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Pierre Todeschini • Presidente della Confederazione Internazionale dei Cinema d'essai

Circuiti d'essai: strategia “marketing zero euro”

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Cineuropa: Le sale di cinema d'essai sono sempre più portate a confrontarsi con la concorrenza dei circuiti commerciali. E subiscono la strategia delle uscite di massa. Ma come reagiscono a queste nuove minacce?
Pierre Todeschini: Effettivamente uno dei problemi principali che riguarda la quasi totalità di cinema d'essai in ogni parte d'Europa è la difficoltà di programmazione. Da un lato i film dominanti escono in massa; dall'altro i film d'essai degli autori che oggi come oggi hanno un potenziale commerciale sono ormai tutti acquisiti dalle multisale, che devono omologarsi per alimentare un modello di consumo basato sul rapido succedersi dei titoli. Alla fine i “film di qualità, cioè il 90% del cinema europeo, rimangono sacrificati a poche settimane, a volte a pochi giorni. Perché, senza un accompagnamento culturale, il passaparola non fa in tempo a espandersi.
La reazione delle sale indipendenti si differenzia a seconda del Paese: dove le reti di cinema d'essai sono strutturate si passa tramite la messa in rete (azioni promozionali collettive, circolazione di copie delle opere); invece dove queste sale sono isolate si passa alla strategia “marketing zero euro” sempre creativo, a volte disperato. O ancora, si moltiplicano gli eventi e i festival, gli unici che riescono a svegliare la curiosità del pubblico.
Ovunque gli indicatori mostrano l'accentuarsi della concentrazione (su alcuni titoli, alcuni distributori, alcuni circuiti) attenuata in troppi pochi Paesi da politiche pubbliche in sostegno delle iniziative collettive delle sale.

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Quale dovrebbe essere il ruolo delle istituzioni, per garantire l'esistenza delle sale dei cinema d'essai, e la diversità culturale che le accompagna?
Le azioni efficaci in favore della diversificazione e della qualità sono state identificate, chiaramente, da molto tempo. Ma sono pochi i Paesi dove esse vengono applicate:
– regolamentazione della concorrenza: per inquadrare lo sviluppo delle multisale
– appoggio finanziario al settore indipendente
– arricchimento dei programmi disponibili: nei piccoli Paesi c'è un problema generalizzato dovuto alla fragilità dei distributori e a costi fissi troppo alti (sottotitoli, copie, doppiaggio, montaggio...).
Queste politiche non sono necessariamente costose. Si basano, spesso, su un autofinanziamento del settore stesso, come in Norvegia, dove vendita e affitto di dvd (che ormai costituisce 2-3 volte il mercato delle sale) sono tassati.
Alcune cifre meriterebbero di essere meditate: il 90% dei fondi pubblici investiti in Europa, in favore delle sale, vengono da 3 Paesi e dal programma MEDIA. Il sostegno alla diffusione (sfruttamento/distribuzione) rappresenta appena il 10% degli investimenti pubblici europei nell'audiovisivo.
L'Europa esiste, il programma MEDIA ha cambiato molte cose, ma diventa urgente che ognuno degli Stati si assuma la propria parte di lavoro in sostegno alla diffusione del cinema di qualità. Il Club dei CNC europei è forse l'attore privilegiato di questa consapevolezza e di questo cambiamento indispensabile.

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