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VENEZIA 2024 Settimana Internazionale della critica

Lawrence Valin • Regista di Little Jaffna

“A un certo punto mi sono detto: qual è il mio posto?”

di 

- VENEZIA 2024: Il regista francese parla del suo primo lungometraggio, un film di genere poliziesco che mescola stile occidentale e Kollywood, e del suo desiderio di valorizzare la doppia cultura

Lawrence Valin • Regista di Little Jaffna
(© Fabrizio de Gennaro/Cineuropa)

Presentato in chiusura della Settimana internazionale della critica nell’ambito dell'81ma Mostra di Venezia, Little Jaffna [+leggi anche:
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intervista: Lawrence Valin
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è il primo lungometraggio del regista francese Lawrence Valin.

Cineuropa: Come le è venuta l'idea di un film di infiltrazione ambientato nella comunità tamil di Parigi?
I miei genitori sono originari dello Sri Lanka, sono cresciuto in quella cultura e per me era importante parlarne fin dal mio primo lungometraggio, perché in Francia non ci sono molti film che la trattano. C'è stato solo Dheepan [+leggi anche:
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Q&A: Jacques Audiard
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di Jacques Audiard. Per quanto riguarda il genere, mi ha aiutato a rendere il mio soggetto universale perché non volevo fare un documentario. Con un thriller, un film di suspense, posso parlare un po' della storia della comunità tamil e del conflitto armato che l’ha vista contrapposta al governo dello Sri Lanka per 25 anni. È stata una guerra che non ha avuto molta attenzione da parte dei media, ma nella quale sono stato immerso per tutta la mia giovinezza. Volevo che fosse un film di genere che parlasse al maggior numero possibile di spettatori, nella speranza che quelli interessati possano poi approfondire l'argomento.

Il personaggio dell'infiltrato è combattuto tra il suo incarico sotto copertura e la realtà di ricongiungersi alla sua identità Tamil.
È esattamente questo. Tutto nasce dalla mia esperienza personale. Sono cresciuto dicendo a me stesso: “Sono francese”. Appartengo alla prima generazione di tamil nati in Francia e mia madre mi ha sempre detto che dovevo integrarmi. Quasi al punto di cancellare la mia parte tamil: ero francese, quindi dovevo essere come gli altri francesi. Da entrambe le parti mi è stato detto di scegliere: o sei francese o sei tamil. Ma scegliere uno dei due mi sembrava un tradimento. Volevo quindi trasmettere questo conflitto interiore nel film, ma senza che il protagonista scegliesse davvero perché, in definitiva, la realtà è che è entrambi. Il film esplora questa doppia eredità. Quando sono arrivato al cinema francese come attore, 13 anni fa, è stato subito chiaro che non ero abbastanza francese per interpretare certe parti. E in India, non sono abbastanza tamil per interpretare certe parti. Quindi, a un certo punto, mi sono chiesto quale fosse il mio posto. È questa doppia cultura che ho voluto creare ed esplorare con questo film, con un personaggio principale francese ma con il colore della mia pelle.

Cosa ci dice delle forti scelte formali, che fondono uno stile cinematografico occidentale con uno indiano?
Sono cresciuto circondato dal cinema Kollywood dell'India meridionale, altamente politicizzato, che è una delle mie ispirazioni. Per fare un'analogia, è un po' come se Tarantino apparisse in un film di Scorsese. Nel cinema tamil c'è un lato folle: a volte sembra quasi un manga, oppure è molto rallentato; ci sono balli, combattimenti surreali, ecc. Ci sono anche dei codici nel cinema coreano che mi ispirano molto. Se avessi spinto un po' più in là i limiti di Kollywood, dove quando l'eroe viene colpito vola per sei metri, il film sarebbe diventato una commedia per gli spettatori occidentali. Per gli spettatori tamil, che prendono le cose alla lettera, sarebbe sempre stato un eroe. Quindi, in fase di montaggio, ho giocato con i limiti in vari punti per trovare quella linea sottile.

Lei stesso interpreta il ruolo principale. Come ha messo insieme il cast?
Sono quasi tutti non professionisti, perché non ci sono molti attori di origine tamil in Francia. Ma ho cercato tre attori professionisti in India, ovvero Vela Ramamoorthy e soprattutto Radikaa Sarathkumar che è una grande star laggiù, l'equivalente di Isabelle Huppert in Francia. Hanno investito se stessi nel film per il suo aspetto politico e per me è stata una fortuna perché ho potuto beneficiare della loro esperienza e rendere il film ancora più credibile per la comunità tamil in Francia. Per quanto mi riguarda, come attore, di solito mi viene chiesto di interpretare ruoli di immigrati e spesso devo recitare come se stessi cercando di parlare francese, con un accento. Ho voluto staccarmi da questa situazione, per cui il mio personaggio parla un francese corretto. Volevo fare un film in cui le persone come me, che provengono da una doppia cultura, potessero identificarsi.

(Tradotto dal francese)

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