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BERLINALE 2025 Panorama

Eva Libertad • Regista di Sorda

“La salute di una coppia viene messa alla prova quando deve affrontare dei problemi”

di 

- BERLINALE 2025: La regista spagnola esordiente spiega perché ha deciso di indagare i complessi legami tra persone udenti e disabili, come la sua stessa sorella, protagonista del film

Eva Libertad • Regista di Sorda
(© Dario Caruso/Cineuropa)

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è stato presentato in anteprima mondiale al 75mo Festival di Berlino, nella sezione Panorama, e ha partecipato anche al Festival di Malaga a marzo. La regista Eva Libertad ha risposto alle nostre domande sul film

Cineuropa: Nel 1987 Marlee Matlin ha vinto l'Oscar per Figli di un Dio minore. Da allora non abbiamo più visto molti personaggi o interpreti sordi al cinema. Perché, secondo lei?
Eva Libertad: Penso che il cinema sia il riflesso della società in cui viviamo, dove l'egemone ha la precedenza sul subalterno e sul non-normativo, e il normale è considerando sopra al diverso.  Noi facciamo il cinema che siamo, e se non siamo sensibilizzati ed educati a relazionarci con le disabilità, è difficile per noi trasferirle al cinema. So molto sulla sordità perché mia sorella, Miriam Garlo, la protagonista di questo film, è sorda nella vita reale. Ma non so nulla di altre disabilità, perché se non hai qualcuno vicino a te con una disabilità, non hai alcuna conoscenza di cosa significhi vivere con una condizione diversa. Per questo è difficile trasmetterlo nel cinema, anche se negli ultimi anni c'è stato un cambiamento negli sguardi dietro la macchina da presa e ora sono più diversificati, ma abbiamo ancora molta strada da fare in questo senso.

Sorda è nato come cortometraggio ed è diventare un lungometraggio. Cosa ha fatto per farlo crescere?
Il cortometraggio è stato un seme. Quando l'abbiamo finito, sentivo che c'era ancora molto da indagare, da raccontare sul personaggio principale e sia io che Miriam volevamo continuare a lavorare insieme, perché è stata una bellissima esperienza. Il lungometraggio mi ha permesso come regista di sviluppare maggiormente questo mondo. Nel cortometraggio c'era solo il tempo di parlare delle paure che la protagonista provava quando voleva diventare madre, una madre sorda in questo mondo di udenti e normodotati. Ma il film mi ha permesso di esplorare quello che è successo dopo. Nel film un uomo udente (interpretato da Álvaro Cervantes) e una donna sorda hanno una figlia e questo mi ha permesso di esplorare cosa cambia, cosa succede al personaggio di Ángela e al suo compagno, e ai suoi genitori... È stato come sviluppare e immaginare possibili risposte alle domande che ci eravamo posti nel cortometraggio.

Il film affronta anche temi come la responsabilità materna e la mancanza di comunicazione: sono problemi comuni a qualsiasi altra coppia?
L'arrivo di un bambino è sempre una sorta di deflagrazione per una coppia, in questo caso Ángela e Héctor hanno costruito una bolla, un ambiente sicuro per risolvere i loro problemi di comunicazione, ma  solo tra di loro: quando arriva una terza persona e devono aprirsi, questo li costringerà a interagire nell’asilo o con la famiglia, per esempio. Perché quando tutto va bene è meraviglioso, ma la salute di una coppia viene messa alla prova quando si devono affrontare i problemi.

Pensa che le persone sorde e cieche siano ancora discriminate?
Lo sforzo che una persona disabile deve fare per svilupparsi sarà maggiore rispetto a chi non ha una disabilità. A livello istituzionale, manca la volontà politica di realizzare un cambiamento, con programmi educativi, formazione alla consapevolezza e risorse. Inoltre, è necessario rimuovere le barriere fisiche.

Quanto c’è della sua esperienza reale nel film?
Prima di scrivere la sceneggiatura ho fatto ricerche e intervistato madri sorde per conoscere le loro esperienze, per scoprire se i loro rapporti con i partner e le famiglie erano cambiati. Ma il film è una finzione, anche se ha una base reale. Héctor è un po' il mio alter ego, perché ho accompagnato mia sorella per tutta la vita. Le ho dato le varie versioni della sceneggiatura e lei mi ha dato la sua opinione, ma il personaggio di Ángela è nato dalla mia immaginazione.

Quale messaggio vuole trasmettere al pubblico con il suo film?
Sorda nasce dal desiderio di esplorare il legame tra il mondo degli udenti e quello dei sordi, quanto sia complesso questo legame, con le sue difficoltà, luci e ombre. Il legame con mia sorella è molto bello, ma a volte faccio degli errori e sto ancora imparando a relazionarmi con lei. Voglio anche che le persone escano dal cinema con il desiderio di analizzare questi legami vitali, che ci permettono di crescere.

(Tradotto dallo spagnolo)

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