email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

Italia

Mario Bova • Direttore, Euro Balkan Film Festival

“Il festival offre al pubblico una selezione di testimonianze che spaziano dall'angoscia della guerra alla speranza per il futuro”

di 

- Il direttore del festival parla di come il cinema possa aiutare a guarire le ferite della memoria e del suo obiettivo di costruire ponti tra i Balcani e l'Europa occidentale

Mario Bova • Direttore, Euro Balkan Film Festival

Cineuropa: Nel trentennale del genocidio di Srebrenica e degli Accordi di Dayton, il festival mette al centro la cosiddetta Generazione Dayton. In che modo pensa che il cinema possa ancora oggi curare le ferite della memoria e trasformarle in un linguaggio di riconciliazione?
Mario Bova:
Il cinema, con la forza evocativa delle sue immagini e il richiamo coinvolgente delle esperienze del passato, si offre come un vero laboratorio di convivenza. Lo fa attraverso la coproduzione, la collaborazione, l’indagine sulla storia e sui problemi comuni. In questo percorso cresce l’esigenza di comprendersi reciprocamente, di proporre insieme, di confrontarsi con il pubblico sui temi che segnano la società e il futuro. È una funzione preziosa: aiuta a capirsi, ad accettarsi, a cercare soluzioni condivise senza scivolare nello scontro armato e nella guerra. Questo è il ruolo che ha scelto per sé l’Euro Balkan Film Festival, proponendo al pubblico una selezione di testimonianze che partono dalle angosce della guerra per muovere verso le speranze del futuro. Emblematicamente, da Srebrenica all’Europa.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Insularia Creadores Carla

Oggi, in particolare, il cinema eurobalcanico, partendo dalle tragedie del passato, dà voce a donne e giovani, sostenendo le loro battaglie per la trasformazione della società. In questo orizzonte si sviluppano vocazioni alla riconciliazione, alla comprensione, alla collaborazione per obiettivi di progresso civile e di pace.

Questa affermazione del “lavorare insieme” attraverso il cinema sottolinea potentemente l’importanza del networking nell’area eurobalcanica, il ruolo dei processi integrativi politici e culturali e la funzione formativa dei giovani nel campo del cinema e dell’audiovisivo.

Uno degli assi del festival è costruire ponti tra i Balcani e l’Europa occidentale. Quali resistenze culturali incontra ancora questo dialogo e quale ruolo concreto può avere un festival a Roma nel superarle?
Le barriere tra Balcani ed Europa occidentale non sono del tutto scomparse. Il Novecento, con le sue guerre mondiali, con i conflitti balcanici e la Guerra Fredda, ha lasciato fratture profonde: diffidenze, separatezze, difficoltà di conoscenza reciproca. Gli effetti di quelle tragedie si percepiscono ancora oggi, in una distanza tra Est e Ovest che si è attenuata negli ultimi decenni, ma non è stata cancellata. Ed è per questo che oggi guardiamo al cinema: uno strumento unico di lettura e riflessione, capace di favorire comprensione e integrazione, e di contrastare le tentazioni nazionaliste e le derive conflittuali.

In particolare, l’Euro Balkan di Roma nasce con questo obiettivo: favorire l’incontro tra le cinematografie come laboratorio comune; leggere insieme la storia, costruire insieme la prospettiva, creare occasioni di collaborazione che contribuiscano a un percorso di benessere civile.

Un ruolo decisivo, in questa direzione, lo hanno i giovani: per loro il Festival apre spazi specifici di formazione, di confronto e di crescita. Lavoriamo con le scuole italiane, e progressivamente con quelle balcaniche, coinvolgendo masterclass, giurie e laboratori di coproduzione. Perché è dai giovani cineasti che può nascere un dialogo nuovo, più libero dal peso del passato e più orientato verso un’Europa condivisa.

Il workshop di apertura affronta il rapporto tra creatività autoriale e algoritmi delle piattaforme. Secondo lei, come può il cinema europeo difendere la propria complessità identitaria in un’epoca dominata dalle logiche di mercato digitale?
È la valorizzazione dell’eccezione culturale a livello comunitario che alza una barriera all’effetto massificante e semplificante degli algoritmi e delle piattaforme. In questa difficilissima battaglia contro la standardizzazione, il cinema europeo deve ritrovare la voglia di creare un mercato europeo, per far crescere un proprio pubblico, per costruire una comunità di spettatori che senta le storie europee come parte del proprio immaginario unitario. Deve costruire un modello autonomo, fondato sulla produzione indipendente e sulla coscienza storica dei popoli europei.

L’azione primaria degli autori europei a favore dell’eccezione culturale sostiene le politiche di garanzia che l’Unione Europea vorrà promuovere in questa direzione; fondamentale è la collaborazione con le Collecting Societies per salvaguardare la giusta remunerazione del diritto d’autore.

Guardando oltre il 2025, quali sono le sfide principali che il festival intende affrontare per continuare a dare voce al cinema balcanico e diasporico, e come immagina l’evoluzione del dialogo eurobalcanico attraverso il cinema?
Perseguiremo come obiettivo strategico la formazione congiunta dei giovani, offrendo loro opportunità ed esperienze di conoscenze eurobalcaniche, favorendo le collaborazioni tra Accademie dell’area, incontri cinematografici e culturali italo-balcanici; incoraggeremo l’interesse a conoscersi culturalmente e a produrre insieme; svilupperemo la crescita di un pubblico cinematografico più sensibile alle produzioni dell’area e alle coproduzioni. Sosterremo con il nostro progetto le attività della rete di partner italiani (adriatici e ionici) e balcanici, affinché la loro azione complessiva e solidale sviluppi una forza di crescita molto più efficace e significativa. Sosterremo l’iniziativa d’incontro degli autori eurobalcanici per contribuire a tutelare un’eccezione culturale, garanzia della qualità e dell’originalità della produzione cinematografica europea.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy