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Luis Piedrahita e Rodrigo Sopeña • Registi

Dalla commedia tv al thriller, grazie alla matematica

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, La zona e ora La habitación de Fermat che, con pochi elementi (cinque attori, una stanza che si rimpicciolisce e una serie di indovinelli) e un budget molto limitato, ha ottenuto un discreto successo al botteghino ed è stato venduto in 30 paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti. Cineuropa ha parlato con i suoi registi, Luis Piedrahita e Rodrigo Sopeña a Londra, dove la loro pellicola sarà presentata al London Spanish Film Festival, prima di fare rotta sul Festival di Karlovy Vary (4-12 luglio), dove è stata selezionata nella sezione Europe Now!

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Cineuropa: Entrambi avete mosso i primi passi in televisione, come comici. Non è strano che il vostro primo film sia un thriller?
Rodrigo Sopeña: Se facciamo i comici è perché in televisione o fai la commedia o fai informazione. La commedia sul piccolo schermo si basa sull'improvvisazione e le freddure, cosa molto difficile da trasporre al cinema. Non ci abbiamo neanche provato, abbiamo preferito fare un film di genere, in questo caso di mistero, perché c'è tutto un repertorio al quale ti puoi rifare.

Il cast combina nuovi talenti con grandi veterani. Com'è stato lavorare con un gruppo così eterogeneo?
Luis Piedrahita: Abbiamo scelto per ciascun ruolo il miglior attore disponibile. Gli attori hanno poi legato tra loro e volevano essere tutti presenti a tutte le scene, anche quando non toccava a loro. C'è stato un insolito clima di cameratismo, più vicino al teatro, nonostante ci siano state alcune difficoltà durante le riprese. Ma, si sa, la sofferenza unisce. La cosa curiosa è che, nel cercare di vendere il film ai produttori, il nostro cavallo di battaglia era che si trattasse di un film molto facile da fare. Solo cinque persone e una stanza. La nostra idea era che la casa rimpicciolisse davvero, per cui era necessario che le quattro pareti si muovessero allo stesso tempo. Non c'è stato tempo per provarlo ed è stato molto complicato. Poteva starci dentro solo la gente strettamente necessaria: tecnici, attori e nessun altro. Ci sono stati attacchi di panico, svenimenti, incidenti.

Come è nata l'idea di questo film, basato su qualcosa di molto poco cinematografico: la matematica?
R.S.: Prima di tutto, volevamo poche persone in una sola stanza e questa doveva essere bella e interessante. Abbiamo poi pensato che potesse essere una location cangiante, che potesse rimpicciolirsi, un personaggio in più. Chi poteva andarci in un posto del genere? I matematici, che sono persone che coniugano la freddezza con la passione. Sono appassionati del loro lavoro, ma freddi e razionali nello studio di una scienza oggettiva. Mano a mano che il film avanza, scoprono il loro lato più passionale.

Quali sono i vostri prossimi progetti cinematografici?
L.P.: Stiamo lavorando a una nuova sceneggiatura, che sarà terminata entro la fine dell'anno. Non sappiamo ancora quando potremo cominciare le riprese. La nuova pellicola seguirà la linea di Fermat: una trama ingegnosa, pochi attori ma buoni e poche location, ma stavolta ruoterà intorno a una rapina in banca.

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