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Bohdan Slama • Regista

La soddisfazione più grande viene dal consenso del pubblico

di 

- I suo film, dice, sono storie di vita quotidiana che ama raccontare al pubblico, il suo unico guidice. Se piacciono, tanto meglio. In ogni caso, preferisce andare avanti, raccontare un'altra storia

Cineuropa : Sei rimasto sorpreso della tua vittoria a San Sebastian, di quella ad Atene o di qualsiasi altro premio ti sia stato assegnato quest’anno?
Bohdan Slama : In tutta onestà, sono rimasto sorpreso perfino che lo abbiano accettato a questi festival! In precedenza, abbiamo proposto il film anche ad altre rassegne prestigiose, ma senza molta fortuna. Per cui ero molto contento che andasse a San Sebastian, perché è un festival con un gran bel programma. E certo, una volta che sei selezionato per partecipare ad un concorso del genere, non puoi fingere di non pensare alla possibilità di vincere; una volta che sei lì, tutto va da sé, anche se devo ammettere che, alla fine, il premio è stato una grande sorpresa per noi tutti.

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A parte San Sebastian, hai vinto molti altri premi.
Essere messi da una giuria al primo posto in una classifica, davanti ad altri concorrenti, è sicuramente una gran cosa, ma per me il fatto più importante è che il pubblico comprenda ed ami il mio film. Semplicemente, sono felice quando sento che qualcuno si riconosce nelle cose che racconto. In ogni caso, il contesto festivaliero rappresenta una situazione straordinaria in cui delle persone sono chiamate a giudicare e classificare l’arte ed il talento; fatto su cui non mi sento completamente d’accordo. Mi sono sentito più soddisfatto quando Angelica Houston, che mi ha consegnato il premio a San Sebastian, mi ha detto che il film le era piaciuto molto…

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sembra proseguire il discorso iniziato con il tuo lavoro precedente, Wild Bees. Ho anche l’impressione che ami particolarmente raccontare storie di personaggi di ‘periferia’, una periferia non solo ‘georgrafica’ ma anche sociale.

I miei personaggi non vivono in un mondo artificiale, costruito apposta per loro. Cerco sempre di tenermi il più possibile vicino alla realtà. Al contrario, vorrei dimostrare che i miei personaggi sono gente ordinaria, persone che, per certi motivi, hanno scelto di condurre quel particolare tipo di vita – in una piccola città o in provincia. Ma si tratta di una loro scelta.

Il modo in cui scegli le tue storie è mai influenzato da problemi di budget o di produzione?
Direi di no. E rispetto a questo, stiamo sicuramente meglio di tanti altri nostri ‘colleghi’, per esempio in America. Quando ho fatto Wild Bees sapevo che avrei avuto a disposizione pochi mezzi, ma anche che, se fossi riuscito a fare un buon film, mi sarei costruito l’opportunità di avere maggiori risorse per il progetto successivo; come poi è effettivamente accaduto. L’unica differenza è che non mi aspettavo fosse veramente ‘così’ costoso …

Il tuo film è costato quasi il doppio della media dei film di produzione ceca [il budget del film era di 1,500,000 di euro, mentre la media nazionale si attesta sui 750,000 euro].
Per favore non parliamo di cinema indipendente. Innanzi tutto non amo affatto questo termine. In fin dei conti tutti sono dipendenti da qualcosa o da qualcuno, in un modo o nell’altro; oggi la parola ‘indipendente’ è usata più che altro come un’etichetta. Grazie a Dio in Europa non abbiamo problemi con questa parola, dato che la maggior parte delle produzioni dipendono dallo stato o da sovvenzioni europee, come nel nostro caso, in cui praticamente il 50% del budget è stato coperto da fondi pubblici nazionali e internazionali. Ecco perché mi viene da sorridere quando qualche europeo attacca l’etichetta ‘indipendente’ prima o dopo il titolo del suo film...

Ma è più facile trovare finanziamenti in America piuttosto che in Europa ?
Non direi. Non credo che trovare le risorse finanziarie in questo continente sia difficile come ci lasciano credere. L’Europa è un vero e proprio paradiso per il genere di film che amano fare quelli come me.

C’è la possibilità che il tuo film possa essere tra le nomination agli Oscar. Cosa comporterebbe questo per la tua carriera?
Non credo. Non mi piace questa faccenda della carriera. Ovviamente, sarebbe meraviglioso vincere, o anche solo essere tra le nomination per gli Oscar, ma finirebbe lì. Sono felice qui, in quest’‘isola di libertà’, con una meravigliosa squadra di produttori... francamente, sono un po’ scettico riguardo a questo discorso. Tra l’altro anche il mio prossimo progetto è ambientato qui, nella Repubblica Ceca, per cui, qualsiasi altra idea mi sembra abbastanza remota al momento.

Parliamo della sceneggiatura. Scrivi avendo già in mente gli attori, le location o altre cose del genere?
A volte mi capita. Ma in generale tento di impedirmi di farlo, perché questi pensieri effettivamente influenzano la storia – la dirigono dove non dovrebbe andare. Poi, in altri casi, scrivere con degli attori particolari in mente è stato un’esperienza positiva; funziona nel momento in cui gli racconti la storia e li rendi partecipi, in questo modo spesso contribuiscono allo sviluppo…

Dove va il cinema ceco contemporaneo? Decisamente non verso il thriller d’azione o il crime movie...
Capisco ci siano persone che amino i film facili, dove è subito chiaro chi siano i ‘buoni’ e i ‘cattivi’. Ma non corrisponde al mio modo di fare cinema. Credo che l’avventura più incredibile sia la vita stessa, con tutte le sue sfumature, storie ispirate dalle esperienze di gente ordinaria, che tenta di dare un significato alla propria vita, che cerca un partner o anche l’amore. Vita reale e ordinaria, certo, ma estremamente stimolante. Il pubblico ceco generalmente è abbastanza colto; sicuramente va a vedere anche film commerciali, ma ama anche i film di altro genere, e il mio film ne è la conferma.

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