VENEZIA 2024 Settimana Internazionale della Critica
Alexandra Simpson • Regista di No Sleep Till
“Questa attesa di qualcosa di più grande di te era qualcosa che volevo fosse palpabile fin dall'inizio”
di Marta Bałaga
- VENEZIA 2024: La regista franco-americana ci parla di uragani, Florida e di come trovare la bellezza nel disastro

È la stagione degli uragani in Florida, e molte persone stanno fuggendo da una situazione apocalittica - molte, ma non tutte: Alexandra Simpson segue coloro che sono paralizzati se non addirittura stranamente eccitati dalla misteriosa forza su cui non hanno controllo. Nel suo film No Sleep Till [+leggi anche:
recensione
intervista: Alexandra Simpson
scheda film], selezionato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia si intravede bellezza nel disastro.
Cineuropa: C'è un senso di attesa in questo film. Ma se chiedesse ai suoi protagonisti cosa stanno aspettando, probabilmente non lo saprebbero.
Alexandra Simpson: Credo che lei abbia ragione a usare il termine "attesa". C'è una sensazione di stagnazione. Ci sono aspirazioni, desideri e sogni, ma sono tutti fuori portata. Sappiamo che qualcosa sta per finire, ma ci sentiamo impotenti. Però non volevo catturarlo in modo troppo tragico o drammatico. Volevo mostrarlo in modo tenero e malinconico, in un modo che parlasse molto della Florida.
Ogni anno c’è la stagione degli uragani. Fin da quando ero bambina, mi è stato detto: "Questo posto un giorno scomparirà". È come un rituale che si ripete. Ci si prepara, si aspetta e si vede cosa succede. Volevo che questa attesa di qualcosa di più grande di te fosse qualcosa di palpabile fin dall'inizio.
Trova divertente che il film venga proiettato a Venezia, un luogo che un giorno dovrebbe scomparire, come ci viene detto?
Mi chiedo se i veneziani possano immedesimarsi in questo sentimento di accettazione di una perdita. Oppure è un luogo che nega la propria scomparsa?
È bello quando i personaggi parlano di qualcosa, ma non si tratta affatto di ciò di cui discutono, bensì del loro stare insieme. Qui si chiedono perché le canzoni country parlano sempre di camion, perché non riescono a dire che si vogliono bene.
Volevo mostrare l'imbarazzo e l'incapacità di scegliere le parole giuste. Lo vedo come un lavoro d'insieme, ma non ho mai voluto che queste persone si incontrassero. Sarebbe stato troppo facile e prevedibile. Sono stato influenzato dai dialoghi di alcuni film di Gus Van Sant. Come quando in una scena in Gerry, siedono intorno al fuoco e parlano di un videogioco per un tempo che sembra infinito.
Inoltre, non volevo la "Florida da cartolina" nel film. Volevo qualcosa di caotico, inquietante. Parla anche di una città come Atlantic Beach, allestita come un luogo turistico, ma dove non ci sono turisti. C'è fragilità nel paesaggio e fragilità nei dialoghi. Non si sa da che parte stare. La tempesta non c'è, ma ne parliamo.
Negli ultimi anni la Florida è diventata uno strano stato d'animo. I comici la deridono e Taylor Swift ne canta. C'era qualcosa di particolare che voleva mostrare?
È soprattutto a causa dei social media e di tutti i meme, ma volevo allontanarmi da questo. Io non sono cresciuta lì; mio padre viene dalla Florida. Io sono cresciuta in Francia. Ci portava lì ogni anno ed è così che ho scoperto gli Stati Uniti. Stavamo in Florida tutta l'estate e da bambina pensavo: "Ok. Questa è l'America". Mi sembrava un mondo così chiuso.
Dopo Twisters, si è parlato di un ritorno dei film sulle catastrofi. Lei gioca con temi simili e c’è persino un "cacciatore di tempeste". Che cosa vogliono queste persone, avvicinarsi a Dio?
Quest'uomo è un vero cacciatore di tempeste, non è un attore. Ho partecipato ad alcuni inseguimenti con lui che ha una tale dedizione ad avvicinarsi a questi mostri naturali... Mi è sembrato davvero qualcosa di spirituale. Inoltre, è un processo solitario. Ti isola, ma c'è così tanta bellezza in questa attesa. C'è attesa e molta delusione, perché puoi aspettare per giorni e non ottenere assolutamente nulla. Una volta mi ha detto, e l'ho scritto nel film, che è incredibile il modo in cui il cielo opera.
Esplora il modo in cui le persone reagirebbero oggi all'apocalisse: lo farebbero in live-streaming, scriverebbero post al riguardo e farebbero festa come se non ci fosse un domani. C'è qualcosa di edificante in tutto questo.
C'è una strana leggerezza nel film perché, sì, volevo mostrare una festa. Ci sono "feste per l'uragano" in Florida; ci sono persone che si riuniscono in questo modo. Questo aspetto celebrativo dà alla storia una sensazione spettrale. Mentre scrivevo, ho pensato a tutti i diversi modi in cui affrontiamo le catastrofi.
(Tradotto dall'inglese)
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