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SAN SEBASTIAN 2024 Concorso

Pilar Palomero • Regista di Los destellos

“La vicinanza alla morte ci pone in un luogo diverso nella nostra vita”

di 

- Nel suo terzo film, la regista spagnola parla dell'accompagnamento alla malattia e di come ha portato la storia originale di Eider Rodríguez, su cui si basa, nel suo terreno personale

Pilar Palomero • Regista di Los destellos
(© Jorge Fuembuena/SSIFF)

La regista spagnola Pilar Palomero vinse cinque premi Goya (incluso quello per il miglior film) con Las niñas [+leggi anche:
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, il suo lungometraggio d'esordio proiettato alla Berlinale. Due anni dopo, La maternal [+leggi anche:
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debuttò al Festival di San Sebastian, vincendo il premio per la miglior interpretazione a Carla Quílez. Ora ritorna a questo stesso festival con Los destellos [+leggi anche:
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, adattamento cinematografico di un racconto di Eider Rodríguez (intitolato Un corazón demasiado grande) al quale si sentiva particolarmente legata.

Cineuropa: Come è entrata in questo progetto?
Pilar Palomero:
Il produttore Fernando Bovaira (MOD Producciones) mi contattò per realizzare l'adattamento dell'originale letterario. Non l'avevo letto né conoscevo il lavoro di Eider, ma non appena l'ho letto sono diventata una fan sfegatata del suo lavoro. La storia mi è piaciuta moltissimo, mi ha incantato. Allora ho detto a Fernando che non volevo fare un film su commissione, ma piuttosto portarlo nella mia terra. E lo voleva anche lui. Abbiamo lavorato molto fianco a fianco: lui ha seguito tutte le fasi di lavorazione e mi ha accompagnato molto, così come la coproduttrice Valérie Delpierre, della quale ho un'enorme fiducia. Ma qui il peso della produzione artistica è stato portato da Bovaira. Lui aveva ricevuto questa storia e voleva farne un film, fare un pezzo da camera, qualcosa di intimo, perché ne era rimasto molto commosso. Se non avesse affascinato anche me, non avrei aderito al progetto.

In che modo l’ha colpita il racconto originale? Riconosce in esso qualcosa della sua esperienza personale?
Quando l'ho letto sono rimasta affascinata da come era scritto, con questi quattro personaggi che sono contraddizioni viventi. E dalla situazione che crea, in cui ti chiedi: cosa farei se mia figlia mi chiedesse questo favore e dovessi rincontrare qualcuno che era parte della mia famiglia ma che oggi è un estraneo?

Senza alcuna voglia di farlo, peraltro.
E ti mette in una posizione complicata. Soprattutto, l'adattamento allo schermo mi ha permesso di riflettere su temi che mi hanno sempre ossessionato, come lo scorrere del tempo, le tracce che lasciamo o che ci restano e, soprattutto, come la vicinanza di una morte ci collochi in un altro posto nella nostra vita. Ha a che fare con le mie esperienze. Ho introdotto in questo adattamento cose che avevo sentito e vissuto, infatti è stato girato nella città della mia famiglia e ho scritto la sceneggiatura basandomi su luoghi che conoscevo bene. Era importante portare la storia in un luogo familiare e trasmettere le cose che avevo provato.

Durante la scrittura della sceneggiatura ci sono stati due riferimenti importanti. Fernando Bovaira mi ha mostrato il documentario Los demás días [+leggi anche:
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intervista: Carlos Agulló
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di Carlos Agulló, sulle cure palliative: l'équipe che appare in quel film appare anche nel mio. Da lì ho parlato con Pablo Iglesias, il medico che appare in Los destellos, dell'argomento e su cosa volevo riflettere: le cure palliative esistono per offrire la miglior vita possibile fino all'arrivo del momento della morte. L'idea era provare a fare un film in cui si sente più la vita che la morte, che sia un invito al pubblico a ricordarsi che abbiamo il presente e basta. Poi c'era un articolo, intitolato Conservaos buenos, di Maribel Andrés Llamero; stai scrivendo la sceneggiatura e pubblicano questo articolo, lo leggi e ti dici "questo è scritto per il progetto". Poiché parla della morte di suo padre, è un modo bellissimo per spiegare come dice addio alla vita e come ciò che sente di più in quell'addio è sapere che non potrà più godere della bellezza e dell'arte. Tutti questi elementi mi hanno spinta a girare Los destellos, oltre alla mia esperienza personale quando è morto mio padre.

Infine, il rapporto madre-figlia appare in tutti e tre i suoi film.
Non lo faccio intenzionalmente ed è divertente perché ho un ottimo rapporto con mia madre. È una cosa che mi interessa e che metto lì inconsciamente, perché anche nel film che sto preparando compare un rapporto madre-figlia. Perché sono particolari, c'è tanto amore se tutto va bene, ma anche conflitto e contraddizione.

(Tradotto dallo spagnolo)

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