell'assassina hanno solo due scene insieme, ma sono stati gli unici due attori che abbiamo scelto congiuntamente. Sentivo che fossero loro a dover sostenere il film. Anche se non appaiono molto insieme, i due personaggi sono strettamente legati l'uno all'altro. Con Ulrich Peltzer, con cui ho scritto la sceneggiatura, ho cercato di sviluppare il film come un panorama. Il film racconta la storia di molti personaggi, di un cosmo, di un mondo. Abbiamo ritenuto che per questo film un solo personaggio principale non sarebbe stato sufficiente. Tuttavia, è anche vero che probabilmente non ci sono mai stati così tanti personaggi nei miei film come in questo.

Quali sono stati gli aspetti più importanti del concetto estetico del film? In che modo Bruxelles ti ha ispirato come ambientazione?
Fondamentalmente, il film è nato a partire da Bruxelles. Ho visitato la città, mi è piaciuta molto e ho subito pensato che fosse il luogo ideale per ambientare un progetto. La prima cosa che mi è venuta in mente è stata: "Potrebbero vivere qui dei gangster?". Non intendo dire che non si possano fare film completamente diversi a Bruxelles, ma questa è stata la prima idea che mi ha ispirato. Trovo più facile ambientare una fiction, come un film di gangster, in una città che non conosco bene, perché ti offre quella distanza necessaria per sviluppare un gangster cinematografico. Bruxelles ha questa miscela di bellezza e brutalità, con un certo grigiore accanto a elementi molto maestosi. Spero di poter girare un altro film a Bruxelles. Non è un caso che un paese così piccolo produca tanti grandi film. Ha molti grandi attori e professionisti. È stata un'esperienza molto piacevole girare lì.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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