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Christophe Mazodier • Produttore

Film concetto e libertà editoriale

di 

- Fondatore di Polaris Film Production & Finance con Thierry Potok e Hubert Toint,Christophe Mazodier ha guidato con successo 2 Days in Paris

Fondatore di Polaris Film Production & Finance con Thierry Potok e Hubert Toint,Christophe Mazodier ha guidato con successo 2 Days in Paris [+leggi anche:
recensione
trailer
intervista: Christophe Mazodier
intervista: Julie Delpy
scheda film
]
, primo lungometraggio della società parigina. Torna su un’avventura intuitiva.

Cineuropa: Qual è stato il punto di partenza del progetto?
Christophe Mazodier: Ero in contatto con Julie per The Last Mile nel quale reciterà nel 2008. Mi aveva parlato della storia di 2 Days in Paris che mi aveva catturato subito. A gennaio 2006 mi ha chiesto di aiutarla a trovare una troupe per delle riprese commando a piccolo budget, ma mi sembrava un peccato girare il film così e le ho chiesto di occuparmene io. Avevamo appena 20 pagine di sceneggiatura ma Julie ha scritto subito il seguito, anche se restavano dei buchi. L’obiettivo era quello di preservare un margine d’improvvisazione sulle riprese e soprattutto di andare veloci garantendo la nostra libertà editoriale, e quindi di non cercare a tutti i costi il sostegno televisivo.

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Come ha proceduto nel montaggio finanziario?
Ci siamo concertati per capire quanto ci sarebbe servito di minimo: 500.000 euro cash per le riprese (su un budget totale di circa 1.7 milioni di euro che aumenta col successo del film poiché tutti sono pagati in percentuale). Abbiamo trovato velocemente i due partner fondamentali: i tedeschi di 3L Filmproduktion GmbH come co-produttori e Rezo Films per le vendite internazionali e la distribuzione in Francia. 2 Days in Paris era chiaramente un film molto concettuale e personale per Julie Delpy. Bisognava dunque sviluppare una confidenza con la sua abilità di sedurre il pubblico. Il mondo anglo-sassone, tedesco o europeo non avrebbe avuto problemi ad immaginarlo così, probabilmente perché era già stato molto ricettivo con pellicole come Prima del tramonto e Prima dell’alba. Ma i francesi vedono ancora Julie come la piccola attrice 16enne di Tavernier e gli investitori amano per tradizione le sceneggiature scritte nei dettagli, dove ogni virgola è pensata, un approccio molto lontano da quello concettuale di Julie. E il nostro procedimento era senza dubbio un po’ destabilizzante per il mercato francese perché abbiamo annunciato che avremmo girato il film a giugno 2006 con o senza supporto.

Come si sono sviluppate le riprese?
In quattro settimane, con una troupe iper ridotta e in HD, e questo ci ha permesso di fare molta economia sui laboratori. Abbiamo, tra l’altro, fatto economia su tutto: abbiamo girato da noi, molti membri di famiglia o amici erano nella troupe, il produttore chiudeva le strade … C’era quasi uno spirito di cortometraggio.

Vi ha sorpreso l’enorme successo di vendite del film?
Non abbiamo mai avuto dubbi che il film avrebbe suscitato interesse in tutto il mondo, ma ne abbiamo avuto conferma subito, a Cannes 2006, con una pre-vendita al Giappone. La sceneggiatura aveva il potenziale per fare goal all’estero, perché conteneva, con molto humour e senza prendersi sul serio, tutto ciò che gli stranieri pensano dei francesi. E non a senso unico, perché neanche gli americani vengono risparmiati. È una falsa commedia romantica.

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