email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SEMINCI 2024

Marta Nieto • Regista e attrice di La mitad de Ana

“La maternità è un luogo bellissimo e pericoloso”

di 

- L'attrice esordiente nella regia di lungometraggi commenta gli aspetti del suo primo film, di cui è anche protagonista, come la laboriosità della post-produzione e la sua realizzazione

Marta Nieto • Regista e attrice di La mitad de Ana
(© Seminci)

L’attrice Marta Nieto debutta come regista di lungometraggi con La mitad de Ana [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Marta Nieto
scheda film
]
, di cui è protagonista e che ha co-sceneggiato insieme a Beatriz Herzog, e con cui concorre alla 69ma Seminci - Semana Internacional de Cine de Valladolid.

Cineuropa: Come affronta le interviste non solo come attrice ma anche come regista?
Marta Nieto:
Molto bene, in questo modo posso vedere se il film è piaciuto o meno...

Con cosa ha girato il film, con le sue viscere, con il suo cervello, con il suo cuore...?
La forza motrice fondamentale è stata l'anima. Avevo il bisogno di raccontare qualcosa. Poi, durante le residenze dell'Accademia del Cinema, ho sviluppato un'idea e successivamente è arrivata María Zamora, la produttrice del film. Tutto ha cominciato a formarsi in modo organico. Ma l'impulso non era quello di dirigere o di fare una prima alla Seminci, ma di raccontare una storia che volevo raccontare.

Anche lei, come il suo personaggio nel film, aveva bisogno di vedere il mondo con occhi diversi, uscire dal suo ruolo esclusivo di madre e riconquistare la sua libertà?
La maternità è un luogo bellissimo e, allo stesso tempo, pericoloso. Puoi nasconderti lì per tutta la vita e tutti pensano che sia normale, perché stai facendo qualcosa di molto buono, come crescere tuo figlio, ma ti dimentichi – senza che tu o chi ti circonda se ne accorga se non vuole vederlo – di tante altre cose che ti danno salute e gioia. E questo è un esercizio che io stessa ho dovuto fare e che viene raccontato in La mitad de Ana, quando lasci certe convinzioni che ti intrappolano per vedere le cose da un altro angolo. È un viaggio che ho dovuto fare per dirigere il film: acquisire un altro modo di pensare e comprendere questo mondo.  

Cosa le ha insegnato dirigere il suo primo lungometraggio? Le ha fatto scoprire qualcosa?
La postproduzione. È straordinario! Tre mesi di lavoro! Dirigere significa prendere tante decisioni, tutte importanti, nella maniera più lucida possibile. Ho avuto la fortuna di essere circondata da persone che ne sanno più di me, mi hanno aiutato tantissimo e mi hanno lasciato fare quello che volevo. Ma la post-produzione... sono tante ore, passate in studio, dove devi ascoltare bene quando sei al sonoro, guardare bene quando sei in fase colore... tutto un mondo.

Ha cercato attori francesi che vi partecipassero.
Sì, al Festival di Les Arcs ho parlato con Roman Duris, che ha letto la sceneggiatura, ma non ha potuto girarla. Poi doveva essere Vincent Macaigne, ma alla fine non poteva neanche lui. Per fortuna Nahuel Pérez Biscayart poteva, sapevo che era un attore incredibile, ma non sapevo che fosse un essere straordinario.

In un altro festival recente, a Malaga, ha partecipato come giurata; ora qui è lei ad essere giudicata. Cosa si prova ad essere dall'altra parte?
Abbasso le aspettative. È bello essere qui e competere è bellissimo. Ma è un gioco e se serve a supportare il film è fantastico, altrimenti va bene lo stesso.

Tornerà a dirigere o lascerà passare un po’ di tempo prima di fare un altro film?
Sì, mi riposerò, perché sono anche un'attrice. Fino a quando non avrò una storia che voglio raccontare e che abbia senso per me, dove posso metterci tutte le mie energie... perché dirigere è un gran lavoro. Lo sapevo già, ma è sorprendente quanto tempo fisico devi investire oltre alle idee, i giorni che devi dedicare per assicurarti che tutti i processi finiscano nel miglior modo possibile.

Quando La mitad de Ana era solo un progetto, ha partecipato alle residenze dell’Accademia del Cinema. L’ha aiutata a costruire il suo film?
È un luogo guidato da Inés Enciso, che si mette al tuo servizio, con la struttura dell'Accademia, per tutto ciò di cui il film ha bisogno per crescere, da un corso di sceneggiatura al metterti in ​​contatto con un direttore del casting o al lavoro con gli attori… Il sostegno è forte: un vero lusso. Ci sono anche sinergie tra colleghi: puoi chiedere e ti sarà dato. Ad esempio, se hai bisogno di sapere come produrre o imparare a girare.

(Tradotto dallo spagnolo)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Leggi anche

Privacy Policy