Giorgio Pasotti • Attore
Buster Keaton si nasconde a Torino
di Miriam Tola - Cinecittà News
- Parla 5 lingue, è stato campione di arti marziali e insolito volto occidentale del cinema di Hong Kong. Nel cinema italiano ha esordito nel 1998
Parla 5 lingue, è stato campione di arti marziali e insolito volto occidentale del cinema di Hong Kong. Nel cinema italiano ha esordito nel 1998 con Piccoli maestri di Daniele Luchetti. Poi, Giorgio Pasotti ha interpretato L'ultimo bacio di Gabriele Muccino, e la serie tv Distretto di polizia. Nel 2004 l'attore bergamasco torna sul grande schermo con due ruoli inusuali per il cinema italiano. Davide Ferrario l'ha chiamato a vestire i panni di Martino, protagonista di Dopo mezzanotte, piccolo film che ha conquistato il pubblico della Berlinale e quello italiano.
Raccontaci il personaggio di Martino.
Dopo mezzanotte è una dichiarazione d'amore per il
cinema nel momento in cui finisce l'era della celluloide e
comincia quella del digitale. E' anche una storia d'amore, una
sorta di Jules and Jim con personaggi molto diversi tra
loro. Martino ha 25 anni, è goffo e taciturno. A
differenza dei suoi coetanei che si aprono al mondo ha deciso
di ritirarsi. Diventa il custude notturno della Mole
Antonelliana, e dunque del Museo del Cinema, spinto dal desiderio
di estraniarsi più che dall'inclinazione cinéphile.
Quel luogo fantastico, diventa il suo regno, e il cinema la via
principale di approcciare il mondo.
Tanto che a un certo punto diventa regista...
Si. Con una camera degli anni Venti gira un piccolo film: mette
insieme pezzi di vita quotidiana e immagini d'epoca di Torino.
Lo mostra a Barbara, la ragazza che trova rifugio alla Mole,
per dichiararle il suo amore. Lo offre anche al pubblico in
sala che ha la sensazione di vivere una favola e torna alla
dimensione del cinema delle origini: l'immagine in movimento
come spettacolo.
Che indicazioni ti ha
dato Davide Ferrario?
Il punto di riferimento è stato Buster Keaton. Davide mi
ha portato molti suoi film. L'interpretazione è giocata
sulla corpororeità e le movenze. Ho dovuto imparare a
dosare i movimenti per trovare la giusta misura tra aspetto
surreale e credibilità del personaggio. La pratica delle
arti marziali, da cui ho acquisito un grande controllo sul mio
corpo, mi ha molto aiutato.
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