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Roland Vranik • Regista

Black Brush

di 

- Una buona dose di fortuna e una buona squadra

Il film di esordio di Roland Vranik, Black Brush, ha vinto il premio più importante ed il premio per la migliore fotografia alla settimana del cinema ungherese dello scorso anno. Dopo essersi aggiudicato anche il premio per la miglior regia al Festival di Salonicco, Black Brush sta praticamente girando tutti i festival internazionali e sarà anche a Rotterdam.

Sei un regista di pubblicità e videoclip. Sei stato anche l'assistente di Béla Tarr su Werckmeister Harmonies. Che influenza hanno avuto queste esperienze sul tuo film?
Roland Vranik: Fare pubblicità e fare cinema sono due cose ben distinte per me. Le pubblicità sono un ottimo modo per fare esperienza e pratica, mentre i film stimolano il cervello, hanno a che fare con il significato. Se dovessi elencare le mie potenziali fonti d'ispirazione, non riuscirei, perchè sarebbero liste troppo lunghe, da Fritz Lang a Jim Jarmush. Tutti i film che ho visto mi hanno influenzato in un certo modo, ma non c'è un elemento in particolare che mi ha spinto a fare cinema.

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Raccontaci come sei riuscito a fare Black Brush?
La storia prende spunto da fatti reali, da alcune persone che ho incontrato quando tornai dall'America, 15 anni fa. Sono andato a trovare un amico che studiava teologia e per un po' ho seguito lui ed i suoi amici che facevano gli spazzacamini. Quando ho deciso di realizzare il mio primo film - perché credo si debba 'decidere' una cosa come questa - la prima immagine che mi è venuta in mente è stata la visione di questi quattro ragazzi. Poi c'è stata una collaborazione molto creativa e fruttuosa con Gergely Poharnok, il mio direttore della fotografia, che ha lavorato molto nel cinema. Quando abbiamo finito la sceneggiatura, l'ho proposta ad un produttore con cui stavo lavorando per delle pubblicità e, dopo qualche tentativo, abbiamo ottenuto dei finanziamenti dall'Hungarian Cultural Fund e dall'Hungarian Motion Picture Foundation - qualcosa come 120.000 ?. A questo punto, sono riuscito ad avere altri due produttori molto forti sul film oltre ad un organizzatore generale eccellente, e ce l'abbiamo fatta! Praticamente, ho avuto la fortuna di lavorare con tutte queste persone che hanno reso il film possibile.

Cha accoglienza ha avuto il film in Ungheria e all'estero?
I premi vinti alla settimana del cinema ungherese certamente hanno offerto una buona visibilità al film, dato che è stato mostrato a direttori di festival internazionali, critici e distributori. In questo modo ha riscosso interesse nel paese ed all'estero. La Magyar Film Unio si è messa all'opera ed il film è stato invitato a diversi festival, come Chicago, Vancouver e Salonicco. Grazie a questa buona esposizione, ora siamo in trattativa con una società di vendite internazionali. In Ungheria 25.000 persone sono andate a vedere il film, un risultato niente male se si considera che non si tratta di un film commerciale.

Tu hai vissuto e lavorato in Olanda. Secondo te, è possibile per un regista proveniente da un 'piccolo' paese come l'Ungheria fare film di successo sulla scena internazionale senza perdere la sua identità?
Non sono preoccupato di perdere la mia identità, perché ciò che mi interessa non è strettamente legato al contesto sociale, politico e culturale in cui mi trovo. Si tratta di finzione e di qualcosa al confine tra il reale ed il surreale. E' come in Black Brush. Non volevo mostrare dove si svolge la storia. Volevo solo astrarla dalla realtà e dal suo contesto e concentrarmi sui personaggi e sugli eventi. Non c'è una ricetta specifica per avere successo nel mercato internazionale. Al di là dell'eventuale talento, bisogna essere veramente fortunati, lavorare con un buon gruppo ed avere un produttore che sia in grado di spingerti continuamente sul mercato.

Di cosa tratta il tuo prossimo progetto?
Finirò la prima stesura della sceneggiatura del prossimo film in un mese. Proprio come a Chicago o a Salonicco, a Rotterdam incontrerò alcuni produttori che sono già interessati ad una possibile co-produzione. Vorrei lavorare con degli attori inglesi e girare in un posto che non sia immediatamente identificabile, forse la Romania o la Bulgaria.

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