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Emily Atef • Regista

Lo straniero in lei

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- Emily Atef • Regista Lo straniero in lei

La regista franco-iraniana Emily Atef vive a Berlino, ma i suoi film non hanno una sola nazionalità. I suoi personaggi, infatti, sono sempre in viaggio alla ricerca di se stessi. Emily Atef parla in modo appassionato di cinema e l’atmosfera si scalda quando e le sue opere vengono definite “film al femminile”, perché la Atef non ama le categorizzazioni. “ Non voglio nessuna etichetta, voglio solo raccontare una storia che coinvolga da vicino i miei personaggi”, dice la Atef, che predilige le storie drammatiche che lasciano comunque una porta aperta alla speranza.

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Eppure è innegabile che sin’ora la Atef abbia esplorato l’universo femminile; recentemente lo ha fatto con The Stranger in Me [+leggi anche:
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, un film che parla della depressione post-parto. “Ovviamente è una malattia che solo una donna può vivere, ma allo stesso tempo è un male che colpisce tutti quelli che la circondano: i padri, gli amici e l’intera famiglia”. La regista non ci mostra solo la donna protagonista, ma anche l’ambiente in cui vive e lo fa in modo molto credibile. All’inizio del film vediamo come la malattia abbia portato Rebecca, una giovane madre, a perdersi completamente: la donna giace in un bosco, esanime e senza protezione. Il film è realistico, ma allo stesso tempo la Atef lavora con molta precisione su certi motivi ricorrenti e su un’iconografia della nascita – dall’isolamento di Rebecca, attraverso la sua rinascita spirituale, sino al suo tentativo di ricostruire la relazione con il compagno. Una donna che era pronta a lasciarsi annegare, adesso galleggia sicura sull’acqua.

La Atef scrive in inglese, che, tra le tante lingue che parla, è quella che le appartiene di più. Scrive a quattro mani con Esther Bernstorff, che traduce anche passaggi dall’inglese al tedesco e scrive parti della sceneggiatura. Nel caso di The Stranger in Me, questo lavoro di squadra ha richiesto più tempo del solito, più precisamente due anni. “Abbiamo fatto tantissimi errori”, ricorda la Atef. Nelle prime versioni della sceneggiatura, Rebecca faceva i conti con il peso del suo passato, dato che era cresciuta in un istituto. Poi la commediografa Annedore von Donop ha suggerito di raccontare unicamente la storia della madre, piuttosto che fare un “dramma sociale”. Un’altra collega che ci ha aiutato molto è Nicole Gershards, che assieme a Nikofilm ha dimostrato molto coraggio nel sostenere un film che parlasse di un tema così delicato.

Comunque, l’abilità di Atef era già evidente sin dai primi tempi, quando la regista realizzò con non poche difficoltà il suo primo lungometraggio : Molly's Way [+leggi anche:
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. Protagonista una donna irlandese incinta che intraprende un viaggio verso la Polonia per trovare un uomo con cui ha passato una sola notte. Il film ci fa scoprire la poesia nel grigiore industriale e ci fa vivere incontri particolari. Alla fine Molly non troverà l’uomo dei suoi sogni, ma troverà se stessa.

Kill Me è la storia di una ragazzina di tredici anni che non vuole più vivere. Quando si imbatte vicino alla casa dei genitori in un assassino in fuga dalla polizia, gli propone un piano. Lo aiuterà a scappare e in cambio gli chiederà di ucciderla. Questo road-movie inizia nella campagna tedesca e ci porta sino al sud della Francia, a Marsiglia. Una ragazzina e un uomo quarantenne on the road…non proprio un “film a femminile”.

La Atef aveva in mente il materiale della storia da tempo, dato che l’idea era nata contemporaneamente a Molly's Way. Ancora oggi, tuttavia, pensa che l’idea fosse troppo complessa: persino la drammatica storia di una madre era più facile di un road movie con una bambina come protagonista. La Atef procede un passo alla volta: nel suo primo film sono stati investiti 100.000 euro, e Kill Me, prodotto da Wueste Film West, dovrebbe costare più di tre milioni di euro. Il passo successivo è già deciso: Night Train to Lisbon. La casa di produzione svizzera C-Films si occuperà del film, che è un adattamento per il cinema del best-seller di Pascal Mercier e che sarà una produzione internazionale su larga scala. Protagonista della storia, un professore che sta invecchiando e che attraversa una crisi cercando di capire il senso della vita. Anche lui lascia tutto e parte alla ricerca del suo posto nel mondo.

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