Mohamed Rashad • Regista di The Settlement
“Quest'uomo stava costruendo il suo futuro sulla morte del padre”
di Ola Salwa
- BERLINALE 2025: Il regista egiziano racconta il suo primo film di finzione, nato dalla fascinazione per gli ambienti industriali

Cineuropa ha conversato con il regista di Alessandria d’Egitto Mohamed Rashad, il cui primo film di finzione, The Settlement [+leggi anche:
recensione
intervista: Mohamed Rashad
scheda film], è stato presentato in Perspectives, la nuova sezione competitiva per opere prime della Berlinale. Il film di Rashad è stato girato in Egitto ed è nato dalla sua fascinazione per gli ambienti industriali. Il regista ce ne svela gli elementi più importanti.
Cineuropa: Il suo film è ispirato a eventi reali. Mi chiedo se quell'incidente mortale in fabbrica sia stato un caso isolato, o se questo tipo di incidenti accadano più frequentemente e facciano parte del dibattito pubblico in Egitto?
Mohamed Rashad: In realtà, non so se sia successo molte volte o con una certa frequenza. Penso che l'ispirazione iniziale per il film fosse solo nella mia mente: mi piacevano le immagini dell'ambiente industriale. Tutto ciò che avevo era l'immagine di un uomo che lavora in fabbrica, ma che non gli appartiene. Non so perché quest'immagine mi sia venuta in mente così tante volte. Poi, tramite un amico, ho incontrato un uomo che ci ha raccontato la storia di suo padre. Era un operaio edile che è morto dopo una caduta da una grande altezza. L'azienda ha offerto il suo posto al figlio, che ho incontrato, ma gli hanno chiesto di non fare causa all'azienda. Quando ho parlato con lui, ho notato i suoi occhi mentre mi raccontava dei suoi sentimenti e di come stava costruendo il suo futuro dopo la morte del padre. Era molto triste e l'ho usato nella mia storia. Si trattava di un tizio che lavorava in una fabbrica che non gli apparteneva.
Uno dei temi chiave del film è come Hossam cresce e diventa un uomo. Questo elemento, e anche il rapporto tra lui e il fratello minore Maro, erano importanti per lei?
In realtà sì, perché il mio primo lungometraggio era un documentario. Parlava del rapporto tra padre e figlio. Credo che sia un tema importante per me, anche in The Settlement. Ai miei occhi, ci sono due "coppie" di padri e figli: una è Hossam e suo padre, e l'altra è Hossam e Maro, il fratello minore. Maro guarda Hossam come se fosse suo padre, come se lo sostituisse in quel ruolo. Non so esattamente perché questo tema sia importante per me, ma cercherò di scoprirne il motivo.
Forse girando film... Ha scelto attori non professionisti in The Settlement. Perché?
Probabilmente, ancora una volta, per via del mio background nel documentario. Un altro motivo per cui avevo bisogno di volti nuovi è che non volevo che il pubblico vedesse l'attore che interpretava il personaggio, ma solo il personaggio stesso. Volevo rendere il film più naturale. Inoltre, credevo che ci fossero due personaggi principali – Hossam e Maro – e volevo che fossero in armonia. Sapevo che non sarei riuscito a trovare un attore professionista di 12 anni [come Maro].
Hossam incontra una giovane donna in fabbrica e, per un attimo, sembra sperare in un futuro roseo. Ma poi non succede. Perché?
Hossam è intrappolato nel suo passato e non riesce a cambiare, per quanto si sforzi. Nessuno vuole dargli una seconda possibilità. È un operaio, ed è una vita disperata per tutti loro. Sono poveri e vivono in condizioni difficili. Hossam non è un bravo figlio, non è un bravo uomo, e nemmeno un bravo fratello, e la gente lo giudica per questo. Quindi, pensa che sia il suo destino continuare a vivere così.
La madre di Hossam e Maro è la donna più importante del film. Ha bisogno di cure costanti da parte del figlio. Il suo personaggio simboleggia forse il fatto che i ragazzi non hanno un vero sostegno in questo mondo?
No, non è simbolica. C'è una relazione complicata tra lei e Hossam. Ha paura di perderlo di nuovo, quindi non gli dimostra alcun sentimento. Invece, tutta la sua cura e il suo calore sono rivolti a Maro.
Un'alternativa alla vita in fabbrica è la fuga verso quella che viene chiamata la "Montagna Beduina". È un luogo reale, dove uomini che non hanno altra scelta vanno a trascorrere il resto della loro vita?
Nel film, è un luogo dove i gangster vanno a nascondersi. Ma è simbolico, più che reale.
E Maro? Pensa che ci sia un futuro migliore davanti a lui?
Il film si conclude con Maro che pensa a suo fratello: lo ha perso, e prima ancora, suo padre è morto, quindi ha perso anche lui. E allo stesso tempo, Hossam ha vendicato il padre, quindi forse Maro non ha più bisogno di vendicarsi di nessuno. O forse sa che questo è l'unico modo di vivere. Potrebbe essere una di queste due opzioni.
(Tradotto dall'inglese)
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.