Alauda Ruiz de Azúa • Regista di Los domingos
“Quando scoppiano conflitti nelle nostre case, è difficile per noi essere tolleranti”
- La regista basca racconta nei dettagli il suo nuovo film, un progetto a lungo accarezzato che affronta temi come l'adolescenza, il rispetto, le crisi familiari e le crisi di fede

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scheda film], di cui parla in questo incontro.
Cineuropa: È passato poco tempo tra la sua serie precedente e l’uscita del suo nuovo film.
Alauda Ruiz de Azúa: Il progetto risale a prima, anche se ha coinciso con Querer. È iniziato dopo le riprese di Cinco lobitos. Ebbi una conversazione con i produttori, che mi chiesero se avessi un’altra storia in mente. Dissi loro che forse sembrava una follia, ma questo tema mi affascinava da giovane, quando ne sentii parlare: una ragazza voleva farsi suora e stava sconvolgendo la sua famiglia. L’idea viene da molto lontano, ma si è costruita poco a poco negli ultimi anni.
E loro come hanno reagito a un tema che non è di moda?
È stato fantastico perché abbiamo parlato di cosa avremmo fatto in una situazione del genere e di come sarebbe stata oggi. Abbiamo passato molto tempo a discutere di come una famiglia avrebbe affrontato qualcosa di così esotico e radicale. Quindi non è stato difficile convincerli. Inoltre, ho avuto la fortuna che sia uscita la serie Querer e che Movistar Plus+ si sia interessata anche al film. Tutti hanno visto che si affrontava un tema interessante.
La famiglia è il grande tema comune della sua filmografia: quell’entità in cui cresciamo, ma che a volte ci complica anche la vita…
In questo caso il film affronta le fragilità della famiglia, mettendone in discussione l'istituzione. Esiste una narrazione sociale costruita e fortemente radicata attorno alla famiglia: dovrebbe essere il rifugio, con il suo sostegno, e il luogo in cui devono volerti bene. Ma non è sempre così. Mi chiedevo: quando lo scopri? Credo a 16 o 17 anni, quando inizi ad avere una coscienza più adulta e a guardare i tuoi genitori in un altro modo.
Ad ogni modo, l’adolescenza non è facile da comprendere per gli adulti.
Ciò che mi è piaciuto davvero di questo progetto è stato il contatto con persone di quell'età: riconnettermi con quel senso di incoerenza, con le uscite alle feste e con i primi amori. Ma in quella fase della vita c’è anche la capacità di provare un certo vuoto esistenziale e ansia di fronte all’incertezza, quando inizi a entrare davvero nel mondo adulto senza avere esperienza. Ho cercato di tradurre tutto questo dando alla protagonista tutta questa complessità: le piace uscire e ballare con le amiche, ma può anche convivere con un’ansia che la porta verso qualcosa di più spirituale.
Comunque, quanto è difficile accettare le decisioni altrui!
Sì, è molto difficile. Il personaggio della zia della protagonista cerca di interrogarsi sulla tolleranza con una certa onestà, perché tutti ci crediamo tolleranti o ci piace pensare di essere rispettosi della vita degli altri, perché vogliamo che gli altri siano tolleranti con tutto ciò che ci riguarda. Ma a volte è una facciata, perché quando il conflitto avviene in casa nostra e con persone che amiamo, ci costa molto di più essere tolleranti. E mi chiedevo se bisogna tollerare proprio tutto. È difficile arrivare al punto di poter sostenere che non si tollera qualcosa e perché. Mi sembrava interessante lanciare questa domanda allo spettatore. La vera tolleranza è molto complicata, ma deve essere sempre accompagnata da una riflessione etica sulle cose.
Il film si regge tutto sul mistero e sul dubbio se la giovane protagonista alla fine si farà suora o no…
Ho cercato di costruire la tensione del film attorno alla domanda su quanto questa vocazione sia genuina, soprannaturale e autentica, o se sia in qualche modo costruita, spinta o influenzata dal mondo degli adulti, sia esso familiare o religioso. Ma è lì che lo spettatore deve destreggiarsi: chiedendosi come sia arrivata quella persona a sentire questo. Mi piacciono i film che non mi spingono, non mi urlano con un megafono, ma mi lasciano spazio per pensare. Certo, credo che Los domingos abbia una prospettiva critica sulla famiglia e sul mondo religioso, con situazioni difficili da giudicare, ma è vero che il film intende dare allo spettatore lo spazio per pensare con la propria testa.
(Tradotto dallo spagnolo)
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