Stephen Frears • Regista
“Il segreto di Colette”
- Estratti della conferenza stampa del regista inglese al festival di Berlino 2009. Riflessioni cariche d'ironia e dalla suggestiva concisione
In occasione della conferenza stampa seguita alla presentazione di Chéri [+leggi anche:
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intervista: Stephen Frears
scheda film] in concorso alla Berlinale, il regista inglese ha scherzato con i giornalisti nel suo solito stile, ironico e conciso. Ecco alcuni estratti.
Questo film sembra essere stato molto influenzato dalla concezione del melodramma di Douglas Sirk. Qual è stata la sua idea di base? Che tipo di lavoro ha fatto Michelle Pfeiffer per interpretare questo personaggio la cui bellezza svanisce?
Non avevo un'idea precisa nel fare questo film. Certo, avevo Sirk in mente, come molti altri, ma la sceneggiatura era ottima ed è questo ciò che più conta. Penso che Michelle Pfeiffer sia un'attrice che sa dare prova di grande immaginazione: è chiaro che di bellezza che svanisce lei non sappia nulla!
Pur restando tragico, il suo film ha un tono leggero e ironico. Era un elemento presente nel romanzo e nella sceneggiatura?
Sì, era un tratto del romanzo che ho ritrovato nel testo di Christopher [Hampton, lo sceneggiatore]. E' certamente il segreto di Colette: racconta tutto scherzando, con leggerezza, e parla di begli abiti quando il contesto è tragico. Era molto difficile. Era questo che bisognava riuscire a fare, è tutta una questione di tono; c'è da diventare matti, ma tutto viene da Colette. Lei era molto intelligente, così come Christopher: è quasi deprimente!
Venti anni fa ha diretto Le relazioni pericolose, simile per tono e soggetto a Chéri. Quale dei due preferisce?
Non penso affatto che questi due film si assomiglino: non c'è John Malkovich! Alcuni temi sono forse simili, ma è perché si tratta di letteratura francese. I due film sono molto, molto diversi.
Chéri è uno dei suoi film più esuberanti in termini di fotografia. Si è ispirato a pittori come [Lawrence] Alma-Tadema, in particolare per l'inquadratura in cui si vede Michelle Pfeiffer su una terrazza con il mare di Biarritz davanti a sé mentre guarda il giovane uomo, che potrebbe ricordare i dipinti inglesi e olandesi dell'epoca?
Sono molto lusingato, ma se andate a Biarritz è questo quello che vedrete. Non c'è altro da riprendere! Avremmo fatto volentieri qualcosa di ancora più bello, ma il mio paese è in bancarotta e non abbiamo soldi!
Come sono andate le riprese in Germania?
Eravamo in uno studio di Colonia; non è stato esattamente come girare in Germania. Era uno studio molto carino dove è stato piacevole lavorare, ma dico la verità: non è come girare in strada.
E' la prima storia d'amore da molto tempo a questa parte in cui non si vedono usare cellulari e computer. E' stato interessante girare in uno stile antico?
Non ci ho mai pensato; forse avrebbero dovuto mandarsi qualche sms! Purtroppo non avevo scelta.
Il suo paese è "in bancarotta" (anche Le relazioni pericolose era ambientato in un periodo di fasti precedente a una crisi): ora che siamo in piena crisi, pensa che la gente possa identificarsi in un'epoca come quella che descrive il suo film?
Non lo so, ma penso che lo vedremo quando il film uscirà nelle sale. Durante la Grande Depressione, la gente andava a vedere i film di Fred Astaire: il cinema è anche evasione.
E' vero, queste donne erano incredibilmente ricche. E' un racconto sconvolgente dell'immoralità delle donne che mostra anche quanto gli uomini siano meravigliosi!